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Confcommercio Reggio Calabria: è passato un anno dall’inizio della crisi ma la normalità è purtroppo ancora lontanissima. Vaccini e ristori subito. Sui bar scelte sbagliate.

Un annus horribilis non c’è dubbio. Difficilissimo, sconvolgente sotto il profilo emotivo, sanitario, economico in cui ci siamo trovati e ci troviamo tutt’ora a combattere contro un nemico insidioso ed invisibile. Per la Confcommercio di Reggio Calabria, guidata dal Presidente ff Lorenzo Labate, al netto della oggettiva drammaticità del momento, il bilancio di ciò che è stato fatto dalle istituzioni ad ogni livello, ragionando in maniera oggettiva e seria, non può che essere negativo.

A un anno dal primo lockdown ci troviamo oggi a vivere lo stesso stato di incertezza e confusione che esisteva a marzo 2020. Il mondo dell’impresa del commercio, turismo e servizi è stato ampiamente trascurato: ristori risibili e tardivi; semplice sospensione degli adempimenti fiscali; obblighi di messa a norma dei locali di vendita per favorire il distanziamento e la igienizzazione (correttamente rispettati dagli imprenditori) e, allo stesso tempo, impossibilità di svolgere le attività; aperture e chiusure disposte con decreti tardivi e confusi. E potremmo continuare con un elenco di misure approssimative, non più accettabili oggi.

Anche l’ultimo DPCM varato dal nuovo esecutivo non segna alcuna discontinuità rispetto al recente passato. Per frenare la movida selvaggia adotta la scelta peggiore possibile, identificando il problema nei pubblici esercizi e nei bar, senza rendersi conto che i problemi si creano dove c’è libero accesso all’alcol da asporto e quindi sarebbe stato più utile – come dalla nostra Fipe suggerito da mesi – impedire la vendita dopo le 18 in tutti gli esercizi commerciali. Anche il nuovo Governo continua ad affrontare l’emergenza che, oramai, dopo un anno, è impossibile continuare a definire tale certificando, questo l’unico elemento sicuro, che per i commercianti anche la Pasqua, la seconda consecutiva, è saltata così come poco c’è da aspettarsi dai weekend primaverili.

Guardando alla stagione estiva alle porte, un imprenditore vive oggi l’incertezza della propria posizione nei confronti del Fisco e di ciò che succederà tra qualche mese, quando, rimanendo così le cose, si troverà a dovere pagare tutto quanto è stato finora solo sospeso. Imminente è la scadenza Inps. Impossibile pensare all’organizzazione interna quando ancora incerto è il quadro relativo all’utilizzo degli ammortizzatori sociali.

Un anno bianco fiscale (un anno senza tasse per essere più chiari), nuovi ristori e una riforma degli ammortizzatori sociali, ad un anno dall’inizio della crisi, sarebbero stati interventi necessari, ampiamente realizzabili, dovuti alla luce delle circostanze e dei sacrifici richiesti, ed avrebbero consentito agli imprenditori una reale programmazione. Allo stesso modo, sul livello locale, per la Confcommercio di Reggio Calabria, interventi a medio termine (almeno fino al prossimo settembre) su TOSAP (confermando agli operatori del settore PE la possibilità di utilizzare spazi esterni ai locali) TARI e IMU diventano essenziali e non più rinviabili.

La sfida più importante per Reggio Calabria e per l’intera Regione, secondo l’Associazione dei commercianti reggina, si gioca sulla campagna vaccinale che impone una riflessione per il miglioramento del piano di vaccinazioni considerando – oltre ai criteri già definiti – anche lo status dei diversi territori. Se per fare ripartire il paese occorre vincere la battaglia sanitaria forse sarebbe utile che i nostri rappresentanti in seno alle istituzioni, ad ogni livello, ponessero sul tavolo la questione di una “priorità” di alcune aree del territorio nazionale rispetto alla somministrazione del vaccino ed alla immunizzazione. Sostenendo con orgoglio e consapevolezza politica le ragioni della nostra comunità. Il Governo greco ha avviato un piano per “immunizzare” dal virus isole turistiche da mettere, a partire dalla tarda primavera, sul mercato del turismo internazionale. L’intervento è considerato una priorità nazionale. Giusta o sbagliata che sia, è una strada. Una linea di azione precisa intrapresa in vista di un obiettivo da raggiungere sulla scorta di un ragionamento del Governo eticamente e politicamente sostenibile.

Da noi, questo argomento non è all’ordine del giorno. La tutela e la ripartenza di territori turistici, “fragili” sotto il profilo economico e sanitario, “periferici”, da affrontare in maniera seria ed in conformità con i principi costituzionali, non sembra rilevante.

Purtroppo, conclude il Presidente Labate, appiattirsi alle decisioni che provengono da altri è una triste consuetudine alle nostre latitudini. Proviamo quasi vergogna a sostenere le ragioni del nostro territorio. Pochi osano discutere equilibri che come spesso accade non tengono in considerazione esigenze locali. Ecco che, anche sulla campagna vaccinale, nella migliore delle ipotesi si proseguirà con interventi e vaccinazioni “orizzontali”, indifferenziati sul territorio nazionale. Nella peggiore si potrebbe arrivare al paradosso, sostenuto da autorevoli esponenti di governi regionali del settentrione, ovviamente per esclusive ragioni di convenienza, di individuare quale priorità nella somministrazione dei vaccini il Pil più elevato del territorio, andando a sovvertire i più elementari principi costituzionali.