Bonus edilizi e superbonus: al di là delle truffe il problema risiede nelle banche e nello Stato
La recente evoluzione normativa dei bonus edilizi è molto più complessa di come la dipingono i nostri politici. Un provvedimento cardine come quello dei bonus infatti, si sta velocemente tramutando in un gigantesco flop a danno dell’economia e del settore edilizio e conseguente truffa legalizzata a danno degli onesti ovvero di tutta la parte sana dell’economia del settore.
Che lo stato Italiano non sia stato in grado di normare adeguatamente, sin dall’origine, i Bonus edilizi oramai è sotto gli occhi di tutti.
Quello Stato che poi, per non smentirsi nelle sue infinite nefandezze ed incapacità, ha scorrettamente modificato in corsa le regole del gioco e, con il cosiddetto decreto “Sostegni ter”, ha di fatto creato un corto circuito che sta travolgendo e calpestando tutti quegli addetti ai lavori che, in buona fede, si sono già esposti in contratti, esecuzioni lavori, acquisti, assunzioni, tasse, ed oggi rischiano di fallire per mancanza di liquidità.
Un disastro economico e presto, con tutti i licenziamenti che avverranno, anche sociale e per le casse dello Stato che, inesorabilmente, dovrà far fronte alla massiva disoccupazione già all’orizzonte, attivando gli ammortizzatori sociali.
Senza contare l’elevato numero di contenziosi che vedrà protagonisti imprese esecutrici e committenti proprietari, gli uni per recuperare le somme derivanti dallo sconto in fattura non monetizzato dalle banche a seguito di agevolazioni spettanti e fruite dai beneficiari originari (proprietari degli immobili) e gli altri per difendere un diritto che lo Stato, con l’emanazione di ingiuste norme imperative in corsa, gli ha di fatto reso impossibile ottenere.
La domanda nasce spontanea, ma lo Stato si è reso minimamente conto che i proprietari committenti corrono il serio rischio di perdere gli immobili?
L’impianto normativo sui bonus edilizi non ha certamente smentito il modus operandi italiano, in quanto il Superbonus 110 è nato già perfettamente normato con certificazioni e asseverazioni da produrre per aver accesso alle agevolazioni. In pratica per riscuotere il credito del 110% bisogna redigere e consegnare una pila di documenti che fa invidia a un notaio.
Per i cosiddetti bonus secondari (90%, 65%, 50%) invece, l’impianto normativo e procedurale è stato inesistente tanto da lasciarli liberi da ogni qualifica di esecuzione, controllo di costo e regole di cessione.
Per il Superbonus 110 alcune banche, fiutata la possibilità di fare business, hanno autonomamente istituito delle complesse piattaforme senza la dovuta trasparenza sui tempi di cessione. Invero queste ultime risultano congelate nel sistema!
Poco male, tenuto conto che Poste Italiane e, quindi, la Cassa depositi e prestiti e, quindi, lo Stato Italiano, ha consentito, per quasi tutto il 2021, una agevole e veloce procedura sulle cessioni, senza alcun controllo di regolarità delle stesse.
Ciò ha praticamente spalancato le porte ad ogni truffaldino affarista italiano e perché no anche di altra nazionalità.
Parliamoci chiaro, è stato chiaramente da tutti compreso che il nostro primo ministro ha giocato da attore protagonista ed ha sentenziato ingiustamente che dal commercio dei crediti fiscali lo Stato ha tutto da perdere. Da questa imperativa ed errata interpretazione del nostro premier hanno avuto origine le inaspettate modifiche “in corsa” scritte nel decreto “Sostegni ter” oggi convertito in legge e che consegna di fatto tutti i bonus solo ed esclusivamente nelle mani delle banche, lasciate libere di cedere altre due volte ad altre banche il credito fiscale acquisito e speculare come meglio credono sui tempi di cessione e tassi d’interesse sui finanziamenti.
E Poste italiane e Cassa depositi e prestiti? Hanno serrato i rubinetti ad imprese, professionisti e fornitori mantenendoli limitatamente aperti solo ai committenti facoltosi. In altre parole? Stiamo per assistere al collasso del sistema.
Pertanto chiediamo trasparenza e tempi certi sulle cessioni bancarie.
Chiediamo la possibilità di rivalutare i tempi dei bonus edilizi, soprattutto delle unifamiliari che sono in scadenza.
Chiediamo, infine, la possibilità di dare vita ad un meccanismo automatico di adeguamento dei contratti ai prezzi correnti di mercato sulla scorta del modello di compensazione alla francese con un delta + 24 per ogni contratto stipulato e da stipulare.
Maria Elena Senese
Segretario generale
FenealUil Calabria