“Al di là dell’orizzonte”. Quando la poesia conduce oltre il concreto vivere
Quando realtà e mitologia si incontrano nella scrittura, l’uomo riesce ad andare “Al di là dell’orizzonte”. Ed è ciò che accade, pagina dopo pagina, nell’omonima opera dell’autrice originaria di Ginevra (in Svizzera), Giuseppina Cuddé, docente di Lingua Francese, presso un Istituto Alberghiero di Mineo, piccolo comune della provincia di Catania, dove attualmente vive. La silloge arricchisce, da pochissimi giorni, la collana “I Diamanti della Poesia” dell’Aletti editore.
«Al di là dell’orizzonte – racconta l’autrice – è il mio paesaggio interiore che tenta di collocarsi tra cielo e terra non come protagonista, ma come chi vive in comunione con l’intero universo. Tale atteggiamento del mio “io” stimola la mia fantasia, dà leggerezza alla mia mente che si dissocia, per quanto possibile, da tutti i problemi della vita. È, in buona sostanza, scambiarsi quel mondo interiore che è l’anima di ognuno». Ed è proprio la poesia che riesce a portare «oltre il concreto vivere, oltre l’orizzonte puramente visibile e materialmente inaccessibile». «La poesia – secondo l’autrice – è un fenomeno umano che nasce quando qualcosa della realtà ci colpisce. Le parole si trasformano dando vita a ciò che è dentro chi scrive, concretizzando così la propria realtà». Realtà e mitologia trovano spazio nei versi della Cuddé dove l’io-poetico riesce a vedere dentro la prospettiva di un’azione, di un movimento; a scrutare nel tempo, nei colori, negli sguardi; a sentire gli odori, i suoni, l’anima, la linfa vitale; a percepire le armonie, le sensazioni, le emozioni; a tradurre ogni essenza, ogni tema in un mondo di parole. Dunque, non si può prescindere dalla realtà. «In ascolto del proprio ambiente – afferma la Cuddé – il poeta lo vive con tutti i sensi che decodificano la vita in tutte le sue nuances. Lo scritto è trasmigrazione della realtà attraverso la nostra sensibilità». «La mitologia, invece, dà evidenza ai sentimenti quali l’amore, la carità, la commiserazione, l’ospitalità. Incarnando le idee nella realtà di personaggi ed eventi, la mitologia si offre come linguaggio stesso della poesia. Anzi ne è la prima manifestazione. E’ un vero pozzo da cui attingere a piene mani. Oggi, riconoscere il mito è subire il fascino dell’immaginario nel reale».
Altri argomenti ispiratori dei suoi versi sono: la natura, dove tutto è simbolo e non esistono confini; l’amore, quel sentimento di tutti, nessuno escluso. Vasto, sconfinato, infinito, inarrestabile, vivo; il tempo, reso tangibile per mezzo della parola poetica attraverso similitudini, metafore, analogie. «La dura accetta del tempo – afferma l’autrice Cuddé – taglia via la vita e la riduce a foglia morta. Tutto passa. Tutto muore. Ma i pensieri della gente restano sempre». E poi, la donna, a cui è riconosciuto il ruolo di chi crea cultura. Ispiratrice di tutte le arti, dei sentimenti più puri e positivi. «La sua bellezza – aggiunge la poetessa – la sua delicatezza, la sua sensualità emergono come intensa e raffinata suggestione che ne esalta i sogni, le ispirazioni, la dimensione psicologica inconscia ed onirica».
La poesia di Al di là dell’orizzonte può definirsi poesia libera. In perfetta sintonia con gli elementi della natura, con i profondi sentimenti umani, con le visioni oniriche dell’io e del mondo. Libera dalla regolarità delle sillabe, degli accenti e delle forme strofiche. Una poesia, stilisticamente, flessibile dominata da anisosillabismo (che non presenta sempre lo stesso numero di sillabe). Altri elementi stilistici che la caratterizzano sono: il tempo come ritmo, che fluisce nella sua lentezza; l’immaginario e il linguaggio figurativo tra immagini e parole. «Qui, – spiega l’autrice – tempo e immaginario si intersecano, si uniscono rendendo struggente la poesia. L’immaginario non fa altro che impostare la scena dove l’immagine percettiva diventa metafora, simbolo. Dalla simbiosi, tra immagine percettiva e metafora-simbolo, ne scaturisce il linguaggio figurativo». Cosa intende trasmettere Giuseppina Cuddé al lettore? «La necessità di amare, di sentirsi in pace con sé e con il mondo, il piacere di vivere la vita – anche quando il tempo è breve -, la speranza come credo dell’esistenza, la creazione come rinascita perenne».
Federica Grisolia
(Vincenzo La Camera – Agenzia di Comunicazione)