Calabria, non bastano solo i nuovi commissari, serve un progetto per la sanita’ Regionale
FISMU: PIÙ PERSONALE, RIORGANIZZAZIONE E NOMINE DEI RESPONSABILI DEI PRESIDI OSPEDALIERI E DEI DIPARTIMENTI
30 maggio – Parte la “giostra degli incarichi commissariali” nella sanità Calabrese e, come consuetudine, si ripetono errori in assenza di una programmazione del personale e una politica di rilancio di uno degli snodi strategici della nostra Regione. Questa la preoccupata riflessione del segretario nazionale di Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu, Francesco Esposito, in occasione delle nuove nomine dei commissari nelle varie aziende Ospedaliere e sanitarie.
Esposito, “coglie l’occasione per sottolineare ancora una volta come sia necessario ed improcrastinabile precedere celermente con l’adeguamento delle piante organiche nei vari ospedali della regione che sono in grave carenza”, e sottolinea altresì “come sia indispensabile procedere ad una nuova organizzazione dei presidi ospedalieri, ottimizzando al massimo le risorse umane attualmente disponibili, rinforzando i settori in affanno e operando nel caso dei tagli in quei settori (pochi a dire il vero) che sono superflui in questo momento storico”.
“C’è bisogno del pieno rispetto delle regole e delle normative vigenti – ha continuato il segretario nazionale Fismu – a cominciare dunque dalla riorganizzazione dei dipartimenti, con la nomina dei nuovi responsabili, come previsto. Si pensi, per esempio, all’azienda ospedaliera di Cosenza dove, nonostante ci siano le professionalità con i requisiti richiesti, il responsabile del dipartimento cardio toraco vascolare è stato incaricato ad interim anche per il dipartimento di chirurgia, creando non poca confusione e malumori. Da oltre due mesi alcune liste di attesa per interventi chirurgici sono ferme per palese carenza organizzativa”.
“La nomina dei capo dipartimento (o la riconferma di chi ha ben operato) – conclude Esposito – darà sicuramente nuovo slancio e nuova linfa. La sanità in Calabria è al palo da troppo tempo, bisogna dare un segnale forte con nuova energia e nuove idee. Gli operatori, ma soprattutto i pazienti sono stanchi di aspettare”.