In Aspromonte il parassita che distrugge il castagno si combatte utilizzando i suoi nemici naturali
Prosegue l’impegno dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte (EPNA) nello studio dell’entomofauna e quindi della biodiversità presente nell’Area Protetta, anche ai fini di garantire la corretta gestione degli ambienti forestali.
Da diversi anni i castagneti italiani sono stati attaccati da un pericoloso imenottero di origine cinese, il Driocosmo o Cinipide Galligeno del castagno Dryocosmus kuriphilus, giunto in Italia nel 2002 attraverso l’importazione di materiale di propagazione infetto; il parassita pullula anche nei castagneti del territorio calabrese, comprese le aree protette nazionali e regionali, determinando una forte riduzione delle produzioni castanicole da frutto nonché dell’utilizzazione forestale del legno di castagno.
“L’Ente Parco – riferisce il Direttore Sergio Tralongo – partecipa attualmente a un progetto di ricerca finalizzato a conoscere gli effetti della presenza di questo parassita, ma anche del suo nemico naturale, il Torymus sinensis, a sua volta artificialmente introdotto per combattere la specie aliena. L’idea di fondo è comprendere il ruolo svolto da altri insetti, in questo caso indigeni, che hanno nel tempo manifestato la capacità di adattarsi e contrastare il nuovo ospite”.
Il progetto, dal titolo: ”Il cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu) nel Parco Nazionale dell’Aspromonte: studio dell’adattamento ai nuovi ambienti e risposta ecologica dei nemici nativi“, è stato messo a punto dal Laboratorio LEEA (Laboratorio di Entomologia ed Ecologia Applicata) dell’Università Mediterranea, con la collaborazione del responsabile del “Servizio Biodiversità e Territorio” dell’Ente Parco Antonino Siclari, e prevede un’indagine estesa sui castagneti dell’Aspromonte attraverso attività di monitoraggio, campionamenti ed analisi morfologiche e genetiche finalizzate ad individuare gli effetti della relazione tra il Driocosmo e il Torymus; obiettivo del Parco è anche quello di valutare e comprendere come la componente faunistica naturalmente presente venga influenzata sia dal parassita che dagli interventi di lancio del nemico naturale.
“La fauna locale – precisa il Presidente dell’Ente Parco Giuseppe Bombino – potrebbe in sostanza rappresentare la soluzione all’invasione della specie aliena, quindi il mantenimento in efficienza dei nostri ambienti forestali sarebbe la strada migliore, anche se apparentemente la più banale, per garantire un futuro ai castagneti del territorio”.
Le attività, che si svolgeranno nei prossimi due anni, rientrano all’interno di una serie di interventi operativi di studio e ricerca, coordinati dall’Ente Parco e finalizzati a incrementare le conoscenze sugli ambienti dell’Aspromonte, in sintonia con la “Strategia Europea sulle specie Alloctone Invasive” che persegue la finalità di ridurre gli impatti causati dalle specie non indigene sulla biodiver