Dal profondo della Calabria Chanukkàh, la Festa Ebraica delle Luci nell’antica sinagoga di Bova Marina

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Un momento veramente solenne si è svolto all’imbrunire del 29 dicembre 2024 presso il Museo e Parco Archeologico di Bova Marina con l’accensione della quinta lampada della Chanukkiah, il tradizionale candelabro a otto bracci della Festa ebraica delle Luci.

L’evento, servito a ribadire il dialogo e a parlare di pace, è stato promosso dalla Direzione del Museo e dalla Sezione Calabrese della Comunità Ebraica di Napoli. 

È stato patrocinato dall’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane), dalla Comunità Ebraica di Napoli, dall’UCOII (Unione delle Comunità Islamiche d’Italia), dall’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova e dalla Soprintendenza ABAP per le province di RC-VV.

Nell’intervento di apertura, la direttrice Elena Trunfio, moderatrice dell’incontro, dopo i ringraziamenti alla Direzione Regionale del Museo, alla Soprintendenza  di RC-VV, al Comune di Bova Marina, ha percorso la cronistoria del sito Archeoderi e si è detta felice di rinnovare l’accensione del candelabro nei locali dove è contenuto l’antico mosaico raffigurante i principali simboli della religione ebraica e i reperti della sinagoga del IV secolo d. C., rinvenuti nella vallata di San Pasquale durante la costruzione dell’arteria che congiunge Bova Marina a Palizzi.

Il dottore Roque Pugliese, Delegato per la Calabria della Comunità Ebraica di Napoli, ha affermato: “Sono particolarmente emozionato nel ritrovarmi in un luogo dove la storia parla tramite i reperti, ricchezze di cui bisogna andare fieri. Sono felice per la particolarità dell’incontro, per la preziosa partecipazione dei rappresentanti delle altre fedi, una testimonianza per il mondo di come la pace si costruisca dal basso”. Ed ha proseguito: “La ricorrenza di Chanukkah, la festa che ricorda il Miracolo delle Luci, ricade quest’anno nello stesso periodo del Natale cristiano. “Abrahamo ci insegnò che la sua tenda era aperta per accogliere, atto importante e suggestivo, esempio per vivere in condizioni di pace”. 

(La Festa delle Luci ci ricorda anche che senza l’azione dei Maccabei vi sarebbe stata la fine del culto del Dio di Abrahamo e questo avrebbe impedito la nascita del Cristianesimo e dell’Islam)

L’Arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova, monsignor Fortunato Morrone, rammaricato per l’impossibilità a presenziare a causa del concomitante impegno in Diocesi con il Giubileo della Chiesa cattolica, ha fatto pervenire con il Diacono Mario Casile una lettera in cui afferma :“L’Anno Giubilare che noi cattolici ci apprestiamo a celebrare, in un tempo segnato da minacce, è un’occasione propizia, favorevole, come ha detto Papa Francesco, per rianimare la speranza, lasciando coagulare la Sacra Scrittura, compresa quella delle sorelle e dei fratelli ebrei. Quest’anno, l‘inizio della festività di Chanukkah e il Natale hanno provvidenzialmente coinciso per riallacciare relazioni fraterne come contributo alla pace in un’epoca caratterizzata da una diversità multireligiosa e multiculturale. Sentiamoci perciò corresponsabili, ognuno per le proprie possibilità, di questa comune missione e lavoriamo insieme affinché il dialogo tra di noi contribuisca a un mondo più giusto e alla ricerca della pace”.  

 

Il Diacono Casile ha aggiunto. “Nessuno ha la verità in tasca. L’invito che ci viene fatto da questa festa è che possiamo ritornare a noi stessi, andare alle fonti, trovare la forza di dialogare, specialmente qui, in quanto figli di Abramo. Abbiamo un patrimonio ricchissimo che non dobbiamo dimenticare, anzi lo dobbiamo consegnare così come l’abbiamo ricevuto alle nuove generazioni”.

 

L’Imam Ahmed Berraou , responsabile per le Comunità Islamiche italiane in Calabria, ha portato il suo saluto di pace: “Felice per l’invito, accettato con il cuore per l’amicizia profonda che mi lega al dottore Pugliese. Ho partecipato spesso al Festival di Santa Maria del Cedro e porto i miei saluti anche alla Comunità cattolica che festeggia in questo periodo il Natale con il simbolo della luce, speranza e rinnovamento per tutti. Serve la luce per superare l’oscurità, il fanatismo e l’ignoranza che porta le guerre. Abbiamo bisogno di più collaborazione, più incontri, più dialogo per guidare le nostre comunità e promuovere la cultura della convivenza”.    

Hassan Elmazi, Presidente del Centro Culturale Islamico di Reggio Calabria, cittadino marocchino che vive da oltre 30 anni in Italia, ha detto:” Sono felice di poter partecipare alla festa dell’accensione del Candelabro, porto i saluti dell’Ambasciatore e del Console. Il Regno del Marocco è uno Stato aperto a tutte le religioni e Comunità di ebrei e di cattolici si trovano in particolar modo nella zona del Sud Est. La mia speranza è che in tutto il mondo si possa vivere in pace, alla stessa maniera”.

Il rappresentante della Comunità Bahà’i, Pino Santoro, è venuto volontariamente da Cosenza a testimoniare la sua vicinanza ai fratelli ebrei, per prendere parte con gioia alla festa: “Nel calendario della comunità Bahà’i, concepito con diciannove mesi, a loro volta composti da diciannove giorni, un mese porta il nome di Luce e, in detto mese, viene acceso uno stesso candelabro proprio a simboleggiare la necessità che la luce deve rischiarare il cammino degli uomini”.

Andrea Maria Gennaro, funzionario archeologo della Soprintendenza di RC-VV ha ricordato come siano stati rinvenuti nel sito, tra le tante tracce della presenza ebraica, il candelabro e la lucerna, a Lazzaro: “Questi simboli di luce per eccellenza non rappresentano una casualità ma invitano alla riflessione per portare un po’ di luce necessaria a rischiarare il buio, e l’accensione del candelabro rappresenta un momento che a Bova Marina oramai puntualmente si attende”.

 

Domenica Sorrenti, ha ricordato che il proprio Comune, Cittanova, da anni, si dimostra sensibile ai temi dell’accoglienza e del dialogo, e il nuovo sindaco, l’avvocato Domenico Antico e l’Amministrazione sono disponibili a promuovere il dialogo interreligioso e la pace: “Come figli di Abramo dobbiamo ricercare il dialogo, il rispetto, la conoscenza, la comprensione, la cooperazione, il vivere pacificamente per ottenere progresso e condizioni di vita migliori”.

Giuseppe Leone, particolarmente emozionato, ha affermato: “Nel Comune di Nicotera l’esistenza della Giudecca testimonia di un passato in cui la presenza ebraica è stata numerosa. Propongo che vi si organizzino incontri interreligiosi per ricercare momenti culturali al fine di promuovere conoscenza, fratellanza e pace”. 

È stata presente all’incontro anche Carmen Manti, presidente dell’associazione Dialogo Interreligioso “God is one”. Per il vicepresidente UCEI, Giulio Disegni, “L’accensione della Chanukkiah porta sempre speranza specie in momenti in cui certi valori vengono stravolti e dilaga l’odio”.

La dottoressa Trunfio ha acceso il lume centrale, il servitore, con cui il dottore Pugliese ha acceso la quinta luce del candelabro con la recita di antiche benedizioni mentre le restanti quattro sono state accese dagli intervenuti, in primis dal dottore Gianfranco Fragomeni.

 

L’accensione dei lumi, avvenuta in un periodo difficile a livello internazionale, è stato un momento importante con un’altissima valenza simbolica. L’augurio è che la luce, accesa nei locali del Museo, dal profondo Sud si dirami per tutto il mondo e parli di speranza, di fratellanza, di pace, di una più grande ed estesa convivenza pacifica.

La Parola crea, il dialogo e la conoscenza abbattono le diffidenze, portano amicizia e nell’incontro tutto accade. Le specificità, le buone prassi portano ad essere uniti nella diversità. I dettami della nostra Costituzione affermano il rispetto dell’individuo in quanto tale, l’incontro nei bisogni, nella solidarietà, nella comprensione, nei diritti e nei doveri e la ricchezza del genere umano sta nella certezza che esiste una sola famiglia, quella umana e la Fede deve renderci più sensibili, più aperti, più comprensivi, più uniti nella diversità.

 

 

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