Cambia il quadro geopolitico internazionale alla luce realistica della pandemia. Di Al. Tallarita
Una più attenta analisi strategico politica, ci pone davanti a una verità dovuta alla situazione pandemica internazionale. L’approccio nazionalistico e pertanto sovranista, decade davanti alla necessità di affrontare in modo globale una pandemia. Che, per ironia della sorte, è divenuta tale proprio per un movimento globalista, di merci, di persone, di animali e la gestione di questa pandemia, avrà ripercussioni sulla vita delle Nazioni per molto tempo. Ciò perché ogni nazione, ha risposto in maniera diversa e ha cercato di mantenere alto il proprio potere. Ma a quanto pare, poi questo è risultato facile solo a chi quest’obiettivo lo ha sempre avuto chiaro. Come per esempio la Cina. Che nonostante l’iniziale boom pandemico, ha risposto. Con chiusure forzate immediate (a suon di esercito), attraverso la propaganda mediatica, con una risposta sanitaria, il controllo sul territorio. Colmando il GAP iniziale specialmente nei confronti della visibilità delle altre potenze internazionali. Sottolineando un modello di efficienza. (A prescindere da quello che poi non hanno in realtà mostrato alla comunità internazionale). Continuando inoltre, in tale propaganda nazionale, attraverso “la via della seta della salute”, sviluppatasi per aiutare gli altri Stati, fra cui la stessa Italia, (dove se uno non avesse voluto notarli, è stato palese quanto l’apporto dei paesi comunisti, sia stato immediato, veloce e pubblicizzato..alla risposta di richieste di aiuto..). Seppur l’Italia quei materiali innCina, li avesse a sua volta inviati a inizio pandemia, probabilmente gratis.
E oggi come escono le nazioni da questa pandemia?.. Ne escono male, molto male. L’ Europa stessa ha dovuto cambiare strategia ..e oggi ci si chiede perché alcuni importanti partiti cambino strategia, nei confronti dell’Europa… Perché anche i paesi apparentemente solidali, per esempio si sono opposti all’invio di aiuti economici ‘free’ da inviare in Italia. E allora è ovvio che poi l’atteggiamento debba cambiare, che bisogna diventare più realistici, più pragmatici possibile, entro un’ottica comunque liberale. Inoltre si è visto come avere una strategia comune dall’inizio, fosse necessario. Come lo è adesso. Ecco perché il fuoco sovranista, che abbiamo visto negli ultimi cinque anni, ha cominciato ad affievolirsi. E tanto in politica quanto socialmente, proprio per la venuta e la gestione della pandemia. E davanti la realtà è l’evoluzione degli eventi, anziché pensare al passato, bisogna guardare al presente . E realisticamente prendere delle decisioni. Accettare delle evoluzioni, dei cambiamenti. Ci sono eventi che cambiano definitivamente il corso delle cose, a volte sono previsibili a volte no. Sull’origine di questo virus continueremo sempre ad avere dei dubbi, nonostante la possibilità del ‘salto di specie’, e corresponsabilità dell’aumento della temperatura globale (sto ultimando un articolo su questo alla luce dei più recenti studi). L’approccio alla pandemia, molti studiosi di strategia politica lo sottolineano, ha ridefinito i profili di alcune nazioni importanti, che segnano anche il destino delle altre. Come è stato infatti per l’America. Così che le politiche internazionali alla luce di tutto questo, verranno a modificarsi. E l’Italia si trova in una posizione particolare rispetto a tutto questo. Oltre ad essere stata inizialmente lasciata sola..Ha risposto a suo modo.. con un governo politico poco preparato e adeguato, a una tragica situazione come questa. E oggi si trova alle prese con la formazione di un nuovo governo del Presidente, con a capo un grande economista, Mario Draghi. Figura che ovviamente sarà ben accoltaL dentro e fuori la nazione. L’Italia si trova in una posizione in cui probabilmente potrà dirigere la nuova voce dell’Europa, che inizialmente ha fatto degli errori. Come il fatto di non essere subitaneamente intervenuta con risposte europee, corali, alla pandemia che stava avanzando. E lasciando gli Stati ognuno per sé. Muterà per tali ragioni, la direzione che l’Europa prenderà rispetto alle grandi potenze internazionali. Perché la venuta della pandemia, cambierà completamente i quadri geopolitici, delle Nazioni che più sono state piegate dalla malattia e dalle perdite sociali. Accompagnate, ad una non meno grave, perdita economica. Che trasforma anche i rapporti economici internazionali.
Ora il destino beffardo vuole, che per rispondere a una situazione pandemica globale, che probabilmente vede le sue radici proprio nei difetti di questo globalismo esasperato e dei suoi effetti ambientali, la risposta, per la sua risoluzione, sarà forzatamente globale. Anche per affrontare i gravi drammi che questa comporta. Dovuto a questa interdipendenza che si crea tra Nazioni molto distanti fra loro, così come per gli spostamenti di merci, di uomini e altre specie animali.
E dunque nella storia, saranno da rintracciare le linea del comportamento da mantenere nel futuro. E prepararsi così ad affrontare la venuta di malattie infettive di questo tipo. Probabilmente sempre più numerose e così come del tipo di atteggiamento sociale da tenere. La resistenza, la resilienza, che è il comportamento per il quale si riesce a sopportare fino a che il livello di emergenza non rientri. E allora si intensifichi la ricerca medica e l’utilizzo delle scoperte tecnologiche, anche alla luce di queste novità. Per essere pronti a rispondere a livello mondiale a tali eventi, disastrosi per l’umanità.