Covid-19: lockdown errori e numeri ISTAT. La verità, il testo di Becchi-Leotta Di Al. Tallarita
È del 4 giugno l’elaborazione pubblicata dall’ISTAT con i dati della mortalità tra 1 gennaio e 30 aprile 2020. Elaborazione nata dall’analisi di oltre settemila comuni italiani, con la maggiore popolazione residente. Confrontati con i dati, dei medesimi comuni, nel corso degli stessi mesi, ma tra il 2015-2019.
Nel loro testo pubblicato, gli autori della ricerca: BECCHI e LEOTTA, cercano di spiegare cosa sia accaduto. Intanto, si evince che a gennaio vi sia stato, in vero, un abbassamento del tasso di mortalità addirittura del -9,73%. Rispetto agli altri anni presi in analisi dal 2015 al 2019 appunto. Dato confermato in ogni singola regione del bel paese. Dato rilevato in ogni regione, come per esempio tra le regioni più colpite dal virus. Vedi la Lombardia con -12,02%, l’Emilia-Romagna -10,32%, il Lazio: -9,98% e la Campania con -7,53%. E tra quelle con meno infettività del virus, dove l’abbassamento del tasso di mortalità generale, per esempio, ha seguito le seguenti percentuali: l’Abruzzo: -8,94%; la Calabria: -7,97%; la Puglia: -7,35; la Sicilia: -7,31%. Invece il dato si è rivelato minimo in Veneto: -4,83%; Friuli-Venezia Giulia: -2,36%; Sardegna: -2,04%. Medesima situazione di decremento per il mese di febbraio 2020, con un abbassamento della mortalità del -3,28%. Nel marzo 2020 invece sale il tasso mortalità del 48,55% rispetto a 2015-2019. Simile situazione a gennaio 2017 e gennaio 2012-2016, in cui su venti regioni tranne la Puglia, c’è un incremento: dal 15,77% della Basilicata al 45,88% del Molise.
Insomma analizzando i dati dell’Istat sulla mortalità 2000/2020 a livello nazionale, si evince che un aumento sostanziale non sia affatto strano.
Cosa dunque è successo in Italia dopo dicembre 2019?
In conclusione questo: in un periodo di tempo ed in un certo posto (alcune città di otto regioni) si è creata una concentrazione di mortalità che in altri anni (2015, per esempio) si era sviluppata in un arco di tempo più ampio e spalmato su tutte le regioni.
Si tratta di un ‘ trend’ di crescita della mortalità, con picchi raggiunti già accaduti nel 2005 – 2012 – 2010 e 2017.
Un apice toccato pertanto anche nel 2020.
Dato che questi sono fatti che potranno ripetersi, bisognerà essere più preparati e non chiudere né il paese portandolo alla crisi economica in cui si trova, né dimenticare i diritti sanciti dalla Costituzione.
Liberamente tratto
Da: Testo di P. Becchi e G. M. Leotta, pubblicato da : Libero Quotidiano
È Dagospia (versione integrale) e jpg.