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Come stanno le carceri? Lo stato le condizioni ad oggi con la seconda ondata Covid19. Lo chiediamo al Dr.De Fazio-Uilpa Di Al.Tallarita

Ho posto al Segreterio Generale della Uilpa- polizia penitenziaria Gennarino de Fazio, alcune domande chiave, sull’attuale situazione, aggiornata, in questa seconda ondata Covid19. Per capire e fare luce sull’attuale situazione che le carceri italiane devono affrontare. E sui provvedimenti o le carenze, a cui sono sottoposti detenuti e agenti della polizia penitenziaria.

Intervista a Gennarino de Fazio:

-Come si presenta in questo momento la situazione delle carceri in Italia alla luce della seconda ondata del Covid19?

“La situazione della pandemia all’interno delle carceri si sta facendo via via sempre più grave, anche se sottolineo una certa caratteristica di emergenzialità, perché i dati aggiornati a ieri sera e forniti dall’ufficio del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, lasciano presagire uno scenario, per così dire poco tranquillizzante, a voler utilizzare un eufemismo.”

-Come stanno igienizzando le carceri?

“Questo aspetto non è affrontato in modo univoco, nel senso, che molto dipende dalle situazioni contingenti e cambia da territorio a territorio in cui ci si trova. Perché molto dipende dalle ASL. Io posso fare l’esempio di Terni dove c’è un grave focolaio con 69 detenuti contagiati e allo stato, mi pare sei operatori, se ben ricordo, dove non si stanno facendo le sanificazioni, se non attraverso l’operato di ‘ un detenuto ‘ cosiddetto ‘lavorante ‘ che pulisce con della semplice candeggina, pare che l’ASL per quanto ci riferisce l’amministrazione, non stia intervenendo, per procedere appunto con le sanificazioni. Per cui anche sotto questo aspetto, la situazione è molto allarmante e per tale ragione ci siamo rivolti al governo, affinché intervenga, attraverso delle misure straordinarie, anche di carattere sanitario. Rafforzando proprio il sistema sanitario nelle carceri, particolarmente in questo periodo.

-Quanti sono i casi di contagio Covid19 tra i detenuti e gli agenti della polizia penitenziaria?

“Ad oggi, i dati aggiornati alla data del
2 novembre 2020, secondo l’ufficio ispettivo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, indicano 395 positivi tra i detenuti e 424 contagiati tra gli operatori.
E solo negli ultimi cinque giorni.”

– Che lei sappia in questa seconda fase intanto sono stati dati dei nuovi permessi speciali di uscita ?

“In relazione all’ultimo decreto, non sono state ancora date disposizioni in merito a nuovi permessi o altro. Anche forse perché è entrato in vigore da pochi giorni. E peraltro temiamo, che abbia poca incidenza rispetto al sovraffollamento ancestrale delle nostre carceri. Problema grave annoso e di difficile gestione. Temiamo invece che con quel provvedimento potranno essere scarcerati, quindi ammessi alla detenzione domiciliare, al massimo, ad essere ottimisti, o tremila detenuti, per cui non crediamo che la misura da sola sia utile a deflazionare la densità detentiva.”

-Le chiedo se a parte il Covid-19 ci siano altre patologie virali, ad esempio la tubercolosi, o se questa sia l’urgenza più temibile.

“All’interno delle nostre carceri ci sono una serie di patologie tutte temibili, perché molto spesso, l’assistenza sanitaria lascia a desiderare e ancor di più a causa di strutture fatiscenti, mal tenute, poco pulite, poco igienizzate e tra le quali come ben dice, fa capolino la TBC che serpeggia negli istituti penitenziari. È chiaro che in una fase di questo tipo, si unisce l’emergenza pandemica, a quella che è un’emergenza come ho detto prima, ancestrale, che si vive costantemente nelle strutture penitenziarie.”