Contro il lavoro irregolare piu’ risorse per gli ispettorati del lavoro e tempi certi per le denence
Il lavoro irregolare è una piaga sociale ed economica per il nostro paese: si stima un volume di affari di circa 80 miliardi di euro irregolare in Italia. La nostra regione è in cima a questa particolare classifica, con circa il 22% di lavoratori irregolari. E forse è un dato anche al ribasso se consideriamo che oltre al “lavoro nero”, ossia senza un contratto di lavoro, è compreso anche il “grigio”, ossia quei rapporti di lavoro parzialmente irregolari, come ad esempio per i braccianti stranieri dove, a fronte di un’intera settimana lavorata, ritroviamo in busta paga magari una sola giornata registrata.
Sono i tanti casi di lavoratori costretti a restituire parte dello stipendio al datore di lavoro, o registrati con un part-time a fronte di un’intera giornata di lavoro, o che si vedono in busta paga assenze mai fatte per giustificare una paga più bassa del dovuto. Sono tante e diverse le forme di sfruttamento cui spesso i lavoratori sono costretti per paura di perdere il proprio posto di lavoro.
Questo non è solo un danno immediato, in termini di minori introiti in busta paga, ma si riverserà anche più avanti, sicuramente in termini pensionistici, ma anche nel caso di disoccupazione e malattia.
Si dice spesso, e anche a ragione, che l’unica strada è quella di denunciare gli abusi e le irregolarità contrattuali, e sappiamo che questo è un passo che ha bisogno di coraggio e determinazione.
Ma per stimolare questo coraggio e questa determinazione c’è bisogno che le istituzioni diano risposte e le diano in tempi rapidi.
Qualche tempo fa abbiamo avuto il piacere di incontrare Marco Miceli, un cuoco incappato in quell’abominio rappresentato dalla somministrazione di lavoro. Lui ha avuto il coraggio di denunciare gli abusi che ha subito, in termini di mancati pagamenti e versamenti dei contributi . Lo ha fatto nonostante le aziende denunciate siano aziende importanti e i titolari persone molto conosciute.
Per noi Marco può e deve rappresentare un esempio e uno stimolo per tutti quelli che subiscono angherie e soprusi, può regalare loro quel coraggio che magari adesso non trovano.
Ma Marco si sta apprestando a festeggiare il secondo Natale senza avere risposte da quelle istituzioni che lo dovrebbero tutelare, nonostante nel maggio 2020 si sia rivolto all’Ispettorato del Lavoro e nel novembre dello stesso anno alla Procura della Repubblica.
Questo è inaccettabile e produce l’effetto di far credere che denunciare sia inutile, una perdita di tempo, che i padroni sono troppo forti e inattaccabili.
Oggi siamo qui con Marco per dire che in una regione con il 22% di lavoro irregolare abbiamo bisogno di un esercito di ispettori del lavoro, non di poche unità impossibilitate ad affrontare il contesto in cui devono agire, abbiamo bisogno di tempi certi per questo tipo di vertenze, abbiamo bisogno che la parte sana del nostro territorio stia con chi ha il coraggio di ribellarsi a questi soprusi, Soprattutto abbiamo bisogno di dare coraggio a tutti quelli che subiscono queste angherie. USB è pronta a sostenerli.