Cgil, Cisl, Uil Calabria: presentato esposto-denuncia su situazione Sanità in Calabria
Situazione Sanità in Calabria e gestione pandemia:
presentato alla Procura della Repubblica di Catanzaro e alla Procura presso la Corte dei Conti
dai Segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil, Sposato, Russo e Biondo,
un esposto-denuncia perché si faccia luce su responsabilità e negligenze.
Martedì 17 audizione con il Ministro della Salute per formulare osservazioni sul Decreto Calabria
prima della conversione in legge
Catanzaro, 13.11.2020 – «Questa mattina – dichiarano i Segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo – abbiamo incontrato il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, Dott. Nicola Gratteri, che ringraziamo, insieme ai suoi collaboratori, per la disponibilità dimostrata, e presentato alla Procura della Repubblica e alla Procura presso la Corte dei Conti un esposto-denuncia sulla questione della Sanità in Calabria.
Lo avevamo annunciato nei giorni scorsi dopo l’incredibile intervista dell’ormai ex Commissario Cotticelli alla trasmissione di Rai 3 “Titolo V”: riteniamo necessario che sia fatta luce su responsabilità, negligenze e inadempienze che, sommandosi alle già gravi criticità del sistema sanitario regionale, hanno fatto precipitare la Calabria, in piena seconda ondata della pandemia da Covid-19, in una situazione molto preoccupante che appare ad un passo dal crollo, come attestano anche le dichiarazioni e le proteste di un personale sanitario allo stremo e le immagini di ospedali in tilt, con pazienti che versano in gravi condizioni, fermi nei Pronto Soccorso.
Il nostro esposto-denuncia – spiegano Sposato, Russo e Biondo – ricostruisce tutta la sequenza dei passaggi compiuti da istituzioni e autorità competenti (Governo, Regione Calabria, Commissario ad acta per il Piano di rientro dal deficit) dall’inizio della pandemia e richiama i nostri interventi, i tentativi di dialogo, le prese di posizione, la manifestazione dell’8 luglio davanti alla Cittadella della Regione Calabria, l’incontro dell’8 settembre con il Ministro della Salute e quanto abbiamo messo in atto sino ad oggi per evidenziare come la situazione stesse precipitando e fosse necessario assumere personale sanitario per colmare i troppi vuoti, potenziare i posti letto in Terapia Intensiva e nei reparti insieme all’assistenza domiciliare ai malati Covid, fare chiarezza sui preoccupanti ritardi nel processare i tamponi. Dopo le sconcertanti e incongruenti dichiarazioni dell’ex Generale Cotticelli abbiamo infatti messo in luce come, nonostante ripetute sollecitazioni ai soggetti attuatori, il “Piano di riordino della rete ospedaliera in emergenza Covid-19” a firma dello stesso Commissario ad acta Gen. Cotticelli, emanato dalla Regione Calabria il 18 giugno 2020 con il Decreto n. 91, nel quale si prevedeva anche l’obbligo per i Commissari Straordinari/Commissioni Straordinarie Prefettizie delle Aziende Sanitarie Provinciali e Ospedaliere del S.S.R. di attuare quanto in esso contenuto, fosse rimasto soltanto sulla carta e come tali gravissime circostanze avessero causato l’inserimento della Calabria nella “zona rossa”, evidenziando un grave rischio per la sanità e la sicurezza pubblica e comportando pesantissime ricadute economiche e sociali.
Nell’esposto-denuncia – proseguono i Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria – abbiamo segnalato come, in questo periodo di Pandemia, oltre ad errori e/o omissioni nella catena di comando e di controllo delle procedure e all’inefficienza organizzativa, si siano rilevati, tra i diversi soggetti attuatori del Piano Anti-Covid, numeri e dati discordanti sui posti letto in Terapia Intensiva, nei reparti, nei numeri dei tamponi effettuati e processati, nonché sull’assistenza domiciliare. Nello specifico, ci siamo riferiti a quanto affermato nel Decreto del Commissario ad acta 18 giugno 2020 34/2020”, dove si legge che: “Si è proceduto a potenziare, per quanto possibile, i posti di letto in terapia intensiva e malattie infettive, con la riqualificazione di spazi disponibili o dismessi e con la contestuale riconversione di molti reparti, sia presso gli Hub che presso gli Spoke dislocati nelle cinque province. Attraverso tale operazione è stato possibile incrementare i posti letto disponibili in Terapia Intensiva di oltre il 65% rispetto al numero di posti iniziale ante pandemia”. Alla luce delle discordanze che stanno emergendo, abbiamo evidenziato anche le dichiarazioni delle Strutture Sanitarie rispetto allo scarto fra le dotazioni di posti letto di Terapia Intensiva dichiarati disponibili e quelli effettivamente disponibili, chiedendo alle Procure di verificare la fondatezza di quanto affermato nel Decreto del Commissario ad acta n. 91/2020 anche in riferimento a questo passaggio: “Per la Regione Calabria la suddetta dotazione determina la necessità di rendere attivi complessivamente, n° 280 posti letto. Le linee di Indirizzo organizzative per il potenziamento della rete ospedaliera per emergenza COVID-19 (art. 2 decreto legge 19 maggio 2020 n.34) emanate dal Ministero della Salute in data 29 maggio 2020, hanno registrato nella Regione Calabria una dotazione attuale di n° 146 posti letto. Pertanto al fine di provvedere al raggiungimento del n. 280 pl previsti si procede all’incremento su base regionale di n° 134 posti letto”. Abbiamo chiesto, quindi, di accertare se la prevista dotazione di n. 146 posti letto di terapia intensiva corrisponda alla realtà, in considerazione di affermazioni diverse provenienti dagli addetti ai lavori che individuano una dotazione realmente disponibile inferiore (nn. 113-120 posti letto in Terapia Intensiva) e se, al contrario, la dotazione di n. 146 posti letto di Terapia Intensiva indicata sia quella già prevista (e mai realizzata) dal Piano di Riorganizzazione di cui al DCA n. 30 del 2016.
Ritardi e inefficienze hanno evidenziato clamorosamente gli errori e gli abusi di questi anni di commissariamento di una Sanità calabrese priva di controllo; ritardi e abusi che, giorno dopo giorno, pesano sulla pelle dei cittadini oramai stanchi e vessati. Quanto accaduto non è accettabile e riteniamo necessario che sia recuperato alla legalità un settore fondamentale per la nostra regione sia sul piano sociale che su quello economico.
Ci siamo, inoltre, riservati di costituirci parte civile nell’eventuale, successivo procedimento penale. Abbiamo deciso di intraprendere questa azione perché lo dobbiamo, per la nostra insostituibile funzione di rappresentanza, ai lavoratori, ai cittadini, alle nostre comunità e alle famiglie calabresi.
Cogliamo l’occasione – concludono i Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria – per annunciare che martedì 17 novembre saremo in audizione con il Ministro della Salute, On. Roberto Speranza, Confederazioni e Federazioni di categoria, per formulare le nostre osservazioni al Decreto Calabria sulle “misure urgenti per il rilancio del sistema sanitario”, prima della conversione in legge.