Asp Catanzaro: presentati i risultati del progetto sperimentale home care premium che ha interessato oltre 400 famiglie
(ASP) – Catanzaro, 18 febbraio 2018 – L’innovativa esperienze messa in atto dall’ex Distretto di CZ Lido con il progetto sperimentale Home Care Premium, per la cura domiciliare delle persone non autosufficienti, approvato e finanziato dall’INPS ex Gestione INPDAP, è raccontata in una pubblicazione di sintesi dal titolo “Una buona pratica di cura della non autosufficienza”, testo scritto dal dott. Franco Caccia, dirigente sociologo dell’ASP di Catanzaro, dal quale è possibile attingere utili indicazioni per le future programmazioni di cura del territorio.
Il lavoro è stato presentato nella Cittadella regionale alla presenza di varie autorità tra cui Giuseppe Perri Direttore generale dell’ASP di Catanzaro, Diego De Felice Direttore regionale INPS-Calabria, Fortunato Varone Direttore generale Dipartimento Lavoro-Formazione Politiche sociali, Don Biagio Amato Presidente Fondazione Betania-Onlus, Maurizio Rocca Direttore distretto socio-sanitario di Catanzaro, Giacomo Bazzoni componente consiglio di amministrazione AGENAS, Angela Robbe Assessore regionale alle Politiche Sociali-Lavoro e Formazione professionale.
Il volume nasce per raccontare un’esperienza concreta e per molti versi innovativa di cura a domicilio di persone non autosufficienti. Nel periodo 2013-2017 l’azienda sanitaria di Catanzaro, in partenariato con l’Inpdap/Inps, ha realizzato un progetto sperimentale, di cui è responsabile lo stesso autore del libro, dove hanno trovato spazio importanti innovazioni nel campo della formazione, del coinvolgimento delle famiglie, della creazione di un patto con le amministrazioni comunali e con le associazioni del territorio. In virtù del metodo generativo utilizzato, nel testo sono inserite testimonianze dei diversi attori coinvolti, riflessioni e proposte per un nuovo welfare di comunità di cui, in particolare nel settore della gestione della non autosufficienza, si avverte urgente necessità. La pubblicazione s’inserisce a pieno titolo nel dibattito scientifico internazionale che, da diversi anni, sollecita cambiamenti nel sistema di offerta dei servizi di cura. Nel corso degli ultimi vent’anni è infatti mutata profondamente non solo la struttura demografica della popolazione, con un progressivo invecchiamento della popolazione ed il consequenziale incremento delle malattie cronico degenerative. Tra i mutamenti più significativi si segnala in particolare la contrazione delle risorse pubbliche a disposizione delle comunità per rispondere alle mutevoli richieste di cura dei cittadini, fenomeno reso ancor più problematico dall’indebolimento delle reti familiari quale risorse delle politiche territoriali di cura. Insieme a questi mutamenti di contesto, in via prioritaria, emerge con chiarezza dal testo, i sistemi territoriali devono riuscire ad assecondare una precisa aspettativa di qualità delle cure espresse dalle persone non autosufficienti. Il desiderio diffuso, anche tra quanti presentano, per età e/o disabilità, una condizione di non autosufficienza di tipo motorio-cognitivo, è categorico: rimanere nella propria casa. In ragione di questo preciso orientamento a cui devono tendere le politiche di cura territoriali il progetto, raccontato nella pubblicazione nei minimi dettagli operativi e creativi, ha agito su alcuni punti strategici. Fra questi un ruolo di primo piano è stato riservato alla formazione delle figure di cura, in particolare dell’assistente familiare, figura innovativa nel panorama delle professioni in questo settore, caratterizzata da competenze tecniche e da abilità relazionali indispensabili per un servizio di supporto pensato e realizzato su misura della persona non autosufficiente da curare a casa. Per consentire un efficace piano di trattamento a casa è stato importante dare un ruolo attivo alla famiglia. Allo scopo sono stati realizzati strumenti specifici come un percorso di formazione proprio rivolto al care-giver (familiare che cura), inteso come co-produttore della qualità dei servizi di cura e la costituzione di un gruppo di auto-mutuo aiuto tra le famiglie coinvolte. Specifiche azioni del progetto sono state inoltre rivolte al diretto coinvolgimento delle comunità di residenza allo scopo di stimolare la creazione di spazi e condizioni affinché il tema della valorizzazione delle persone anziane e la gestione della non autosufficienza diventasse un impegno “etico”, condiviso fra le generazioni e dall’intera comunità . E’ stato un terreno fertile di sperimentazioni sul campo in cui si è puntato maturare e condividere un’idea di lavoro di promozione della salute caratterizzata da un lavoro nelle e con le comunità. In questa direzione è stato promosso un ciclo di 12 puntate televisive, denominato “Prendiamoci Cura”, centrato sui temi della non autosufficienza e sui risultati prodotti dal progetto. Sempre in questa direzione sono stati realizzati micro-progetti con il coinvolgimento delle scuole e delle associazioni presenti sul territorio. Rientra anche in quest’area un percorso finalizzato all’invecchiamento attivo, strutturato con azioni di ginnastica dolce, giardinaggio di comunità e azioni con impegno cognitivo, giornate della salute, ricerche con gli studenti dei licei sulle opportunità del lavoro di cura. Al tema delle opportunità di lavoro il libro, curato da Franco Caccia, è dedicato ampio spazio con indicazioni di numeri e delle caratteristiche qualitative delle persone assunte durante la sperimentazione realizzata nel distretto sociosanitario di Catanzaro. Nel periodo di riferimento sono state oltre 450 le persone occupate nei servizi di cura e le proiezioni, su scala regionale, aprono concrete prospettive di lavoro per diverse decine di migliaia di professionisti della cura . Un settore quello della cura, secondo l’autore, da inquadrare come un vero e proprio “ nuovo bacino occupazionale” su cui la regione Calabria dovrebbe investire con mirati strumenti legislativi e con l’allocazione di idonee risorse economiche. La pubblicazione è impreziosita dalla prefazione e postfazione del noto sociologo del lavoro, il prof. Domenico De Masida cui scaturiscono preziose indicazioni per future progettazioni delle diverse organizzazioni, pubbliche e private, impegnate nel welfare di comunità.
Cordialità
Pasquale Natrella
ASP Catanzaro – Ufficio Stampa