All’Ordine dei Medici di Reggio Calabria un importante simposio sui volontari del sangue
“I volontari del sangue nella medicina preventiva, nella ricerca e nella medicina del territorio”: è stato questo il tema di una giornata di studio promossa dall’Ordine dei Medici di Reggio Calabria ed alla quale hanno partecipato numerosi professionisti della sanità reggina. Ad aprire i lavori è stato il coordinatore della Commissione formazione ed aggiornamento dell’ente ordinistico, dr. Antonino Zema il quale ha evidenziato che, finalmente, la Calabria ha raggiunto l’autosufficienza in materia di donazione del sangue, dopo decenni difficili in cui il plasma doveva giungere persino da Treviso per soddisfare le esigenze dei pazienti calabresi.
“Si tratta dell’ennesimo appuntamento – ha rammentato il dr. Zema – che si rinnova all’Ordine per accendere i riflettori su un esempio di volontariato puro in cui il donatore offre il suo sangue senza ricevere nulla in cambio. E’ questo il vero volontariato per il quale vale la pena spendersi”.
Il vicepresidente dell’Ordine dei Medici, dr Giuseppe Zampogna ha sottolineato l’importanza della giornata per gli argomenti trattati che variano dalla sicurezza trasfusionale, passando per la selezione del donatore sino alla Banca del cordone ombelicale e, soprattutto, alla cultura della donazione”.
“Se siamo qui – ha rimarcato, quindi, il Presidente provinciale dell’Avis, dr Antonino Posterino – è solo grazie ai donatori che ci permettono di andare avanti nella nostra mission. L’autosufficienza, a livello regionale, è stata conquistata dopo tanti sacrifici e grazie all’impegno di diverse associazioni”.
“La nostra sanità ed il nostro ospedale – ha rammentato il dr. Posterino – stanno attraversando un momento particolare e con l’apertura del reparto di Cardiochirurgia, che per sua natura richiederà importanti quantitativi di sangue, le donazioni attuali non basteranno. Proprio per questo motivo mi appello ai medici affinchè si facciano portavoce presso i propri pazienti a sostenere la donazione in quanto l’emergenza potrebbe scattare da un momento all’altro. In tutta la provincia di Reggio Calabria, nell’ultimo anno, abbiamo raccolto 13 mila sacche di sangue ma ricordiamo che, oltre agli ospedali pubblici, servono anche per le cliniche private”.
La dr.ssa Gaetana Franco, consigliere regionale dell’Avis, ha evidenziato come il sangue che viene raccolto in Calabria, così come il sangue cordonale, può essere esportato in tutto il mondo grazie all’impegnativo percorso portato avanti in questi anni e che ha condotto al risultato dell’autosufficienza.
Per il dr. Paolo Marcianò, Vicepresidente vicario dell’Avis regionale “la collaborazione con l’Ordine dei Medici reggino è fondamentale nella diffusione della cultura della donazione.
Secondo Giuseppe Furlò, Presidente regionale della Società di immunoematologia e medicina trasfusionale della Calabria, “l’autosufficienza è solo di facciata in quanto occorre considerare la disomogeneità territoriali e le scorte minime oltre alle riserve per le maxi emergenze”.
“Per quanto riguarda la donazione cordonale – ha sottolineato, invece, la dr.ssa Enrica Pacchiano, Presidente regionale Gadco – la situazione non è dissimile dal resto d’Italia. Solo nel 5% dei parti avviene la donazione del cordone e la percentuale di quelli bancati è ancora più ridotta nel momento in cui bisogna fare i conti con le stringenti legislazioni in materia. Purtroppo la cultura della donazione deve crescere. Di donazione del cordonale ombelicale non si parla abbastanza ed istituzioni, politica ed associazioni fanno ancora meno”.
Importante le novità evidenziate dal dr. Corrado Mammì, Responsabile dell’Unità Operativa di Genetica molecolare dell’Azienda Ospedaliera Bianchi – Melacrino – Morelli di Reggio Calabria. “Le nuove tecniche di sequenziamento massivo del dna – ha spiegato il dr Mammì – ci permettono oggi di analizzare in maniera diversa e più approfondita il genoma delle cellule neoplastiche e ciò ci permetterà di effettuare una diagnosi più precoce nonché di classificare i pazienti in funzione della loro prognosi. I nuovi marcatori biomolecolari, invece, ci permetteranno di poter seguire meglio le cosiddette malattie minime residue”.
“L’analisi del dna – ha aggiunto il dr Mammì – è il futuro per la diagnostica onco-ematologica quale editing genomico. L’ospedale reggino, a riguardo, ha a disposizione la nuova strumentazione “Ngs” che il reparto il “Genetica medica” utilizza in collaborazione con il reparto di ematologia.
Il dr. Pietro Schirripa, Direttore sanitario dell’Avis provinciale reggina, ha parlato del ruolo dell’Avis nella raccolta territoriale di sangue e plasma. La relazione della dr.ssa Costanza Russetti, esperta nella gestione del sistema qualità dell’Avis provinciale di Reggio Calabria, si è occupata di “sicurezza trasfusionale” mentre la dr.ssa Loredana De Marco, Dirigente Medico presso l’Ospedale Annunziata di Cosenza ha analizzato “i nuovi decreti di selezione del donatore”. La dr.ssa Giulia Pucci, Dirigente medico presso il Cordon Blood bank, si è occupata delle “cellule staminali da sangue cordonale” facendo in particolare riferimento all’uso trapiantologico ed all’uso alternativo.
Sull’utilizzo del gel piastrinico” ha relazionato, invece, il dr. Marcello Napolitano, Immunoematologo presso l’Azienda ospedaliera di Cosenza. “La donazione di plasma, tra solidarietà e risparmio” è stato il tema approfondito dal dr. Domenico Gallizzi, dirigente medico presso l’Ospedale di Polistena. In veste di moderatore è intervenuto il dr. Antonio Gervasi, Responsabile facente funzioni del Servizio di Immunologia e Medicina trasfusionale dell’azienda ospedaliera reggina.
Reggio Calabria 21.09.2016