Crisi Ucraina: Susini (consulenza lavoro), Draghi deve syanziare altri 50 miliardi o crollo economia
Firenze, 2 marzo 2022 – «La previsione condivisa in merito alle possibili ripercussioni del conflitto Russia/Ucraina nel tessuto economico italiano non è confortante. Appare inevitabile, a nostro parere, il ricorso da parte del Governo Draghi alla misura straordinaria dello scostamento di bilancio, stimato in circa 50 miliardi di euro, per far fronte al contenimento degli effetti del rincaro energetico e del crollo dell’import e dell’export con Russia e Ucraina che colpirà settori economici come quello metalmeccanico, traporto, abbigliamento di lusso e chimico-farmaceutico». Lo afferma Sandro Susini, consulente del lavoro e fondatore di Susini Group, studio di Firenze leader nella Consulenza del lavoro. «Le nostre aziende sono importatrici di gas e petrolio dalla Russia – continua Susini – Il gas scorre verso l’Italia tramite un sistema di gasdotti che attraversa l’Ucraina e, un ipotetico blocco del flusso (per qualsiasi motivo), sarebbe disastroso per le nostre imprese energivore. Le previsioni più ottimistiche stimano un incremento del costo energetico per le aziende italiane nel 2022 pari a circa 30 miliardi rispetto al 2019 (periodo ante pandemia). Per quanto concerne i carburanti, anche in questo caso da mesi stiamo assistendo ad aumenti vertiginosi per quanto concerne il gasolio per autotrazione, l’additivo AdBlue e il GNL (Gas Naturale Liquefatto). Stiamo parlando di aumenti superiori al 25% annuo, con maggiori costi per le aziende di autotrasporto di oltre 535 milioni di euro. In merito all’import, invece, l’Ucraina è uno dei nostri principali fornitori di prodotti agroalimentari (il secondo in relazione al mais), oltre che produttore mondiale di un materiale fondamentale per la tecnologia dei laser utilizzati per produrre i microchip per macchinari e auto e, soprattutto, prodotti di metallurgia, per un totale di circa 3 miliardi di euro per il 2021. Contraccolpi negativi sono altrettanto previsti per l’export: le fonti ministeriali parlano di circa 7 miliardi di euro di esportazioni verso la Russia e di quasi 2 miliardi di euro verso l’Ucraina nel 2021, prevalentemente nei settori dei macchinari, capi di abbigliamento (soprattutto moda di lusso), apparecchi elettronici e articoli chimico-farmaceutici», conclude il fondatore di Susini Group.