Cancellati i centri dialisi di Taurianova e di Palmi, mentre continua il calvario degli sventurati pazienti
La delibera n°665 del sette giugno 2021, adottata dal Commissario Straordinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria Dr. Gianluigi Scaffidi, non lascia adito a dubbi. Il reparto taurianovese non viene più considerato fra le Strutture Organizzative Aziendali ed assieme ad esso neanche quello di Palmi. Figurerebbe un solo Centro Dialisi, senza dignità di struttura organizzativa, in carico al Distretto, considerato come un semplice ambulatorio specialistico per visite “occasionali” ed “eventuali”. Sembrerebbe assurdo, ma è così! Attualmente, presso i Centri Dialisi di Taurianova e di Palmi, più di cento pazienti ricevono il trattamento dialitico salvavita stabilmente, tre volte la settimana, vengono seguiti molte diecine di trapiantati del rene e curati oltre mille malati nefropatici in terapia “conservativa”. Che fine faranno questi ammalati? E poi ci sono i pazienti nefropatici in pre-dialisi. Di questi illustri sconosciuti, senza alcuna considerazione da parte dei vertici dell’Azienda Sanitaria Provinciale, non vi è alcuna traccia nel Nuovo Piano Aziendale appena pubblicato. Eppure si tratta di una larga platea di pazienti mentre l’insufficienza renale cronica è ormai considerata malattia sociale riguardando, secondo i dati epidemiologici, il 10% della popolazione generale; si parla di una patologia a forte impatto in termini di mortalità, ospedalizzazione e spesa sanitaria per cui è fondamentale la prevenzione e le cure mirate. Per tutto ciò, i “Centri” presenti sul territorio provinciale esercitano, quotidianamente, il trattamento non solo ed unicamente dei pazienti dializzati (una minoranza!), ma soprattutto dei pazienti nefropatici cronici in pre-dialisi e non solo, anche dei pazienti ipertesi, con calcolosi renale, squilibri elettrolitici, senza considerare le attività di consulenza nei vari reparti di degenza e nelle postazioni di pronto soccorso. Solo nei “Centri” di Palmi e di Taurianova vengono curati più di mille pazienti non dializzati, come dimostra la mole di certificazioni e piani terapeutici redatti. Eppure, secondo il Piano Aziendale, questi pazienti non esistono. I “Centri” sono relegati alla semplice dizione “Emodialisi” appena accennati senza alcun Responsabile, in balia di altri dipartimenti o distretti che non posseggono competenza alcuna in materia. La rete nefrodialitica, con cui si è cercato di dare un impulso per la cura e la prevenzione delle nefropatie all’interno di un modello integrato ospedale-territorio, rimane purtroppo lettera morta. Per le peculiarità uniche delle attività svolte per una reale attuazione della rete nefrodialitica, dovrebbe essere prevista una Struttura Autonoma Dipartimentale a livello provinciale con dei responsabili nei centri periferici che possano gestire le attività nella maniera migliore possibile, senza freni o penalizzazioni continue, che alla fine dei conti vanno a danneggiare prima di tutto il paziente. E anche per non penalizzare e umiliare, per l’ennesima volta, il personale che quotidianamente impegna le proprie energie, da troppi anni, senza alcun riconoscimento professionale. Mentre si auspicava che entrambi i centri dialisi di Taurianova e di Palmi vedessero giustamente riconosciuta, dal “nuovo” Atto Aziendale, la loro attuale e reale dignità di Struttura Organizzativa, arriva l’amara sorpresa: cancellati…! E ciò succede mentre nello stesso Atto Aziendale spuntano strane creature organizzative (ad esempio Struttura Complessa di “ricerca e governo dell’eccellenza”). Verrebbe da chiedersi: ma non è un dovere per tutti impegnarsi metodologicamente su tale fronte…?
Certo è che l’Atto Aziendale deve rispondere ai reali bisogni della particolare utenza (gli ammalati). Sembrerebbe che la Conferenza dei Sindaci non abbia espresso, ancora, un parere. Si auspica che ogni sindaco mediti, attentamente, ed intervenga prontamente… Non è il tempo di “calarsi le brache” di fronte ai bisogni di salute della gente. Non si può accettare che nella delibera di presentazione dell’atto Aziendale sia, esplicitamente, riportato che “l’Atto Aziendale è un work in progress” adattabile al variare della disponibilità di personale. E poiché nei Centri Dialisi di Taurianova e di Palmi il personale è insufficiente per fronteggiare tutto quello che di buono si fa e si vorrebbe ancora accrescere, la soluzione sembra stata trovata: evitiamoci rotture di scatole, cancelliamoli! Definitivamente!
L’incontro di ieri – giovedì 17 giugno corrente, dei Responsabili dei Centri Dialisi interessati con il Direttore Sanitario ASP di Reggio Calabria, Dott. Domenico Minniti – non ha dato gli esiti sperati. Resta la citata delibera dove tutto è scritto chiaro! Intanto il “Piano” è stato inviato al Commissario ad acta Dr. Guido Longo per l’approvazione. Quindi solo il Commissario Longo può bloccare il piano o modificarlo; come dire… noi sventurati pazienti siamo nelle mani di Dio in cui sempre confidiamo, ma siamo anche nelle mani… di Longo (SIC!) Speriamo prevalga il buon senso altrimenti, sprecando le energie per farsi del male, il venditore di vasi e oggetti di terracotta, ’Ntoni u bummularu, chiederà di pagare i danni causati per aver litigato rompendo tutto dentro la sua bottega. È auspicabile si trovi una soluzione apportando al Nuovo Piano Aziendale, almeno, idonee modifiche migliorative senza agire motu proprio, ma ascoltando e recependo le indicazioni di quanti, quotidianamente, operano nel territorio e perciò conoscono, più d’ogni altro, le realtà ovvero le esigenze della particolare “utenza” di cui parliamo.
dr. Pino Pardo,
già dializzato, trapiantato del rene e
già Presidente del Comitato di Tutela “Pro-Centro Dialisi” di Taurianova.