Anastasi, affrontare l’annoso problema dell’ospedale di Rosarno
Il capogruppo di “Io resto in Calabria” in Consiglio regionale Marcello Anastasi, afferma:“Chiedo che la questione dell’ospedale di Rosarno venga immediatamente affrontata dalla Commissione regionale competente, anche attraverso l’audizione del commissario Longo, e che si dedichi inoltre una seduta consiliare al problema della sanità per un serio confronto sullo status quo, le criticità, nonché le azioni ed i progetti che il Commissario e la Regione intendono portare avanti per il risanamento e la riprogettazione della sanità”.
Secondo Anastasi: “Sarebbe auspicabile procedere ad un bando pubblico per l’affidamento di un progetto di recupero a privati che operano nella sanità, al fine di adibire la struttura a centro specialistico d’eccellenza, complementare alla Sanità pubblica, assicurando servizi mancanti sul territorio contro il calvario del pendolarismo che si aggiunge al già pesante calvario della malattia. Un indirizzo che potrebbe essere replicato per analoghe strutture sanitarie della regione chiuse o dismesse”. L’esponente politico rende noto di “aver partecipato ad una manifestazione organizzata dall’associazione ‘Città della Piana’ a sostegno di un’importante iniziativa di denuncia relativa alla situazione dell’ospedale di Rosarno, struttura mai utilizzata ed attualmente in condizioni di degrado e di abbandono”.
Il Consigliere Anastasi ricorda: “Il presidio- era stato pensato per servire l’intera zona della Piana di Gioia Tauro e, persino qualificarsi come centro di traumatologia ed ortopedia funzionale all’area industriale. I lavori di costruzione del nosocomio, iniziati alla fine degli anni ‘70, sono terminati nel 1991 con un costo ben superiore ai 7 miliardi delle vecchie lire. L’ospedale, però di fatto, non è mai stato aperto ed utilizzato né è mai stato elaborato un intervento di riqualificazione o riconversione da parte della Regione e della competente Asp. Una situazione paradossale perché si tratta di una struttura dotata di sale operatorie, pronto soccorso, diversi reparti, ben 120 posti letto nonché, da ultimo, della postazione di elisoccorso”.
“Mi trovo di fronte – continua il consigliere regionale – ad immagini raccapriccianti, simbolo di una politica, soprattutto nel settore della sanità, completamente fallimentare. La costruzione, infatti, è totalmente abbandonata tra le sterpaglie, i rovi, derubata di tutto, devastata ed ormai ridotta a rifugio, considerata la presenza di coperte, rifiuti e carcasse”.
“Ma la cosa ancor più intollerabile è il silenzio della politica. Trent’anni di continui e inascoltati appelli e proposte da parte di cittadini, associazioni ed enti locali che, da tempo, chiedono a gran voce attenzione e soprattutto un progetto di riqualificazione e/o riconversione. In altre parole, storie di grave spreco di soldi pubblici e di totale indifferenza da parte delle istituzioni competenti”.
Ancora Anastasi: “Il territorio merita ascolto, ma soprattutto azioni concrete e tempestive. La situazione è ancor più drammatica ed inaccettabile se si pensa che, per fronteggiare l’emergenza Covid, sono stati allestiti ospedali da campo quando appunto ci sono nosocomi abbandonati quali quello di Rosarno, oppure pesantemente ridimensionati o chiusi, come peraltro denunciato anche a livello nazionale da numerose trasmissioni televisive. Lo scandalo dell’ospedale di Rosarno, peraltro non unico nella regione, ci ricorda che la situazione della sanità in Calabria è al collasso. I territori sono sprovvisti di strutture adeguate e, dunque, di posti letto sufficienti a coprire il fabbisogno della popolazione. Realtà abbandonate a se stesse come quella di Rosarno potrebbero diventare centri di eccellenza, anche ricorrendo a procedure di affidamento ai privati. Serve quindi un Piano sanitario articolato che individui criticità e soluzioni. Il Commissario alla Sanità, la Regione e le Asp si attivino con solerzia per elaborare un progetto serio e concreto che possa prevedere la riapertura e la riqualificazione delle predette strutture, creare punti di eccellenza e, in generale, riordinare la rete ospedaliera su tutto il territorio calabrese”.
Infine Marcello Anastasi conclude: “È tempo di un riscatto della Calabria e della costruzione di una nuova sanità. Non si può pensare esclusivamente a risanare i debiti che purtroppo gravano sul bilancio della sanità regionale, ma serve una visione futura e validi progetti, grazie anche ai finanziamenti che potrebbero arrivare dal Recovery plan. La Calabria adesso deve e non può perdere l’occasione di essere protagonista attiva di un percorso di ricostruzione. Il benessere di una comunità si evince in primo luogo dall’efficienza ed adeguatezza del servizio sanitario. La salute è diritto fondamentale di ogni cittadino, bene primario ed imprescindibile. Occorre rimuovere, una volta per tutte, le disuguaglianze con le altre realtà dell’Italia, garantendo alla nostra popolazione adeguati livelli di tutela della salute, di assistenza e di servizi”.
Caterina Sorbara