Alle Muse la Calabria da tutelare nella letteratura, nella natura e nella lingua
L’associazione culturale Le Muse “Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria continua i suoi appuntamenti con cadenza settimanale e lo ha fatto questa settimana inserendo un incontro raccontando il concetto di territorio, delle sue bellezze, peculiarità non solo paesaggistiche ma anche linguistiche.
Il presidente Muse prof. Giuseppe Livoti in apertura di manifestazione ha definito tale serata un incontro denominato “Calabria: paesaggi e pensieri” per confrontarsi con alte personalità che operano all’interno dell’area della nostra regione e che occupano ruoli nelle istituzioni e nella cultura facendo nascere così un viaggio, quello dell’appartenenza all’intero territorio regionale.
Punto di partenza del confronto è stata la definizione della concezione di paesaggio percettivo modificata nel corso del tempo, fino a giungere alla seguente definizione nell’anno 2000. Nell’accezione di inizio secolo (codificata in Italia dalla L. 1497/1939 sulla “protezione delle bellezze naturali”), il paesaggio era legato a caratteri di bellezza e valore continua Livoti, esclusive porzioni determinate di territorio, legati a delimitati scorci e vedute panoramiche: le cosiddette “bellezze da cartolina”. È comunque un’accezione piuttosto sentita ancora oggi, anche se piuttosto parziale e non corrispondente al reale meccanismo di produzione del senso di “paesaggio”. Precedentemente e successivamente il concetto ha avuto molte altre definizioni, legate comunque ad aspetti parziali del senso di “paesaggio percettivo”, come ad esempio l’associazione col “pittoresco”. Il senso di “paesaggio” è più vicino a quello di “territorio” (che ha un senso ben diverso) o all’accezione “scientifica” del termine (vedi punto seguente), in quanto viene ristretto al discorso della “sintesi del visibile del contesto naturale e delle attività” ed alla pura visione del mondo materiale. Palma Comande’ scrittrice e già Premio Muse alla memoria di Saverio Strati si è soffermata sul senso del paesaggio utile alla narrazione ed alla scrittura. Il paesaggio è anche una scrittura umana dove l’uomo si rivela, secondo la Comandè, un -bisogno estetico- quello che Kant chiama -piacere estetico- e dove l’essere umano riconosce se stesso. Da qui l’identità che è identificazione ed idea del bello di natura che nella scrittura non deve essere elemento transitabile ma, deve esserci, esistere. Poi vi è anche il paesaggio umano, quello che descriveva Strati, il quale aveva raccontato ansie e bisogni dell’uomo umile, poiché come diceva Friedrich Hegel “…gli umili sono capaci di fare la storia”. Gli eventi anche in letteratura non devono cristallizzarsi ed i luoghi servono a rendere le storie riconoscibili quasi un collegamento fisico, oltre che umano ed affettivo. Antonino Sgro’ – presidente Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali Provincia di Rc è partito dalla concezione del ruolo dell’agronomo. Io sono un tecnico -dice- ed come tale unisco il senso della coltura alla cultura tra visione umanistica e naturalistica. Le scienze ambientali da sempre per Sgrò, governano la natura all’interno dell’ecosistema e del paesaggio. Purtroppo, noi, siamo abituati a non riconoscere i luoghi identitari e per esempio l’albero d’ulivo che ci identifica nel mondo, noi, purtroppo non lo percepiamo come simbolo della nostra natura. E lo dimostra anche il fatto che la bellezza dei nostri paesaggi è stata amata anche da importanti scrittori europei come Lear. Era il 25 luglio del 1847 quando Edward Lear, eccentrico artista inglese, si mise in viaggio assieme al suo amico Proby attraversando la provincia di Reggio Calabria alla scoperta di luoghi sconosciuti di questa parte di regione. Il cammino, interamente a piedi durò 40 giorni e terminò il 5 settembre successivo. Intenso il nostro paesaggio basti pensare continua Sgrò come le nostre montagne costituiscono l’imponente scenografia del mare nostrum. Purtroppo non esiste un equilibrio territoriale a livello nazionale, poiché, anche se ci sono le leggi, non possono essere univoche per tutte le regioni d’Italia per diversità geografiche e geofisiche. Ultimamente sto lavorando ad una legge per la Regione Calabria, per l’estirpazione degli alberi d’ulivo non più attivi, alberi piantati durante il Regno di Napoli e che dovrebbero essere sostituiti nei nostri fertili territori e che, nel ‘700 ed ‘800 erano utilizzati solo per produrre olio lampante.
Lucia Anita Nucera – assessore alla Pubblica Istruzione Comune di Rc e donna nata e cresciuta nel cuore dell’area grecanica si è soffermata sulla formazione nelle scuole ed in particolare sul bilinguismo applicato in tutte le regioni d’Italia tranne che in Calabria. Le minoranze linguistiche vanno protette e non dimenticate e proprio per questo ho firmato in questi giorni dei nuovi progetti in sinergia con l’amministrazione comunale che coniuga la scuola con la lingua greca e la musica. Tre delibere importanti che andranno ad aumentare i servizi offerti a disposizione della comunità scolastica. Si tratta dell’attuazione della legge 482/99 che introduce il bilinguismo nelle scuole dell’obbligo, l’attivazione di percorsi a indirizzo musicale nelle scuole secondarie di primo grado ai sensi del decreto del ministero dell’istruzione n 176 del 1/7/2022, e un progetto che riguarderà la lingua greca di Calabria. Tre delibere ha spiegato Lucia Anita Nucera, proprio per attirare gli alunni facendo partire percorsi di bilinguismo e musica. Il greco di Calabria, dovrà essere inserito nell’ambito delle attività didattiche curriculari delle scuole dell’infanzia, delle scuole primarie, nonchè nelle secondarie di primo grado presenti nel territorio comunale di Reggio Calabria, preservando cosi il patrimonio culturale del territorio grecanico e non solo. In questa ottica è mia intenzione sensibilizzare la Regione Calabria e l’Ufficio scolastico regionale sulla tematica in esame, stimolando presso ciascuno gli adempimenti di competenza e demandare, a tal fine, al dirigente del settore l’attivazione di un apposito tavolo di lavoro con la Regione Calabria e l’ufficio scolastico Regionale per la definizione e stesura del piano operativo degli interventi sperimentali inerenti la tematica specifica. Unico mio rammarico e stupore è la tutela e valorizzazione della lingua e del patrimonio culturale delle minoranze linguistiche e storiche di Calabria in base alla legge 15/2003, inserite, senza senso nel Dipartimento agricoltura della Regione Calabria.
Per l’occasione gli artisti della nota associazione reggina Antonella Laganà, Cristina Benedetto, Pierfilippo Bucca, Manuela Lugarà, Rossella Marra , Santa Maria Milardi, Antonio Nicolò, Grazia Papalia, Marisa Scicchitano, Gaetano Villegiante hanno partecipato al dibattito con un’opera pittorica e fotografica rappresentando atmosfere, luoghi e memorie, facendo riferimento ai nostri geo parchi, ai beni monumentali ed ai cromatismi raccontando per immagini la Calabria di ieri e di oggi.