Cambiano i governi, ma la Calabria rimane ferma.

Questo è il tema di un convegno in programma a Lamezia, al fine di stimolare un dibattito complessivo, che coinvolga le istituzioni preposte a partire dalla Regione Calabria e dal Comune di Lamezia Terme, per il ruolo di centralità, quale cerniera della Calabria. La terra dei Greci, degli Enotri, dei Bizantini, dei Bruzi e Garibaldini, di Omero raccontata, deve essere messa nelle condizioni di ripartire; non possiamo più tollerare l’indifferenza e la rassegnazione con cui finora si sono affrontati gli atavici problemi del nostro territorio, Serve insomma un “nuovo Risorgimento Calabrese” O ccorre una volta per tutte, investire nelle sue eccellenze e potenzialità, deve essere data una concreta priorità non i tanti proclami che in questi anni si sono succeduti. Occorre ribadire con forza che il Paese è uno ed uno solo, e non possono esserci le due Italie.

 

Assistiamo oramai e sempre più, ad un decadentismo complessivo allarmante, ad una crisi devastante che dura da troppo tempo e che ha determinato livelli insostenibili di disoccupazione, una forte contrazione dei consumi interni, una pressione fiscale intollerabile, un mare che non richiama turismo, montagne desolate, paesi in abbandono e a rischio idrogeologico, fiumi che tracimano, emigrazione giovanile marcata. Finora, la filiera delle costruzioni è stata senza dubbio, per la Calabria, il settore economico più colpito, con un perdita complessiva di 800mila posti di lavoro tra edilizia e settori collegati, che si affianca. al maggiore tasso di disoccupazione giovanile che in Calabria tocca putroppo il 65%.

In una sola parola, la disoccupazione del nostro territorio, non la si può superare con i cosi detti VOUCHER, (un fenomeno distorsivo che sta intossicando il mercato del lavoro). Come è noto la politica e il legislatore hanno prodotto norme che hanno allargato la legittimazione dei VOUCHER. In otto anni, dalla prima sperimentazione, quando il ticket era previsto solo come remunerazione per lavoretti occasionali di studenti e pensionati e non come lavoro accessorio come è diventato oggi, si è arrivati nel 2015 ad avere 2 milioni e mezzo di lavoratori pagati con 277 milioni di voucher da 10 euro lordi, 7,5 euro netti.  E il trend del 2016 è in preoccupante aumento, già nel primo trimestre di quest’anno sono stati venduti 31,5 milioni di ticket con un aumento del 45% rispetto al 2015. Esempio lampante dell’uso distorto di questo strumento è proprio la Calabria dove si è passati dai 218 voucher venduti nel 2008 a un milione e 340 mila nel 2015.

Insomma la disoccupazione è imperante e le scarse prospettive di futuro portano moltissimi ragazzi ad andare via dalla propria terra. In dieci anni il Meridione ha perso 3,3 miliardi di euro di investimento  in capitale umano e 2,5 miliardi di euro di tasse che emigrano verso le università del nord (dati Censis).

 

Negli atenei del nord, gli studenti che provengono dal Sud sono un esercito di 168 mila ragazzi. Solo nell’ultimo anno 31 mila giovani sono andati a studiare all’estero o nelle Università del Centro-Nord. Spesso, dunque, non bastano risorse, occorre una classe dirigente capace di progettualità ad ampio respiro, competenza tecnica e di controllo sull’efficacia della spesa. Tali interventi devono essere supportati da azioni concrete sulle infrastrutture materiali ed immateriali, e questo lo si può fare con una nuova mentalità e con una formazione universitaria che rimanga in Calabria.

Chi vive in questa regione deve essere libero e non prigioniero della propria terra. La questione della Calabria è strettamente legata al tema dei trasporti e della logistica e non è più rinviabile l’immediata cantierizzazione dei lavori delle opere di completamento e di ammodernamento dell’A3, con particolare riferimento ai tratti Cosenza Sud, Altilia Murano Castrovillari, Sibari, Pizzo Sant’Onofrio.

Insomma se la Calabria non riparte, resteremo prigionieri della nostra terra, che vede sempre più i propri figli partire e chi rimane invecchia.

Lamezia Terme 6.7.16                                                         Calabria al Centro: Capo Gruppo Consiliare

                                                                                                                   Salvatore De Biase