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De Magistris a Tropea al fianco di Lo Schiavo: «Bruni e Occhiuto parte dello stesso sistema che ha distrutto la Calabria»

«L’operazione Bruni va nella direzione del sostegno ad Occhiuto. Se fosse davvero una candidatura civica sarebbe venuta con noi. Invece è la candidata di chi ha contribuito a distruggere i diritti di questa terra: il gruppo dirigente del Pd a cui si è aggiunto quello dei Cinquestelle, sebbene in contro tendenza rispetto alla sua base e al suo elettorale che in buona parte ci sostiene. Mi fa specie che chi sa com’è stata smantellata la sanità pubblica abbia il coraggio di farsi affiancare proprio da chi la sanità pubblica – insieme al centrodestra – l’ha distrutta. Io mi metterei vergogna».

Lo ha detto il candidato alla presidenza della Regione Luigi de Magistris, intervenendo, a Tropea, alla conferenza stampa di presentazione del movimento Liberamente progressisti, fondato dal candidato al Consiglio regionale Antonio Lo Schiavo e dall’ex consigliere regionale e già presidente della commissione anti-ndrangheta Arturo Bova. Al tavolo dei relatori, insieme a loro, anche Franco Falbo, Luigi Ciambrone e Loredana Pilegi. Presente anche Michele Conia, coordinatore regionale di DeMa.

Di Lo Schiavo, de Magistris ha detto: «è uno dei nostri candidati di punta nel collegio centro ma noi siamo per unire, grazie a persone come lui, questa terra che profondamente amiamo. Credo debba essere chiaro che noi siamo l’unica proposta alternativa: gli unici che non hanno governato questa regione. Da magistrato ho cercato di dare voce alla sete di giustizia dei calabresi che sono per la stragrande maggioranza persone perbene. Però adesso è il momento di liberarsi, di approfittare di questa disponibilità che abbiamo messo in campo per governare e delle competenze di cui siamo portatori. Che credibilità può avere una candidata che si presenta al fianco di chi ha distrutto la Calabria? O chi, come Spirlì, sta abusando delle sue prerogative istituzionali, approfittando della pandemia per esercitare in modo maldestro il potere?».

Quindi ha aggiunto: «È il momento di essere credibili, non di una mano di bianco per un maquillage. Ci troveremo da qui a qualche settimana davanti ad un referendum: chi vuole che le cose rimangano così scelga tra Bruni e Occhiuto, poco cambia. Se invece si vuole restituire la Calabria al popolo calabrese, di cui noi saremo leali traduttori, noi ci siamo. E non ci vengano più a dire che non c’è alternativa, non c’è più spazio per gli indifferenti. Non vediamo l’ora – ha detto in conclusione de Magistris – di fare alla Cittadella di Germaneto quello che io feci a Palazzo San Giacomo nel giorno del mio insediamento alla guida del Comune di Napoli: aprire le porte e le finestre per far uscire il puzzo del compromesso e far entrare il fresco profumo di libertà».

Antonio Lo Schiavo, aprendo l’incontro con la stampa, ha chiarito: «Il nostro è un movimento che vuole andare oltre il momento elettorale e vuole farsi interprete del disagio di un’area che non può rimanere silente rispetto ad un certo modo di fare politica. Quando si sceglie il metodo del casting per trovare un candidato presidente, si sta dicendo che la militanza e l’appartenenza non contano nulla. E si sta dicendo che la Calabria è una terra persa, che non è in grado di scegliere: il segnale è devastante».

La Calabria, per Lo Schiavo, «non merita questo, non merita di essere merce di scambio. Il riposizionamento, gli equilibri di potere, gli scambi per future candidature non possono umiliare la storia di ciascuno di noi. In questo momento storico de Magistris è la figura che più va a rompere questo scherma e gli equilibri consolidati. Per questo de Magistris è il candidato necessario alla Calabria, perché ha la libertà di poter scegliere da sé i candidati, conosce la regione molto meglio di tanti calabresi e non ha avuto responsabilità nello sfascio della regione».

Quindi ha avvertito: «Siamo ancora in tempo di ricostruire un campo largo, progressista, che riesca a battere la destra. Intorno a de Magistris possono ancora raggrupparsi le forze per battere le destre. Spero che anche la candidata del centrosinistra voglia aprire un dialogo. Ci sono tutte le condizioni per lanciare in Calabria quel laboratorio politico che dopo le regionali potrebbe essere al centro della politica nazionale. Facciamo ancora in tempo ad impedire altri 5 anni di Spirlì, prestanome di Salvini, esecutore di politiche che tanto male hanno fatto e fanno alla Calabria. Siamo ancora in tempo per bloccare tutto questo, per lanciare una classe dirigente e un Consiglio regionale diverso che non debba lavorare la notte per garantirsi i suoi privilegi. Questo è lo spirito e la finalità di questo movimento. I calabresi al momento del voto abbiano rispetto per loro stessi e per il futuro dei propri figli».