Amministrative a Simeri Crichi, Talarico: «I nostri borghi devono ritrovare il loro antico splendore»
Durante l’ultimo comizio il candidato a sindaco Luigi Talarico ha declinato le azioni da mettere in campo per frenare il fenomeno dello spopolamento: museo della memoria diffuso e collegamenti con la zona marina
«I borghi sono muti testimoni della storia dei nostri paesi, protagonisti loro malgrado di un processo di spopolamento che ogni amministrazione chiamata a governare ha il dovere di arrestare. Anche Simeri è purtroppo toccata da questo fenomeno, per lungo tempo abbandonata ad un declino a cui noi intendiamo porre rimedio». È quanto ha dichiarato il candidato a sindaco del Comune di Simeri Crichi, Luigi Talarico, durante il comizio di lunedì sera in vista delle votazioni del 22 e del 23 ottobre.
«Una inversione di tendenza che vogliamo attuare sin da subito misurandola con piccoli ma immediati interventi volti non solo a valorizzare il patrimonio storico e culturale ma soprattutto mirati a migliorare la qualità della vita di chi vi risiede. Simeri in questo momento vive in una condizione di totale abbandono. Ed è questa la prima battaglia che ci vedrà impegnati perché nessuna strategia di attrazione potrà mai risultare vincente se non si inizia innanzitutto a porre le fondamenta per un cambiamento complessivo. Come più volte abbiamo ripetuto, a partire dalle piccole cose che non possono essere più trascurate. La pulizia e la manutenzione delle strade e delle aree verdi. I nostri borghi devono ritrovare il loro antico splendore attraverso piccoli interventi mirati di manutenzione che non devono però porsi in contrasto con la storia e l’identità del territorio. Pensiamo, ad esempio, al recupero delle facciate delle abitazioni, alcune delle quali in totale stato di degrado. Interloquiremo con i privati e li convinceremo, attraverso incentivi, ad intervenire sulla riqualificazione degli stabili di loro proprietà anche attraverso una complessiva opera di ripitturazione. Gli immobili fatiscenti dovranno essere recuperati e quelli storici inseriti in un polo museale diffuso. Vogliamo ricostruire la storia della nostra comunità ripercorrendo la storia delle famiglie che qui hanno vissuto. I privati potranno aiutarci in questo percorso di recupero della memoria, ogni abitazione potrebbe diventare un nodo del museo diffuso e all’aperto attraverso percorsi che ricostruiscano le evoluzioni storiche del borgo di Simeri. Questi percorsi potrebbero fare da corollario al patrimonio storico e archeologico. Simeri vanta sul suo territorio la presenza del castello bizantino, di un antico centro storico, della collegiata e del convento dei Cappuccini, siti archeologici di assoluto pregio che devono essere però maggiormente valorizzati. Innanzitutto, questi siti devono sempre rimanere accessibili al pubblico e posti al centro di servizi rivolti ai visitatori. I turisti devono essere accolti e coccolati e non indotti ad andare via, portandosi magari dietro anche un brutto ricordo. Se un turista venisse oggi a visitare il nostro borgo troverebbe i siti chiusi e non visitabili, non un bar aperto – nemmeno per prendere un caffè – non un negozio di souvenir. È questo corollario che dobbiamo costruire attorno ai nostri beni storici, capaci di muovere inoltre i fili dell’economia e dell’occupazione. Botteghe di artigianato, servizi di ristorazione e camere d’albergo per trattenere più a lungo possibile i visitatori sul nostro territorio. Accompagnati da punti informativi con guide preparate che possano raccontare la storia di questi luoghi. Simeri è inoltre dotata di un archivio storico che deve lasciare i cassetti polverosi in cui è stato relegato per lunghi anni, anche questi spazi devono essere resi accessibili ai visitatori, recuperati e valorizzati nell’ambito di una strategia complessiva. Si potrebbe pensare alla realizzazione di un museo storico che ricostruisca la storia dei nostri centenari attraverso i certificati di nascita. Il borgo dovrà inoltre ospitare un antiquarium dove collocare i reperti storici qui ritrovati. Necessariamente il borgo dovrà essere collegato alla marina, attraverso navette che possano consentire ai turisti spostamenti rapidi creando un centro attrattivo che metta assieme un turismo delle radici assieme a quello balneare. Così i nostri borghi potranno effettivamente trovare la visibilità che meritano ed uscire dal cono d’ombra in cui oggi purtroppo si ritrovano. È evidente come questa strategia di riqualificazione e valorizzazione si porti dietro un indotto economico. Attorno ai siti storici e archeologici, potrebbero nascere attività commerciali e di ristoro rivolte al turismo. E il nostro borgo offrire opportunità di crescita e di lavoro ai nostri giovani o a chiunque sia intenzionato ad investire».