Anche la provincia di Reggio Calabria si prepara allo sciopero di otto ore che vedrà impegnati Cgil e Uil il prossimo primo dicembre
Anche la provincia di Reggio Calabria si prepara allo sciopero di otto ore che vedrà impegnati Cgil e Uil il prossimo primo dicembre.
In vista della mobilitazione nazionale, lunedì venti novembre a partire dalle 10.00, presso la sala consiliare del Comune di Gioia Tauro si terranno i lavori degli Attivi unitari delle delegate e dei delegati della Cgil e della Uil di Reggio Calabria.
L’occasione sarà utile per incontrare i rappresentanti degli organi di stampa regionale e spiegare ai cittadini reggini, attraverso l’analisi dei giornalisti, le ragioni che hanno portato i Segretari generali di Cgil e Uil, rispettivamente Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, a proclamare la mobilitazione in tutto il Paese per aree geografiche.
Uno sciopero di otto ore, che impegnerà le strutture sindacali territoriali, per dire basta all’azione di un governo che sta compiendo scelte economiche, sociali e industriali inaccettabili.
Otto ore di sciopero per alzare i salari e garantire la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, per estendere i diritti e per contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani.
Nella Legge di bilancio del governo Meloni, infatti, non c’è alcuna risposta all’emergenza salariale e non si stanziano le risorse necessarie a rinnovare i contratti del pubblico impiego e a sostenere e detassare i rinnovi nei settori privati.
Chi ci governa ha dichiarato di voler incrementare la spesa sanitaria, ma continua a indebolire il Servizio sanitario nazionale, mentre taglia le risorse alla scuola pubblica e alle politiche sociali.
Il presidente del Consiglio dei ministri aveva promesso di cancellare la legge Fornero e, invece, è riuscita a peggiorarla, mentre si dimentica di azzerare il precariato e puntare sul lavoro stabile e di qualità.
Non ci sono politiche industriali e di investimento in grado di creare lavoro buono e ben retribuito soprattutto per i giovani; dare risposte a lavoratrici e lavoratori coinvolti nelle tante crisi aziendali aperte a cui il governo non dà soluzioni. Prova ne sia la scelta di puntare sull’istituzione della Zes unica e la disattenzione sulla direttiva europea Ets che rischia di mettere seriamente a repentaglio il futuro di Gioia Tauro e, con esso, quello di migliaia di lavoratrici e lavoratori assestando un colpo mortale all’intero tessuto economico regionale.
Ma, soprattutto, il Governo ha scelto di tagliare gli investimenti pubblici e sulle infrastrutture, dimenticando il Mezzogiorno e rischiando di allargare il divario fra il Nord ed il Sud del Paese e amplificare le inaccettabili diseguaglianze civili e sociali con le quali le cittadine ed i cittadini delle regioni meridionali, in particolare della Calabria, sono costretti a fare i conti ogni giorno.