Ai tirocinanti non servono soluzioni a buon mercato da periodi elettorali”
Il disagio sociale di circa 4.500 soggetti che svolgono attività di tirocinio negli Enti Pubblici e Privati ed ormai prossima alla scadenza, non può che destare una forte preoccupazione poiché questi percorsi, seppur precari, consentivano loro di percepire un minimo di reddito.
Dal 2012 questi soggetti hanno consentito agli Enti utilizzatori, colpiti da un blocco del turn over che ha quasi svuotato gli organici, di continuare a garantire i servizi fondamentali ed essenziali a costo zero, utilizzandoli sia all’interno che all’esterno degli uffici dell’ente ospitante.
Il complesso contesto finanziario e normativo ha impedito però di dare prospettive certe a tanti calabresi di poter guardare al futuro con la necessaria serenità, mentre si sono affacciate più volte populistiche quanto improbabili soluzioni che, infatti, si sono presto rivelate l’ennesima delusione.
Il recente caos che si è sviluppato attorno al concorso per i tirocinanti del Ministero della Cultura, ne è la riprova e non fa altro che confermare gli allarmi che più volte avevamo lanciato, sia nelle assemblee con i lavoratori che attraverso i media, e che troppo spesso sono caduti nel vuoto.
Non vorremmo che, parallelamente, anche per altre componenti del variegato mondo dei tirocini, anche per la più consistente fetta dei TIS, si riproponga da parte di qualche politico, qualche amministratore, qualche sindacalista, la solita pratica di vendere soluzioni a buon mercato, facili da trovare “guarda caso” proprio quando si presentano i periodi elettorali.
Occorrerebbe una seria valutazione di strade realmente percorribili per superare la stagione dei tirocini, a cominciare dagli effettivi spazi nella pubblica amministrazione alla luce della normativa vigente e delle modifiche all’art. 16 della Legge 56/87 recentemente approvata dalla Giunta regionale, che finalmente riconosce una premialità all’esperienza svolta negli Enti, per poi impegnare la progettualità e gli strumenti offerti dal PNRR e dai programmi di occupabilità che presto dovranno essere messi in campo.
Ma accanto a questo, rimangono le preoccupazioni per la mancanza di continuità lavorativa e, quindi, di quel sostegno economico che presto verrà a mancare a troppe famiglie che vedono con preoccupazione il trascorrere del tempo.
Nella piena assunzione di tutti i soggetti istituzionali coinvolti a tutti i livelli, ministeriali, regionali, locali e delle parti sociali, lo scopo reale, piuttosto che la ricerca del facile consenso, dovrebbe essere quello di dare vere opportunità di lavoro vero, tutelato e dignitoso.
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