Democrazia e territori nel PD
Abbiamo seguito con attenzione i lavori della Direzione Nazionale del nostro Partito e, al di la delle paure che hanno impedito la diretta streaming, abbiamo capito che, finalmente, si è aperta una discussione politica interessante su cosa è e cosa dovrà essere il Partito Democratico nel nostro Paese (Mission, Politica, Contenuti programmatici, Alleanze, ecc.).
Si è stabilito, inoltre, che in autunno si terrà, oltre ai Congressi delle Federazioni e dei Circoli, un’assise programmatica che dovrà fare tesoro delle istanze dei territori e dei Circoli che nel frattempo dovranno essere ricostruiti e/o riorganizzati.
Interessanti le analisi del Ministro Franceschini, ad esempio, che mette in evidenza le difficoltà in cui versa il Partito, quasi isolato rispetto al panorama politico del Centrosinistra e ancor di più rispetto alla valutazione della gente, tant’è che i risultati delle ultime elezioni amministrative, che hanno premiato la il Centrodestra, vanno lette come monito per un riposizionamento più consono dei Democratici italiani.
Altrettanto stimolante la posizione di Falcomatà che evidenzia la condivisione dei valori nell’appartenenza ad una Comunità politica, trasformando la disputa in un confronto politico, l’opportunità di un serio intervento per il Sud, la necessità di ripartire dai territori e dai Circoli ridotti spesso a meri Comitati elettorali, ricostruire il rapporto con la base, con la gente, ai quali, garantendo la governabilità con una appropriata legge elettorale, si dia la possibilità di scegliersi i candidati attraverso le Primarie, selezionare la classe dirigente non su base amicale, ma secondo oggettivi criteri di qualità, merito, valore ecc.
Utile potrebbe essere anche, ad es. l’intervista del vecchio Achille Occhetto che, in un ragionamento, afferma: “Bisognerebbe, se è possibile, ritornare ai fondamentali, ai progetti, ai programmi dentro lucidi orizzonti strategici….
non penso che la soluzione sia quella di voler umiliare milioni di cittadini…che hanno liberamente scelto il loro leader (Renzi). La vera questione da porre sul tappeto – che riguarda tutti, proprio tutti – è quella
di capire che cosa sta succedendo alla sinistra, non solo in Italia, ma in Europa. Non è il momento della resa dei conti, è il momento della riflessione. Per questo dico: diamoci tutti una calmata…….”. Riflettere, programmare, riorganizzare i militanti, unire, imperativi categorici se non si vuole essere perdenti.
Idee spesso convergenti sulle quali è utile, se non assolutamente necessario, urgente, inderogabile, riprendere a discutere e a fare politica.
Molti di questi sono argomenti che, in più occasioni, dai Circoli, dai territori dell’Area Metropolitana di Reggio Calabria e personalmente abbiamo posto ai “Dirigenti”, a quell’élite che in questi anni senza mai “realmente” sentire Territori e Circoli (tante volte è sembrata una mera farsa), come se quanto, giustamente, reclamato a Roma qui da noi non abbia importanza, hanno deciso, da Capo Spartivento a Laino Borgo (giusto per citare punti estremi della Calabria), le sorti delle proposte politiche, dell’organizzazione e della gestione politico – amministrativa regionale, provinciale, metropolitana e dei singoli comuni.
Forse è arrivato il tempo in cui, anche l’ultimo degli iscritti, pure nell’estremo Sud, possa dire la sua, farsi ascoltare e proporre idee che consentano al nostro Partito di darsi una linea politica, riorganizzarsi, dotarsi di una struttura che possa consentirgli di calarsi tra la gente e ritornare a contaminarsi con il nostro popolo, quel popolo, ad esempio, che sente parlare di Città Metropolitana, una grande conquista dalle potenzialità enormi, ma che non ha, ancora, capito cos’è.
Michele Galimi
Giovanni Laruffa