Commento alla nomina di Anton Giulio Grande per la Film Commission Calabria
Ho appreso con piacere la nomina di Anton Giulio Grande a Commissario della Film Commission Calabria. Innanzitutto rivolgo a lui, che conosco dai suoi primi passi nel mondo della Moda, i migliori auguri.
Credo che sia una scelta sorprendente, ma tutta in positivo per varie ragioni. Anton Giulio è una persona che possiede numerose qualità, oltre al talento riconosciuto a livello internazionale come creativo della Moda e stilista affermato. Tra le principali doti, ha caparbietà, intuito, fantasia, determinazione, serietà, gusto, capacità di riconoscere eleganza e qualità umane oltre che artistiche.
Un insieme di caratteristiche che, certamente, condizionano ed indirizzano verso l’alto ogni scelta, garantendo l’elevato spessore, il livello, gli effetti utili e positivi di ciò che si realizza. Nel caso specifico, tutto ciò offre ampie assicurazioni sulla possibilità di raggiungere l’obiettivo reale che, per la Film Commission, è quello di promuovere nel modo migliore la Calabria, la sua immagine, il suo patrimonio paesaggistico, storico, culturale. In fondo, cos’è la Film Commission, se non uno strumento innanzitutto finanziario per la crescita, lo sviluppo e la promozione del territorio attraverso il Cinema?
Chi vede questo organismo esclusivamente come un sostegno al cinema commette un errore. Sostegno sì, ma per girare in un determinato territorio, per mettere in risalto la bellezza, l’unicità, la particolarità dei luoghi, la loro gente, fare promozione turistica. Insomma, degli enormi spot visti da milioni di persone che, se di qualità, rimangono nella storia del cinema o della televisione, per sempre testimonial delle ambientazioni che hanno fatto da set. Possibilmente, anche per sostenere e promuovere talenti locali chi meglio di lui?
Nominare un calabrese che ama e conosce bene la Calabria (e non l’ha mai abbandonata), con le qualità che possiede Anton Giulio Grande, è certamente una scelta coraggiosa ma prestigiosa, un segnale importante in controtendenza con l’esterofilismo cronico di una certa politica, nell’ambito di un corretto progetto di valorizzazione delle nostre eccellenze umane e del nostro territorio.
Chi l’ha detto che il presidente o commissario di una Film Commission debba essere un regista o strettamente un uomo di cinema? Ho voluto dare un’occhiata in casa degli altri ed ho trovato che la Film Commission Piemonte è guidata da Beatrice Borgia, laureata in biotecnologie industriali con dottorato di ricerca in ingegneria genetica. In Sicilia, terra di celebri registi, il dirigente è un normale funzionario regionale. L’Apulia Film Commission è presieduta dall’architetto Simonetta Dello Monaco, mentre in Campania dalla giornalista Titta Fiore. La prestigiosa Roma-Lazio Film Commission da Luciano Sovena, avvocato in diritto dello spettacolo. Quella Toscana ha come presidente Stefania Ippoliti, che lo è pure della Italian Film Commission, con diploma di maturità classica e lunga trafila in Confesercenti. L’elenco potrebbe proseguire, senza trovare da nessuna parte registi, attori o produttori cinematografici, il cui ruolo è, evidentemente ed ovviamente, ben diverso da quello di essere figura terza, cerniera tra mondo del Cinema, territorio, risorse da valorizzare.
Sono certo che il gusto di Anton Giulio Grande, l’essere una persone perbene, amante della bellezza e della Calabria, potrà consentire alla nostra regione di essere set di opere di prestigio, affrancando questa regione dai soliti luoghi comuni che la vogliono solamente terra maledetta, tra ‘ndrangheta e misfatti di ogni genere. Volutamente, non entro nel merito della sua specializzazione, che è chiaramente l’Alta Moda, credendo che il prestigio della sua figura e la sua autentica “calabresità” sprovincializzata, assurta a brand internazionale di eleganza, siano un ulteriore valore aggiunto di questa scelta. Per tecnicismi e burocrazia, non sarà certo solo.
Credo da sempre nella bellezza, nello spessore e nell’Arte vera e, da artista qual è, Anton Giulio saprà dare un contributo sincero, spassionato e mi auguro migliore rispetto a chi, invece, spesso ha usato e usa la Calabria per le solite commedie all’italiana.