Confcommercio, il Presidente Mata’ scrive al Sindaco Falcomata’

Gentile Signor Sindaco,
abbiamo avuto modo in questi giorni di confrontarci diverse volte sull’emergenza coronavirus. Oggi più che mai, oltre alle parole, sono importanti interventi concreti per fare in modo che una volta finita l’emergenza si possa ripartire.
Non mi riferisco naturalmente a misure di carattere medico o sanitario rispetto alle quali personalmente – e sono certo cosi anche Lei – “so di non sapere” e ritengo giusto che a esprimersi siano esclusivamente persone altamente qualificate.
Siamo tutti preoccupati, certo, ma sotto questo profilo non possiamo fare altro che seguire esattamente e responsabilmente, anche per ciò che riguarda talune limitazioni all’esercizio delle attività economiche, le misure di gestione dell’emergenza dettate dal Governo (in ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo) sulla scorta delle indicazioni di esperti e scienziati.
Il mio dovere, come rappresentante delle imprese locali, come il suo in quanto guida della città, è in questa fase guardare oltre il contingente, agire ed intervenire immediatamente per evitare che una volta superata l’emergenza rimangano solo macerie e che le nostre imprese non siano più nelle condizioni di risollevarsi.
In questi giorni i nostri imprenditori si sono trovati a dovere pagare la rata della rottamazione cartelle che si aggiunge alle tasse ordinarie (acconti dell’anno fiscale successivo e saldi dell’anno fiscale in corso), contributi previdenziali, alle tasse comunali e pagamenti vari (come quelli nei confronti della Camera di Commercio e altri oneri obbligatori).
Già in condizioni normali sono più i soldi che finiscono nelle casse dello Stato e delle amministrazioni pubbliche rispetto a quelli che restano nelle tasche di commercianti e artigiani.
A una simile, drammatica situazione, ora si aggiunge l’emergenza del coronavirus, che letteralmente sta mettendo in ginocchio le aziende locali.
Come faranno le piccole partite iva, i commercianti, bar, ristoranti e tutte quelle piccole attività che hanno alle loro dipendenze due, tre cinque lavoratori, a rialzarsi? Già adesso i nostri imprenditori, con il calo drammatico degli incassi registrati, non riescono a gestire l’ordinario e stanno attingendo a quanto messo da parte nel corso degli anni per i versamenti di legge.
Cosa succederà tra qualche mese? Cosa succederà a risparmi finiti e con gli incassi in caduta libera? I nostri commercianti non hanno ad oggi nessun salvagente e nessuno strumento di tutela. È nostro dovere intervenire prima che il peggio accada, mettendo in campo tutti gli strumenti utili con la massima urgenza.
ASSOCIAZIONE PROVINCIALE DELLE IMPRESE
DELLE ATTIVITA’ PROFESSIONALI E DEL
LAVORO AUTONOMO
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TEL. 0965330853-7
FAX 0965331637
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Signor Sindaco, ha ben chiare le difficoltà che vivono le nostre imprese. A Lei, come Confcommercio, abbiamo già chiesto nei giorni scorsi interventi straordinari ed eccezionali riguardo i tributi locali. Perché quella che stiamo vivendo è una situazione straordinaria ed eccezionale!
Le abbiamo chiesto, altresì, di farsi portavoce nelle sedi competenti per la dichiarazione dello stato di emergenza.
Le chiedo adesso, con urgenza, di fare arrivare nella nostra città i rappresentanti del governo per fare toccare loro con mano anche l’emergenza economica reggina. I nostri commercianti, i nostri artigiani – che sono rimasti e hanno investito su Reggio – sono allo stremo. In situazioni come questa il coraggio ed il cuore degli imprenditori non basta, serve avere accanto le Istituzioni e servono risorse. Non è neppure il caso di fare adesso un elenco delle misure che dovrebbero essere adottate per proteggere quanto di buono c’è sul territorio.
Mi sembra chiaro che alla nostra città debbano essere estesi tutti gli incentivi e le forme di protezione economica previste ed attivate nelle aree a rischio massimo del nostro Paese (Lombardia e altre).
Metta sul tavolo la già drammatica situazione occupazionale che rischia un ulteriore peggioramento, i dati sulla qualità della vita, i dati sul reddito pro-capite, i dati sull’emigrazione giovanile che sono il simbolo più evidente di una città, già adesso, in grandissimo affanno, non in grado, da sola, di fare fronte ad una tale emergenza. Facciamo anche leva sul nostro status di città metropolitana.
Facciamo leva, signor Sindaco, su tutto ciò che può essere utile per dare una speranza di ripresa ai nostri imprenditori ed alla nostra città. Facciamolo prima che sia troppo tardi.