Bologna, rinasce il Partito Comunista Italiano
Dopo un lungo ed entusiasmante processo costituente è rinato, a Bologna, lo scorso fine settimana, il Partito Comunista Italiano.
A 25 anni dallo scellerato e nefasto scioglimento del PCI, avviato proprio a Bologna dall’allora segretario Occhetto, anni nei quali l’arretramento delle condizioni e delle conquiste sociali delle lavoratrici e dei lavoratori del nostro Paese sono state enormi, si è deciso di ridare vita, senza nostalgia o passatismo, al nuovo PCI che sarà guidato dal compagno Mauro Alboresi, eletto Segretario nazionale del Partito.
La prova concreta della bontà dell’operazione, molto attesa da un vasto mondo di comuniste e comunisti che, dopo tante rotture e scissioni, auspicano finalmente un processo unitario, è costituita dalla vastissima presenza di giovani, ragazze e ragazzi, che hanno aderito al Partito costituendone l’ossatura.
Il nuovo PCI nasce con un programma chiaro, semplice e senza fronzoli politichesi fondato su limpide parole d’ordine:
*la sanità deve essere pubblica, gratuita e di qualità per tutti i cittadini e, pertanto, si lancerà una battaglia politica che propone l’abolizione di tutti i ticket e gli esosi balzelli a carico dei cittadini;
* la scuola deve essere pubblica, gratuita e di qualità, annullando le sedicenti riforme che hanno letteralmente massacrato la scuola italiana;
* un reddito minimo garantito che possa costituire uno strumento per affermare la dignità, anche materiale, delle persone;
* un piano per il lavoro per combattere la disoccupazione, soprattutto giovanile, unitamente all’abrogazione del vergognoso jobs act renziano e al ripristino dell’art. 18, alla riduzione dell’orario di lavoro e al rilancio dei diritti del lavoro contro la precarizzazione e la cancellazione delle tutele sociali;
* una presa di distanza chiara e netta nei confronti di questa Europa che i comunisti considerano irriformabile essendo diventata una costruzione contro i popoli che fa solo gli interessi delle banche, della finanza e del capitale;
* uscire dalla Nato, anacronistico e inutile orpello di un equilibrio mondiale creato nel dopoguerra e oggi non più esistente che, ormai, rappresenta esclusivamente uno strumento dell’imperialismo;
* strenua difesa della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, oggi pesantemente minacciata dalla “deforma” Renzi-Boschi-Verdini: il PCI è già in prima linea e sarà impegnato in maniera forte e straordinaria nell’imminente battaglia referendaria per dire NO alla demolizione della Carta Costituzionale voluta dal PD.
Insomma, è nato il nuovo PCI che vuole rappresentare il Partito che molti, moltissimi uomini e donne del Paese, attendevano e del quale si sentivano orfani.
Con grande orgoglio evidenziamo il ruolo fondamentale che i comunisti calabresi hanno avuto sia sulle scelte ed opzioni politiche che nella struttura dei gruppi dirigenti.
Infatti, su proposta del segretario Alboresi, Michelangelo Tripodi è stato eletto componente della nuova Segreteria Nazionale del PCI.
Si tratta di un ruolo di primissimo piano che premia l’impegno, la dedizione e la coerenza di Michelangelo Tripodi che, con tenacia, ha lavorato per la costruzione del PCI.
Inoltre, la Calabria ha espresso ben 16 componenti del Comitato Centrale, il massimo organo dirigente del PCI, che sono: Michelangelo Tripodi, Giovanna Aurora Corso, Lorenzo Fascì, Rosanna Femia, Antonella Folliero, Giovanni Guzzo, Nicola Limoncino, Silvia Martino, Fabio Russo, Antonio Sgambelluri, Francesco Stilo, Francesco Talia, Ivan Tripodi, Michele Tripodi, Saverio Valenti e Carmela Vommaro.
Reggio Calabria, lì 28 giugno 2016
IL COORDINAMENTO REGIONALE DEL PCI DELLA CALABRIA