Afghanistan: in morte della libertà Di Al. Tallarita
È terribilmente angosciante, rendersi conto che quello afgano è un popolo, che dovrà lasciare per sempre la sua terra. Si perché i talebani al potere, non sono espressione democratica di diversità. Nonostante Erdogan lo attenda a braccia aperte, questo nuovo governo per incontrarli e trattare, pur se toglie in segreto da Kabul gli alti funzionari governativi afghani imbarcandoli con la Turkish Airlines.
Cerchiamo di ricordare, che si tratta di entremisti terroristi. Che hanno la sharia come legge. Quel ‘cammino che conduce alla fonte’
fatto di moralità ed atteggiamenti religiosi,
ma che sono manipolati e strumentalizzati
ad uso e consumo, di un potere violento ed estremista. Che degradano la posizione della donna a ogni livello sociale. Che gli ridono in faccia, se queste chiedono cosa sarà ora,
della questione della donna ..Rimane che sono combattenti. Abituati alla violenza, per l’affermazione dei loro ideali, estremisti. In tal caso, usando la tradizione, per alimentare, una concezione dittatoriale del potere. Di certo, gravi errori di valutazione, sono stati compiuti, in particolare dagli Stati Uniti. In prima istanza, quello di non considerare la natura antropologica e la cultura di questi popoli. Il surclassamento culturale che hanno imposto, in una insana propensione a voler imporre dall’alto, gli ideali democratici, senza tener conto delle differenti profonde radici, ha condotto a questa debacle. Un tale processo, si parla di decenni, non aveva le basi solide per poter funzionare. Ma neppure adesso, questo abbandono a sé, con il tentativo di organizzare una mastodontica fuga, resta improbabile, duro da comprendere. Tanto per il fallimento della democrazia d’esportazione, tanto per le vittime che causerà. Scenario particolarmente drammatico, per le donne e i bambini, oltre che per tutto il popolo. Le tradizioni, la lingua, il sostrato storico è stato solo coperto. Ma nulla, si è inserito tra quelle pieghe, per innescare un vero cambiamento interno alla società. Che ha alimentato così, il fuoco della rivolta, fino ad arrivare ad oggi. Benché meno la situazione militare, tra le varie forze esposte, sul territorio e coinvolte in Afghanistan, non è mai stata equilibrata. Infatti e sono dichiarazioni di un generale in pensione, i militari italiani li presenti, non hanno mai avuto la possibilità di prendere proprie iniziative. Raccontava quest’ultimo:
“se avessimo incontrato all’epoca bin Laden noi..non avremmo potuto sparare per primo e prendere iniziative in attacco, ma solo eventualmente di difesa”.
Oltre ciò, vi sono molti documenti contenenti interviste e report di questi ultimi dieci anni, sul territorio. Che sono stati resi pubblici, negli Usa ed in altri stati, ma che ancora in italiano non sono stati resi noti. E che potrebbero di certo, rendere più comprensibile, quanto successo in quel martoriato territorio. E delinearne meglio gli errori. Si perché solo da questi si può capire, perché oggi si sia arrivati a un fallimento, militare, strategico, politico, democratico. E a fallire sono stati tutti. Le politiche impiegate, il tentativo di imporre un modello standard di democrazia. La fuga.
Oggi è il caos.
Aerei cargo militari americani, sfollano centinaia di profughi verso gli Usa .
E certamente ci sarà da augurarsi, che fra civili in fuga, non si nascondono terroristi.
Perché ovvio che questo rischio ci sia e che sia alto. Gli aereoporti sono presi d’assalto, generando vittime, fra chi cerca di fuggire.
Se qualcuno pensa, che quello dei talebani, possa mai essere un governo, che abbia un riconoscimento internazionale, di accondiscendenza, cade in un grande errore.
Lo ribadisco, si tratta di un governo di terroristi, imposto con l’uso della forza e della violenza. Unico loro linguaggio.
L’Europa e l’Italia in particolare, devono fare sentire il loro dissenso internazionale, oltre che porre in salvo i civili, per come questa parabola si sia malamente conclusa.
Ci si renda conto, che ci sarà in esodo di proporzioni bibliche. E che anche ciò peserà, sui singoli paesi. Mostrando tutta l’ estrema fragilità, di una serie di scelte errate. Dall’inizio di questa questione, sino al suo epilogo attuale. E mentre i bambini vengono lanciati nel vuoto al di là del muro …’salvate almeno loro..’ urlano le madri…Benvenuti all’inferno.