Ci ha lasciati Andrea Camilleri
Ci ha lasciati Andrea Camilleri, l’amatissimo scrittore dei libri del Commissario Montalbano ( 100 libri e 31 milioni di copie-1,2 miliardi di spettatori per le serie televisive).
Camilleri era nato a Porto Empedocle (Agrigento), ma viveva a Roma da tantissimi anni.
Dal 1939 al 1943, dopo un periodo in un collegio da cui viene espulso, studia ad Agrigento al Liceo Classico Empedocle, dove ottiene la maturità classica, senza dover sostenere l’esame a causa dell’imminente sbarco degli alleati in Sicilia.
Nel mese di Giugno, come lui stesso ricordava iniziava, “una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di paura”.
Si iscrive all’Università (Facoltà di lettere) ma non si laurea.
In seguito si iscrive anche al Partito Comunista.
Inizia a pubblicare racconti e poesie e vince il Premio St Vincent.
Dal 1948 al 1950 studia regia all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e inizia la sua attività di sceneggiatore e regista.
Perde un concorso per diventare funzionario Rai, ma dopo qualche anno inizia a lavorarvi.
Nel 1958 porta in Italia il teatro dell’assurdo di Beckett con Finale di partita, prima al teatro dei Satiri di Roma e poi in televisione con Adolfo Celi e Renato Rascel.
Insegna al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Molte le produzioni Rai di cui si occupa, particolarmente famosi gli sceneggiati del tenente Sheridan con Ubaldo Lay e “Le inchieste del commissario Maigret” con Gino Cervi. Nel 1977 ottiene la cattedra di Istituzioni di Regia all’Accademia di Arte Drammatica. La manterrà per vent’anni.
L’esordio in narrativa è del 1978 con Il corso delle cose, pubblicato da un editore a pagamento, ma non ottiene successo.
Nel 1980 pubblica con Garzanti Un filo di fumo, il primo romanzo ambientato nell’immaginario paese di Vigàta e con questo romanzo vince il Premio Gela.
Per 12 anni non escono più suoi romanzi.
Nel 1992 pubblica per Sellerio La stagione della caccia. Nel 1994 con La forma dell’acqua dà vita al personaggio del commissario Montalbano, protagonista di una nutrita serie di romanzi.
Nasce anche il dizionario di Montalbano da “babbiata” a “cabasisi” e tanti altri nomi divenuti oggetto di simpatiche battute.
Da quel momento la sua produzione è molto ricca e il successo immenso.
Alla fine del 2002, accetta la nomina a direttore artistico del Teatro Comunale Regina Margherita di Racalmuto.
Nell’aprile 2003, in onore a Camilleri, il comune di Porto Empedocle assume come secondo nome «Vigàta».
Il 4 settembre 2008 vince il premio de Novela Negra RBA con un inedito in lingua spagnola dal titolo La muerte de Amalia Sacerdote pubblicato in Spagna nell’ottobre 2008 ed in Italia nel 2009 con il titolo La rizzagliata.
Tra i premi che gli sono stati conferiti ricordiamo il Premio Campiello 2011 alla Carriera e il Premio Chandler 2011 alla Carriera.
Tra le sue opere più recenti che non hanno come protagonista il commissario Montalbano: Il diavolo, certamente (2012), Dentro il labirinto (2012), Il tuttomio (2013), La rivoluzione della luna (2013), Come la penso (2013), Inseguendo un’ombra (2014), Segnali di fumo (Utet 2014), Il cielo rubato. Dossier Renoir (Skira 2014), Andrea Camilleri incontra Manuel Vázquez Montalbán (Skira 2014), La relazione (Mondadori 2015), Il quadro delle meraviglie.
Scritti per teatro, radio, musica, cinema (Sellerio 2015), Le vichinghe volanti e altre storie d’amore a Vigàta (Sellerio 2015) Topiopì(Mondadori 2016), L’ altro capo del filo (Sellerio 2016), La cappella di famiglia e altre storie di Vigàta (Sellerio 2016), La mossa del cavallo (Sellerio 2017), La rete di protezione (Sellerio Editore Palermo 2017), La targa (Rizzoli 2017), Esercizi di memoria (Rizzoli 2017).
Ricordiamo tra le sue produzioni anche La Gita a Tindari e Il cuoco di Alcyon.
Un talento straordinario, che io ricorderò sempre, attraverso uno dei suoi romanzi che più degli altri mi hanno fatto emozionare , sognare e credere che forse le sirene esistono davvero: Maruzza Musumeci.
Addio grande maestro, adesso scriverete su fogli di nuvola con l’inchiostro delle stelle.
Caterina Sorbara