Aumenta la disabilita’ in Calabria. La scuola deve essere piu’ inclusiva
Il tema della disabilità continua ad essere uno dei più difficili da affrontare nel nostro sistema scolastico, nonostante l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità costituisca da tempo un punto di forza del nostro sistema educativo. Pesano nell’economia del discorso i pesanti tagli che negli ultimi anni sono stati operati sui capitoli dell’ istruzione, della sanità e del welfare. Effetti che rischiano di fare imboccare alla scuola la via dell’”esclusione” più che della piena inclusione degli alunni con disabilità un obiettivo che la scuola dell’autonomia in questi anni ha perseguito attraverso una intensa e articolata progettualità, che spesso non ha trovato e non trova sul territorio riscontri in termini di piena disponibilità ,adeguate risorse e razionali strategie interistituzionali.
Anche se esiste una normativa che esige la piena inclusione scolastica , sono evidenti e persistenti da tempo varie criticità di non poco conto, dalla insufficiente assistenza in classe alla presenza di barriere architettoniche,alla carente formazione degli insegnanti di sostegno, agli inadeguati e talvolta assenti servizi di supporto.
Intanto nelle scuole italiane aumenta di anno in anno il numero degli alunni disabili.
CONTINUO AUMENTO DELLE DISABILITA’
Secondo l’ultimo aggiornamento del settembre scorso effettuato dal Ministero dell’Istruzione nel corrente anno scolastico gli alunni disabili presenti negli istituti italiani di ogni ordine e grado statali sono 245.723, sul totale di una popolazione scolastica di 7.682.635 allievi, con un incremento di 11.065 unità rispetto all’anno precedente. Nell’anno scolastico 2007/08 erano 174.404. Sono concentrati per lo più nella scuola primaria 89.029, segue la secondaria di II grado con 68.437, la secondaria di I grado con 66.823 ed infine la scuola dell’infanzia con 21.434 .
ANCHE IN CALABRIA E NELLA PROVINCIA DI REGGIO
Nelle classifica delle regioni italiane sui numeri della presenza degli allievi disabili la Calabria si colloca al decimo posto con 7.778 unità 7.084, su un totale di popolazione scolastica di 275.748 allievi, 384 scolari in più rispetto all’anno precedente; un incremento continuo come si può ben notare (erano 6.591 nel 2014/15; 6.457 nel 2013/14; 6.224 nel 2012/2013 ).
Nella nostra regione gli allievi in questione sono così distribuiti:nella scuola dell’infanzia 705, nella primaria 2.581, nella scuola media di primo grado 2.121, nelle scuole superiori 2.371.
Gli allievi portatori di handicap nelle scuole della provincia di Reggio Calabria sono in tutto 2.799 ,così distribuiti: 193 nelle scuole dell’infanzia,967 nella primaria, 828 nella media di primo grado, 811 nelle superiori.
AUMENTA ANCHE IL CONTINGENTE DEGLI INSEGNANTI DI SOSTEGNO
Ma, aumenta, al contempo, il contingente dei docenti di sostegno: questa figura è molto importante non solo per il processo formativo dell’alunno disabile, ma anche per promuovere il processo di inclusione scolastica. Sempre secondo dati ministeriali nell’anno in corso i posti di sostegno risultano in totale 141.412, di cui 41.3322 in deroga.
In Calabria i posti di sostegno risultano 4.443, di cui 482 in deroga. Si prendono cura ogni giorno di bambini e ragazzi con i disturbi più disparati e mandano avanti la scuola italiana, contribuendo a realizzare quella che in Europa definiscono una eccellenza del sistema scolastico italiano. Certo non tutti i numeri sono positivi, nel senso anche che troppo docenti, almeno il 40% del totale, sono ancora precari.
Tuttavia, come risulta dai dati del Miur il rapporto medio è di 1:2 ,cioè di un insegnante specializzato per due alunni con disabilità ,in quest’anno scolastico, si è ridotto a 1:1,69.
AREA DELLA DOCENZA DI SOSTEGNO
L’area della docenza di sostegno ,comunque,si presenta ancora con forti problematicità: ampia presenza di personale precario, non pochi incarichi conferiti a personale privo di titolo di specializzazione, turn over “selvaggio” dovuto al meccanismo di assegnazione annuale fuori organico (deroga).
E’ un tema questo su cui ha acceso un faro di recente anche la Corte dei Conti. Nella sua relazione sull’inclusione degli studenti con disabilità e i bisogni educativi speciali i magistrati contabili sottolineano la farraginosità della normativa e la frammentarietà dei finanziamenti.
Non poche, dunque, le criticità. I paradossi non mancano:dallo scarto notevole fra il fabbisogno stimato e quello rilevato, che condanna migliaia di insegnanti a una sorta di precarietà strutturale;alla limitata offerta formativa per l’acquisizione dei titoli di specializzazione , mentre si è costretti ad assegnare buona parte delle supplenze a docenti non specializzati.
Per correre ai ripari il Ministro della P.I., Marco Bussetti, ha chiesto al MEF l’autorizzazione ad assumere altri 13mila professori di sostegno ed è pronto a bandire un Tfa per 5mila posti nell’infanzia e nella primaria.
Ben vengano, dunque, proposte risolutive per aumentare, stabilizzare e qualificare detto personale, ma sembra arduo immaginare una riduzione dei docenti compensata dall’idea del sostegno “diffuso”: in quasi tutti i casi di disabilità non siamo in presenza solo di problemi di natura apprenditiva e cognitiva (in questi casi le misure compensative adottabili in classe dai docenti di base potrebbero rivelarsi molto efficaci), ma anche di una “materialità” delle cure educative da rivolgere ai disabili: bisogni fisici (deambulazione, pulizia, alimentazione), tempi più abbreviati di attenzione, mancanza di autonomia, esigenze di interazione tonico-affettiva continuativa, ecc.
Ecco perché non si può ignorare l’esigenza di una presenza supplementare di personale:educatori, personale assistenziale. Si tratta però di risorse non facilmente disponibili. C’è infatti una scarsità di strumenti e ausilii adeguati.
IL DETTAGLIO DELLE TIPOLOGIE DI DISABILITA’
Entrando nel dettaglio delle tipologie di disabilità, occorre distinguere fra disabilità visiva, uditiva e psicofisica. La disabilità psicofisica si specifica in disabilità intellettiva, motoria e nella tipologia “altra disabilità”, all’interno della quale vengono considerati gli alunni con problemi psichiatrici precoci, con disturbi specifici di apprendimento – qualora certificati in conformità con altri disturbi – e con sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Per tutti gli ordini e gradi di scuola, la disabilità intellettiva rappresenta la tipologia più diffusa, contando il 65,3 % del totale degli alunni con disabilità, e il 27% si caratterizza per problemi psichiatrici,deficit attenzione,iperattività. Minori sono le percentuali degli alunni che hanno una forma di disabilità motoria, visiva o uditiva: gli alunni con disabilità motoria sono circa il 3,5% del totale, gli alunni con disabilità uditiva sono circa il 2,7% del totale e gli alunni con disabilità visiva si approssimano all’1,6 % del totale degli alunni con disabilità.
Analoga situazione è riscontrabile nella provincia di Reggio Calabria dove prevale la minorazione psicofisica.
Nell’infanzia i disabili psicofisici sono 188, più quattro della vista e uno dell’udito. Nella primaria i disabili psicofisici risultano 932, della vista 12 e 23 dell’udito. Nella secondaria di I grado gli allievi con minorazione psicofisica sono 797, dell’udito 18 e della vista 13.Anche nelle scuole superiori la prevalenza riguarda i disturbi psicofisici con 77 presenza,seguono i minorati dell’udito 18 e della vista 16.
RILEVANTI ANCHE I NUMERI RELATIVI AI DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO- DSA E BES
Sopravanzano anche nelle statistiche i dati relativi ai disturbi specifici dell’apprendimento.
Nelle scuole italiane sono 254.614 gli studenti con Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa), cioè il 2,9% del totale degli iscritti allo scorso anno scolastico. La dislessia, ovvero la difficoltà legata alla lettura, è il disturbo più diffuso (oltre il 40% dei casi), seguito da disortografia e discalculia, che riguardano invece le capacità di scrittura e calcolo. Sono i dati che emergono dall’ultimo focus sugli alunni con Dsa nell’anno scolastico 2016/2017 pubblicato dal MIUR.
A livello territoriale, l’incidenza dei Dsa è maggiore nelle regioni del Nord-Ovest (4,5% di alunni) , seguite dalle quelle del Centro (3,5%), del Nord-Est (3,3%) e del Sud (1,4%).
I valori più elevati – sottolinea il ministero – si rintracciano in Liguria (4,9%), Valle d’Aosta (4,8%), Piemonte e Lombardia (entrambe 4,5%). La percentuali più bassa, invece, si rileva in Calabria (0,7%).
In effetti, dopo il ritardo mentale nella tipologia dei problemi degli alunni con disabilità risulta al secondo posto il disturbo specifico dell’apprendimento. Certo prima arriva la diagnosi anche in seconda e terza elementare meglio è per tutti.
Questa difficoltà, purtroppo, è sempre più spesso causa di diagnosi errate. In tutte le scuole elementari del Paese la dislessia viene diagnostica al 20% dei bambini che la frequentano, percentuale che non rispecchia la realtà e spesso i bambini si ritrovano dirottati su percorsi alternativi come portatori di una disabilità che non hanno.
Riconoscere, perciò, precocemente i DSA è fondamentale ma è necessaria una formazione specifica del personale coinvolto, che offra gli strumenti adeguati per cogliere i primi segnali e d’ effettuare gli interventi opportuni.
Il Miur ha introdotto negli ultimi anni il riconoscimento degli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES),ovvero degli individui che con continuità o temporaneamente manifestano esigenze didattiche particolari ,dettate da cause fisiche ,psicologiche ,sociali, fisiologiche o biologiche.
Tale riconoscimento estende a tutti gli studenti che presentano difficoltà nell’apprendimento, che non sono certificabili ma che comunque sussistono, il diritto a ricevere una didattica personalizzata, così come previsto dalla Legge 53/2003 e dalla D.M. del 27/12/2012. Si stima che in Italia siano un milione i ragazzi BES per i quali sono previsti modelli di intervento attraverso piani didattici individualizzati e una responsabilità congiunta di scuola e famiglia.
E POI LE CRITICITA’ STRUTTURALI E INFRASTRUTTURALI RILEVATE DALL’ISTAT
Una fotografia più dettagliata sulle criticità del pianeta disabilità nel nostro sistema scolastica l’ha proposta l’ISTAT nel suo consueto ultimorapporto annuale relativo all’anno 2017 focalizzato però solo sulla scuola dell’obbligo statale e non. Tuttavia restituisce dati che presumibilmente sono omologabili nei suoi esiti alla scuola superiore.
Nel Mezzogiorno vi è ancora la percentuale più bassa di scuole che possiedono le scale a norma. Ed in particolare la Calabria è quella che è la più deficitaria, l’ultima, che ha i valori in assoluto più bassi nella scuola primaria per quanto riguarda le scale, i servizi igienici, i percorsi sensoriali interni ed i percorsi esterni , le mappe a rilievo e i percorsi tattili .Lo stesso differenziale territoriale anche per la scuola secondaria di primo grado ,pur penultima nella classifica delle regioni.
Si confermano, rispetto all’anno precedente, invece i dati relativamente alle presenza di postazioni informatiche destinate alle persone con disabilità, la Calabria è la quintultima regione italiana con il 72,6% nella scuola primaria e il 73,2% nella scuola secondaria di I grado,in questo caso terzultima.
Le postazioni informatiche adattate all’inclusione scolastica sono situate prevalentemente in laboratori dedicati(57,5% delle scuole primarie e 70,7% delle secondarie di I grado. Meno frequente la presenza di postazioni nelle classi di alunni con disabilità(34,)% primaria e 30,8% secondaria),mentre la percentuale della loro presenza in aule specifiche per il sostegno è del 28% nelle primarie e del 30% nelle secondarie.
La Calabria si conferma oltre la media nazionale nelle scuole primarie (il 58,5%) per l’utilizzo da parte degli insegnanti di sostegno della tecnologia per la didattica speciale,mentre per le secondarie di I grado è del 54% al pari alla media nazionale.
E’ RICHIESTO UN RUOLO PIU’ ATTIVO AGLI ENTI LOCALI PER LA PROMOZIONE DELL’INCLUSIONE SCOLASTICA DEGLI STUDENTI DISABILI
Infine, se la scuola deve far di suo, e tenta di farlo giorno dopo giorno con grandi difficoltà,con una più appropriata strutturazione dei percorsi realmente inclusivi per il proprio contesto, una maggiore equità nella lettura dei bisogni degli alunni e quindi una maggiore responsabilità pedagogico/ didattica rispetto ad una delega biomedica ed una completa corresponsabilità degli insegnanti curriculari nel progettare e realizzare una didattica più inclusiva, d’altro canto ci si aspetta che il Ministero dell’Istruzione faccia la sua parte con l’assunzione di personale specializzato e l’attuazione di un forte piano di formazione in servizio obbligatorio,permanente e strutturale dei docenti di ruolo.
Per il resto le istituzioni territoriali, obbligate a fornire servizi alla scuola, e, peraltro, comparteci della formazione degli allievi delle scuole di ogni ordine e grado, sono chiamate ad attivare politiche ed interventi finalizzati all’integrazione dei bambini e alunni con disabilità, che prestino attenzione al benessere, al successo scolastico e formativo e al futuro inserimento nella società e nel mondo del lavoro.
Insomma, l’amministrazione regionale e quelle locali devono pensare ad un nuovo welfare ,certo compromesso dal punto di vista economico, ma che, proprio per questo ,nella scala di priorità dei bisogni comunitari ,deve poter raggiungere livelli di qualità accettabili nell’integrazione,coniugando diritti dei singoli e responsabilità oggettive.
Intanto cominciamo a parlarne. Dall’1 al 7 ottobre si svolge la terza edizione della Settimana nazionale della dislessia e giovedì 4 p.v. avrà luogo un importante convegno promosso dall’Ordine regionale degli Psicologi della Calabria sul tema “I DSA:tra didattica,normativa e aspetti clinici. Due appuntamenti che consentiranno di fare il punto sullo stato dell’arte del pianta disabilità.
1 Ottobre 2018
Guido Leone
già ispettore tecnico USR Calabria