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Dichiarazione di Giovanni Puccio – Coordinatore PD Federazione Metropolitana Reggio Calabria

La manovra di Salvini e Di Maio sul governo fa parte di un copione che dà l’impressione netta di essere parte di un piano preordinato. Se fosse andata in porto dopo aver goduto della benevolenza di Mattarella che ha accettato di dare un incarico politico ad un personaggio che non è nemmeno parlamentare, il passo successivo di Paolo Savona al Ministero dell’Economia avrebbe rappresentato la metafora di una operazione nella quale il nome di Savona (al di là delle sue opinioni che è libero di esprimere) veniva usato come “deterrenza” per far valere le ragioni antieuropee. Savona è diventato lo strumento (non è dato di sapere e poco importa se ci fosse la sua complicità) per cominciare una lotta contro l’Europa e batter cassa per i propositi e le promesse elettorali di Lega e 5Stelle. Intanto lo spread è aumentato, tuttavia i conti pubblici rimangono sotto controllo. Se fosse passata l’operazione, quindi, avrebbero usato il governo “del Cambiamento” come una clava contro l’Europa. Non è un caso che i populisti tedeschi abbiano subito lanciato il controcanto “il piatto di spaghetti con sopra la pistola”. Mattarella ha compreso chiaramente i rischi e nella dichiarazione che ha fatto, con serenità e acume politico, ha preso atto delle dimissioni dell’incaricato il quale non contando nulla politicamente, non aveva il potere di proporsi come soggetto autonomo e istituzionalmente abilitato a farsi un governo secondo un principio di concertazione col Presidente della Repubblica. Cambiare un Ministro non è la prima volta che accade e sta dentro il diritto costituzionale.

Questo è il quadro e quello che è accaduto nelle ore successive era già tutto previsto. L’assemblea del movimento 5 stelle vicino a Roma, l’impazzare di Salvini sui social e su tutta le Televisioni a partire da Sky che dedica un canale intero al servizio dei due “cavalieri dell’apocalisse”. In tutto questo c’è una componente elettoralistica. Si è aperta la campagna elettorale. Ma dire che si è aperta la campagna elettorale senza capire la posta in gioco significa dire nulla. Si è avviato un processo che ha una componente eversiva. Putin e Trump non assistono solamente, ma sono parte di un “gioco” globale nel quale una Europa Unita pesta i piedi ai loro interessi. La miscela è antidemocratica e può unificare malessere e frustrazioni di desta e di sinistra. Noi non dobbiamo solo gridare al pericolo ma avanzare una nostra proposta a tutte le forze costituzionali. Quelli che facevano la parte dei difensori della Costituzione sono quelli che nei fatti la mettono in discussione e sorprendono i silenzi di una sinistra “partigiana” che non capisce e ne vuole capire. Noi dobbiamo unire tutte le forze democratiche che vogliono ragionare sulla democrazia dell’alternanza. E mettere in evidenza l’importanza dell’Europa, di una Europa che cambia e si riforma ma con un processo di coesione di tutte le forze democratiche ed europeiste. Il che non significa diminuire la potenzialità e l’urgenza della riforma dell’Europa ma renderla più credibile. Tra l’altro l’anno prossimo ci saranno le elezioni Europee e quale migliore occasione per legare i temi e arricchirli di proposte. Il tema è: quale Italia per quale Europa e, quindi, per noi, quale MEZZOGIONO. NEL CONTESTO EUROPEO. SUL MEDITERRANEO L’EUROPA DEVE AVERE UNA POLITICA NUOVA CHE CONIUGHI SICUREZZA, ACCOGLIENZA E SVILUPPO.

Reggio Calabria, 28 maggio 2018