Cinque Metri di guai
Un disegno scellerato, denominato dai suoi autori Completamento del lungomare di San Lorenzo,ma da ridefinire,in termini più chiari,Riproposta di un tragico errore storico, ha sollecitato la reazione di settori consistenti e qualificati della societa’ civile Calabrese e nazionale, impegnati per anni nel tentativo di impedire l’ennesima inutile aggressione del fragile ecosistema litoraneo: un’opera di stampo autostradale larga 17 metri,manifestazione tra l’altro di un atteggiamento sprezzante nei confronti del problema dell’erosione costiera, che si sarebbe abbattuta su altri preziosi spazi dunali di una Calabria martoriata dall’ignoranza ecologica dei suoi amministratori. I riflettori dei mezzi di informazione puntati sulla vicenda hanno sconvolto una prassi consolidata: l’amministrazione comunale di San Lorenzo, fermamente intenzionata ad aggirare il sistema normativo vigente ( Codice dei beni culturali e del paesaggio, QTRP Calabria, direttiva europea Habitat e direttiva Uccelli con le disposizioni nazionali connesse),contava sul favore delle tenebre silenziose che di solito ammantano le complicità isttuzionali, senza le quali forzature capaci di rendere le leggi carta straccia non si possono verificare. In questo caso Città Metropolitana, Regione, Capitaneria di porto e gli altri enti convocati nella conferenza di servizi non hanno trovato nulla da eccepire, e il parere contrario del funzionario di zona della Soprintendenza, giunto in ritardo, è stato rubricato come “favorevolmente acquisito” da un Comune così sensibile ai problemi dell’ambiente e del paesaggio, e invece bisogna finalmente considerare, con le azioni concrete e non con le chiacchiere,un’emergenza da affrontare senza indugi:la distruzione degli ecosistemi locali del mondo è la causa del disastro climatico, della pandemia di questi giorni, della compromissione dei cicli della biosfera e della stessa possibilità di sopravvivere per l’umanità, ormai ridotta al lumicino. Le linee guida dell’ ISPRA sul fenomeno dell’erosione costiera, sottoscritte da tutte le regioni, chiedono a chi governa i territori di farla finita con l’irrigidimento e l’urbanizzazione delle zone prossime alle spiagge: la dinamica costiera, il trasporto di sedimenti e la presenza dunale non possono essere alterati senza gravi conseguenze, anche dii ordine economico. Su San Lorenzo in particolare L’ISPRA ha prodotto una relazione accurata in cui si raccomanda di non manomettere, come aveva fatto il tratto di lungomare costruito nel 2001, una “fascia di rispetto” larga 10/15 metri, da destinare al ripristino delle originarie dune. Un eventuale intervento, dunque, per non accelerare la riduzione della spiaggia,potrà avere una sezione massima di 8 metri. La questione ora sorge perché la Valutazione di incidenza regionale, intervenuta dopo tante tribolazioni, fondata su un quadro conoscitivo tardivo e colpevolmente carente, ha ridotto la sezione di soli 4 metri, consentendo quindi una ancora eccessiva invasione della fascia di rispetto. Ci si poteva attendere dal nuovo funzionario di zona della Soprintendenza, che aveva ricevuto la relazione dell’ISPRA, una difesa del paesaggio attuale (comprensivo anche della duna) e di quello futuro della spiaggia, ma sembra che non abbia sentito la necessità di agire in questo senso. E allora,vista l’ostinazione di chi,raccogliendo la triste eredità dell’amministrazione comunale dimissionaria, insiste a voler spendere nel peggiore dei modi un milione di euro sborsati dai cittadini, non resta che sperare nella giustizia: il ricorso al Capo dello Stato presentato da Italia nostra assistita dall’avv. Angelo Calzone potrebbe avere un esito positivo per il ricorrente, considerando che l’istruttoria del Ministero dell’ambiente ne accoglie tutte le istanze. Solo così finalmente si bonificherà un terreno inquinato, sul quale non ha potuto attecchire la proposta ragionevole delle associazioni di creare uno spazio verde con una strada né impermeabile né sovradimensionata per il transito degli autoveicoli,e solo così i danni ambientali causati dal cantiere aperto ad ottobre del 20019, che ha posizionato marciapiedi e scavi aldilà dei 13 metri, laddove per la stessa valutazione di incidenza non si doveva costruire niente, potranno essere eliminati individuando e condannando i responsabili.
Laboratorio territoriale permanente di San Lorenzo e Condofuri