Bando marchi grandi eventi della Regione Calabria,partono ricorsi al Tar e denunce

Ricorsi al Tar e denuncia querela per la Regione Calabria accusata di gravi irregolarità nel Bando Marchio Grandi Eventi 2020, è questo in sintesi quanto hanno annunciato oggi in conferenza stampa tre protagonisti storici del mondo culturale e dello spettacolo dal vivo calabrese: Francesco Pollice, Ruggero Pegna e Sergio Gimigliano, rispettivamente organizzatori e direttori artistici di Ama Calabria, Fatti di Musica e Peperoncino Jazz Festival, oltre a numerosi altri eventi firmati nella loro attività ultratrentennale. Impossibilitata a partecipare Tonia Santacroce, direttrice artistica del Festival d’Autunno, già promotrice di un proprio ricorso al Tar.
Numerose le denunce dei tre operatori, a cominciare da un’accusa alla politica di questa amministrazione regionale, a loro dire “capace di danneggiare gravemente un’autentica industria dello spettacolo dal vivo, costruita con grandi sacrifici, che in Calabria ha garantito i grandi eventi, numerosi festival e, al contempo, ricadute di ogni tipo, da quella occupazionale a quelle strettamente legate alla promozione del territorio, dell’immagine e di molto altro”.
“Incredibile che – hanno sottolineato – invece di sostenere i 12 festival già vincitori di vari bandi, ultimo dei quali il triennale per Grandi Festival Internazionali Storicizzati del 2017, come sarebbe stato logico in un‘ottica di ulteriore potenziamento e storicizzazione, abbiano escluso quelli che rappresentano proprio la storia stessa dello spettacolo musicale dal vivo in Calabria nei vari generi, dal pop, alla musica d’autore, dal jazz alla musica classica”.
“In pratica – hanno affermato – per sostenere tutti i grandi festival calabresi hanno stanziato appena 2milioni di euro, cioè lo stesso importo di quattro minuti di uno spot talmente deludente da doverlo rifare e che, per la sua messa in onda, richiederà altri svariati milioni di euro, peraltro, contrariamente a tutti noi, senza alcun avviso pubblico o manifestazione d’interesse!”.
Francesco Pollice ha dettagliatamente illustrato tutto il viatico di questi mesi: “Benché l’Avviso Pubblico, al punto 16, prevedesse l’approvazione della graduatoria provvisoria entro 30 giorni dal termine per la presentazione delle domande (ovvero le 12,30 del 28 luglio 2020), tale graduatoria è stata pubblicata soltanto con D.D. n 3470 dell’1 aprile 2021. Più precisamente il punto 16 dell’Avviso diceva testualmente: ‘La durata del processo di esame delle domande non si protrarrà oltre i 30 giorni dalla scadenza dell’Avviso, e comunque in tempo ragionevole rispetto al numero di domande pervenute’. In realtà, con Decreto Dirigenziale n. 9591 del 21/09/2020, la graduatoria che era stata predisposta nei tempi previsti, entro metà settembre, è stata clamorosamente “annullata” ed è stata finanche rimossa l’intera Commissione che aveva in gestione il procedimento, insieme al Rup e poi, addirittura, alla Direttrice del Dipartimento.”. Tale susseguirsi di gravissimi episodi, mai chiariti, rimarcano Pollice, Pegna e Gimigliano, hanno gettato sin da subito gravi ombre sull’operato regionale.
“Successivamente, solo dopo diversi mesi – ha proseguito Pollice – è stata nominata una nuova Commissione, formata da figure professionali prive di specifiche competenze in materia, esperte in dissesti idrogeolici e sismici, problemi ambientali ed ecologici, che ha provveduto a redigere una nuova graduatoria provvisoria pubblicata con D.D. n 3470 dell’1 aprile 2021, peraltro confermando di non conoscere affatto la materia oggetto di Avviso.”.
A Francesco Pollice è seguito l’intervento di Ruggero Pegna. “Senza voler sottolineare i macroscopici errori valutativi da parte della Commissione, che saranno oggetto di autonoma censura innanzi al competente TAR – ha sottolineato Pegna, richiamando la denuncia querela predisposta dal suo legale Tiziano Lio – mi preme richiamare l’attenzione sull’abuso del potere discrezionale e della totale incompetenza da parte della Commissione, che non solo ha inizialmente escluso il mio festival Fatti di Musica, omettendo di riconoscere il valore, il pregio artistico e la storicizzazione di un progetto realizzato in Calabria da ben 35 edizioni, e che può fregiarsi del riconoscimento di Evento Culturale Storicizzato regolarmente attribuito dalla stessa Regione Calabria in ogni sua edizione, ma che, una volta riconosciuta l’ammissibilità della domanda, ha arbitrariamente e deliberatamente attribuito un punteggio minimo, disponendone comunque l’esclusione di fatto, stante l’infinanziabilità dello stesso, approvando incomprensibilmente una graduatoria definitiva riportante un’attribuzione di punteggio totalmente errata e forzatamente sbilanciata. Stessa cosa incredibilemnte avvenuta anche per il festival del Comune di Reggio, del quale sono il direttore artistico, al quale non è stata neppure riconosciuto il valore/punteggio storico del Castello Argonese”.
Altro elemento sottolineato da Pollice e Gimigliano, posto da Pegna all’attenzione della Procura “l’evidente abuso commesso nell’escludere anche i progetti che, sebbene ritenuti ammissibili e finanziabili, non fossero stati realizzati entro il 31 dicembre 2020. Paradossalmente – concordano tutti – la Regione ha inteso finanziare progetti da centinaia di migliaia di euro solo se già realizzati, ignorando che proprio la conoscenza dell’ammissibilità dei progetti fosse condizione imprescindibile per la realizzazione degli stessi. Il grave ritardo di circa un anno con cui la Regione ha approvato la graduatoria – secondo tutti gli esclusi – imponeva uno slittamento di tutti i termini mentre, al contrario, la Regione ha voluto porre tale assurdo ed incomprensibile vincolo con l’evidente fine di escludere anche i progetti ammissibili e finanziabili.”.
Sulla base di quanto esposto, infine, ritenendo che siano stati commessi gravi abusi e irregolarità nella gestione dell’Avviso, per tutti i reati ravvisabili, Ruggero Pegna ha confermato di aver proposto formale atto di denuncia/querela alla Procura della Repubblica di Catanzaro, dichiarandosi disponibile ad essere ascoltato sui fatti esposti ed a fornire ogni elemento e/o documento utile alle indagini.