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Cerra e Tansi: La Calabria ha le carte in regola per poter vantare un’Hydrogen Valley. Ma Spirlì lo sa?

Domani (8 aprile) il premier Mario Draghi incontrerà i presidenti delle Regioni per discutere del Recovery Plan. La bozza del piano italiano, il Pnrr, diffusa nel gennaio scorso e già presentata alla Commissione Europea sarà quindi modificata. E del nuovo documento si parlerà a breve, ossia a fine aprile. Ecco perché noi ci chiediamo che andrà a riferire Spirlì? Cosa proporrà per noi? Di quali programmi e progetti discuterà? Non c’è infatti stato, almeno fino a questo momento, alcun confronto pubblico sul tema e non si conoscono idee e intenzioni della giunta regionale a riguardo. Proviamo dunque noi a dare un utile spunto ai rappresentanti della stessa Calabria.
Come ormai a molti noto una buona parte delle risorse del Piano, in realtà denominato Next Generation Ue, con una dotazione di 750 miliardi di euro di cui 209 destinati all’Italia, ossia circa il 30%, saranno rivolte alla tutela dell’Ambiente, e in modo più specifico alla “Rivoluzione verde” e alla Transizione ecologica. Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza ha peraltro previsto la destinazione di quasi 69 miliardi per Efficienza energetica; Economia circolare, Tutela del territorio e della risorsa idrica.
Sul fronte dell’energia da fonti rinnovabili, grande interesse è in particolare rivolto innanzitutto all’idrogeno verde. E l’Europa punta alla presentazione di progetti innovativi sul versante della cosiddetta Transizione energetica. Da noi vi sono le condizioni per la costituzione di una rete fra Università locali e Centri di ricerca sull’idrogeno verde che rappresenta una nuova frontiera di investimento su una fonte di energia definito ‘l’asso nella manica per la ripresa post Covid’, tanto che il 2 dicembre scorso Eni ed Enel hanno annunciato la costruzione di un primo impianto entro un paio d’anni, gettando di fatto le basi per una struttura pilota in grado di generare idrogeno verde entro il termine del 2022 o metà del 2023 al massimo.
L’Unical, del resto, ha già avviato tale percorso di ricerca firmando nell’aprile dell’anno scorso un accordo con Snam e Registro Navale Italiano (Rina), per accelerare sull’introduzione del gas ‘verde’ nel sistema energetico italiano e abbattere così le emissioni di Co2. L’idrogeno dovrebbe sostituire i combustibili fossili in alcuni processi industriali ad alta intensità di carbonio, come in Siderurgia e nella Chimica, abbassando così di molto le emissioni di gas a effetto serra.
Nello specifico c’è al lavoro il laboratorio DeltaH dell’Unical (uno dei pochi al mondo a poter fare questo tipo di ricerca) e il ‘Distretto tecnologico sui materiali avanzati per le rinnovabili’, con sede a Lamezia. Ma non manca anche il contributo di imprese private come ad esempio il Centro Sviluppo Materiali.
Nel Pnrr si impegnano diversi miliardi per la ‘Promozione della produzione, distribuzione e uso di idrogeno verde’, oltreché per ‘Ricerca e sviluppo nell’ambito dell’idrogeno’, con l’istituzione delle Hydrogen Valley. E la Calabria, una volta tanto, annovera tutti gli elementi, avendo le competenze e una politica energetica appropriata per poterne vantare una.