Calabria zona rossa
La Sars Cov 2 ha trovato la sanità calabrese governata prevalentemente dal ministero della Economia e Finanze, attraverso un decennale commissariamento impegnato in un risanamento finanziario che, tra l’altro, non è stato raggiunto e con debiti verso i fornitori che superano il miliardo e 100 milioni di euro. E la bozza del “Decreto Calabria” proroga il commissariamento della sanità calabrese per altri due anni.
In questi mesi si sarebbe potuto favorire la medicina di prossimità attraverso la riconfigurazione del presidio del territorio con una riforma chiesta già 11 anni fa.
L’incremento, in alternativa e emergenza, di 134 posti letto di terapia intensiva e 136 di semintensiva nelle varie aziende sanitarie non è avvenuto, nonostante a giugno e a luglio il commissario ad acta abbia firmato due decreti che prevedevano 51 milioni di euro di fondi. In nove mesi sono stati realizzati solo sei nuovi posti letto.
Ora la Calabria ne paga le conseguenze, rischiando di esser dichiarata zona rossa regionale.
Le ripercussioni di tale decisione sulla vita e sull’economia della Regione le possiamo al momento solo immaginare.
Chiediamo con forza al Governo di definire quanto prima un programma concreto di intervento per supportare la Regione nella gestione della pandemia, delle sue conseguenze e, altrettanto rapidamente, il percorso di accompagnamento alla normalizzazione della gestione sanitaria regionale, da devolvere – finalmente – di nuovo al titolare costituzionale, la Regione.
Coordinamento Regionale Calabria