CONFCOMMERCIO REGGIO CALABRIA: Manca visione per programmare una vera ripartenza. Moltissime Aziende non saranno in grado di riaprire. Per il Presidente Matà “Effetti economici e sociali inimmaginabili”.
Tempi bui per il commercio reggino. Non solo l’emergenza sanitaria e la paura che ne deriva per ciascuno di noi. A questo punto è anche l’incertezza per il futuro a farla da padrone tra gli imprenditori reggini che già da anni si trovano ad affrontare, con coraggio, una crisi pesantissima e per i quali il coronavirus rischia di essere la classica goccia che fa traboccare il vaso.
È il Presidente di Confcommercio Gaetano Matà ad esprimere la preoccupazione di un intero comparto. L’ultimo decreto del 10 aprile ha spostato a inizio maggio i termini per una possibile attivazione della cd fase 2, la ripartenza, così complicando la vita di un settore già fortemente provato. Il dato che evidenzia Matà, fuori da ogni sterile polemica, è oggettivo: “Il protrarsi della chiusura delle attività nuoce gravemente alle aziende stesse, moltissime delle quali non saranno in grado di riaprire, con inimmaginabili effetti non solo economici ma anche e soprattutto sociali”.
Non è sulla scelta della tempistica di avvio della fase2 che la Confcommercio si esprime. Rispetto a questo punto è corretto che a decidere, assumendosi la piena responsabilità delle scelte operate, siano gli organi di Governo, alla luce di dati di carattere sanitario che vengono acquisiti, esaminati, valutati.
“È la gestione dell’emergenza – dice Matà – ad essere sconcertante, la quasi totale mancanza di visione ad ogni livello. Della liquidità che sarebbe dovuta derivare alle aziende in forza dei recenti decreti non c’è traccia. Ad oggi gli imprenditori non hanno ricevuto un euro e per gli stessi dipendenti – beneficiari della Cassa Integrazione in deroga – non prevediamo tempi brevi di pagamento. Riuscire ad ottenere credito sarà difficile e, anche nel momento in cui – sempre troppo tardi- dovesse concretizzarsi l’impegno del Governo, il provvedimento rischia di rivelarsi un clamoroso boomerang. Che senso ha dare soldi alle aziende se le stesse dovranno restituire il prestito nell’arco di poco tempo e pagando gli interessi? Che senso ha ricevere soldi per pagare tributi che, oggi, sono solo sospesi? Come è possibile immaginare che un’azienda debba indebitarsi per pagare il debito enorme accumulato in un periodo di fermo totale delle attività?”.
Per la Confcommercio è chiaro che un’azienda senza entrate che fa nuovi debiti è un’azienda che non può stare sul mercato e non è eticamente corretto che un imprenditore sia quasi costretto, per sopravvivere, ad indebitarsi senza avere nessun tipo di certezza sulla possibilità di restituire le disponibilità che acquisisce dal sistema del credito. Questo sempre che non si concretizzi il rischio, paventato in ultimo anche dal ministro Lamorgese in una nota inviata alle Prefetture, che nelle pieghe dei nuovi bisogni si annidino perniciose opportunità per le organizzazioni criminali.
“Non è questo l’aiuto che farà risollevare le sorti delle nostre imprese. Come Confcommercio – continua Matà – abbiamo invocato sin dall’inizio della crisi scelte coraggiose. A livello nazionale ed a livello locale. Abbiamo chiesto di fare tutto quanto possibile per sostenere l’economia reggina senza inutili attese. Abbiamo chiesto a tutte le Istituzioni di dare fondo, adesso, alle risorse disponibili assumendo ciascuno le responsabilità che l’emergenza richiede. Chiediamo nuovamente oggi a Regione, Comune, Camera di Commercio, di essere protagonisti, di non nascondersi dietro scelte retoriche o autereferenziali. In una situazione drammatica non devono essere “inventate” soluzioni pirotecniche, dovrebbero essere dosate anche dichiarazioni di forma e quasi di rito come ad esempio un generico “incentiviamo il turismo”, laddove purtroppo temiamo che di turisti non se ne vedranno a Reggio per molto tempo. Le Istituzioni assieme alle Associazioni di categoria dovranno invece studiare nell’immediato un piano di marketing mirato, con l’esatta individuazione dei target di riferimento. Concretezza è quello che serve. Aiuto agli imprenditori a pagare l’affitto e le utenze. Promozione del territorio e delle produzioni tipiche. Promozione del Sistema Calabria assieme e, se possibile, anche prima del Sistema Italia. Stiamo valutando in seno alle nostre Federazioni se chiedere nell’immediato ai soggetti competenti di liberalizzare le vendite promozionali come modo di generare liquidità per gli esercizi commerciali. Chiederemo immissione di liquidità diretta o indiretta sul mercato rivolgendoci, come stiamo facendo in questi giorni, per esempio alla Camera di Commercio all’interno della quale svolgeremo responsabilmente e fino in fondo il nostro ruolo di governo”.
Un appello forte e determinato, un vero e proprio grido di dolore, lanciato da Confcommercio perché -conclude Matà- “nulla deve essere lasciato al caso. Solo con una vision precisa potremo uscire dalla crisi, dimostrando lo stesso senso di responsabilità dei nostri imprenditori che, abbassando le loro saracinesche per il bene comune, hanno azzerato le entrate e “sospeso” le loro vite”.