Coronavirus e gestione dei rifiuti urbani

Tre mesi di emergenza coronavirus in Calabria hanno fatto riemergere la crisi dello smaltimento
dei rifiuti che, pur non essendo una novità, si ripresenta ancora più allarmante nella sua doppia
evidenza:
– discariche al collasso ;
– mancata gestione dei rifiuti urbani in relazione alla trasmissione dell’infezione da coronavirus.
Esiste un problema più generale a monte, come stato sottoscritto dall’ANCI nel documento di
richiesta di fondi sostitutivi alla riscossione della TARI, per continuare a finanziare la raccolta dei
rifiuti, scongiurando il rischio di una prossima sospensione dell’attività.
Sugli aspetti sanitari, poi, gli Enti Locali dovranno organizzarsi tenendo conto delle Indicazioni
emanate dall’Istituto Superiore di Sanità, che spiegano come la presenza tra i rifiuti di guanti e
mascherine preveda l’incenerimento, oppure il conferimento in discarica, nella frazione
indifferenziata con apporto di materiale di copertura.
E’ evidente che, nel caso della Calabria, reperire i fondi per la raccolta differenziata e riaprire le
vecchie discariche esauste non è sufficiente a risolvere né il problema sanitario, né il problema
dell’inquinamento prodotto da plastica e percolati.
Assieme all’urgenza di risolvere annosi e contingenti problemi legati allo smaltimento dei rifiuti,
si presenta l’occasione non più procrastinabile di ammodernare il sistema regionale di gestione dei
rifiuti e di chiudere in attivo il ciclo di raccolta e smaltimento, agendo sul trattamento dei
rifiuti indifferenziati in discarica.
Sono varie le tecnologie e le esperienze che in Italia e all’estero hanno seguito questa strada, ma
tutte sono riconducibili ai seguenti obiettivi:
– estrazione energia da biogas in discarica, convogliata nella rete pubblica di distribuzione del
gas, oppure riconvertita in energia elettrica e convogliata in rete che abbinata ad impianti di
cogenerazione ad alto rendimento consente una produzione combinata di energia frigorifera,
vapore, termoelettrica;
– estrazione di combustibili alternativi, ottenuto attraverso un controllato e sicuro processo di
selezione dei rifiuti non pericolosi che residuano dopo la raccolta come da apposita normativa
tecnica europea per il combustibile solido secondario (CSS).
E’ assolutamente necessario agire in questa direzione, già sperimentata, per risolvere un problema
così urgente da mettere a rischio la vita di intere popolazioni.
Parallelamente alle attività citate, non si può fare a meno di realizzare una ricerca urbanistica sulla
coesistenza degli impianti ed opere destinate alla gestione e trattamento dei rifiuti.
Studiare con approccio sanitario ambientale le proposte urbanistiche che potenzialmente realizzino
un valore aggiunto sul territorio destinato all’ubicazione degli impianti e quindi del carico urbano
che tali impianti definiscono.