A 50 anni dalla nascita degli organi collegiali la partecipazione dei genitori continua a latitare
ANCHE QUEST’ANNO I GENITORI REGGINI DI 72.500 ALLIEVI DELLE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO SONO STATI CHIAMATI ALLE URNE PER IL RINNOVO ANCHE DEI CONSIGLI D’ISITUTO
Dopo la riapertura delle scuole a settembre, il passo successivo non meno importante nella organizzazione scolastica è il rinnovo degli O.O.C.C. declinati in ogni ordine e grado di istruzione pubblica.
Le operazioni di voto per gli organi di durata annuale e quelle per il rinnovo annuale della rappresentanza studentesca nel consiglio d’istituto delle istituzioni scolastiche d’istruzione secondaria di II grado si sono svolte entro il 31 ottobre . Per quanto concerne invece le elezioni per il rinnovo dei Consigli di Circolo/Istituto scaduti con il decorso anno scolastico, nonché delle elezioni suppletive nei casi previsti, la data delle votazioni è stata fissata nei seguenti giorni , DOMENICA 24 NOVEMBRE 2024 (dalle ore 8:00 alle ore 12:00) e LUNEDI 25 NOVEMBRE 2022 (DALLE ORE 8,00 ALLE ORE 13,30).
L’utenza scolastica nella provincia reggina a vario titolo interessata è piuttosto numericamente consistente : alle urne sono stati già chiamati i genitori dei 72.500 studenti delle scuole di ogni ordine e grado e ci ritorneranno in quegli istituti dove, come si diceva, sarà rinnovato il Consiglio d’Istituto. Gli oltre 28.000 allievi delle scuole superiori sono stati invece impegnati nel rinnovo della loro rappresentanza.
Per molti si tratta solo di adempiere a degli obblighi previsti dalla legislazione, per alcuni, invece, significa ancora realizzare quelle forme di partecipazione e democrazia tanto utili quanto necessari per una sana gestione della scuola pubblica italiana.
A mancare agli appuntamenti elettorali, purtroppo, sono spesso le famiglie, soprattutto nella scuola secondaria di secondo grado, forse perchè si avverte una certa stanchezza dovuta alla disillusione: può darsi!
E pensare che quest’anno gli organi collegiali hanno compiuto a maggio scorso 50 anni. Sono nati con la legge delega 477/1973 (per questo vengono chiamati ance Decreti Delegati) poi attuata dal Decreto dal DPR 416 del 31 maggio 1974 e hanno istituito, tra le altre cose, i Consigli di Classe e d’istituto con i rappresentanti dei genitori e alla secondaria degli studenti. Obiettivo? Estendere alle famiglie la partecipazione alla vita della scuola.
Al Consiglio d’istituto spetta, ad esempio, oltre all’approvazione del bilancio, quello del Piano dell’offerta formativa, del calendario scolastico, dei criteri per la formazione delle classi, dell’acquisto dei beni necessari. Il Consiglio di classe si occupa dei provvedimenti disciplinari a carico degli studenti e fa proposte educative e didattiche al Collegio dei docenti.
Mezzo secolo dopo, si può dire, per, che gli Organi collegiali sono invecchiati piuttosto male:per le elezioni dei rappresentanti dei genitori votano in pochissimi, mentre fanno eccezione gli studenti, che però votano in orario scolastico.
Nel febbraio del 1975 votarono in più di dieci milioni. Imponente fu la partecipazione alle prime votazioni scolastiche con percentuali di votanti mai più raggiunte in seguito: oltre il 70% tra genitori e studenti, quasi l’85% tra il personale scolastico. Per settimane, per non dire mesi, sui maggiori organi di informazione si parlò del futuro della scuola e dei possibili rapporti con la vita sociale, culturale, produttiva. I lettori più anziani ricorderanno le grandi attese che accompagnarono questo tornante della vita scolastica.
La circostanza elettorale va, perciò, enfatizzata perché è auspicabile che almeno quest’anno si registri una inversione di tendenza rispetto ai dati partecipativi degli ultimi anni, quando il voto complessivo dei genitori ha toccato i minimi storici.
Infatti, nell’istruzione primaria i genitori interessati alle elezioni negli ultimi anni in Calabria sono stati mediamente il 33,5%, nella scuola secondaria di primo grado il 28,5% e nella scuola superiore appena il 12,5%. Il problema ,si è notato, è soprattutto alle superiori,la presenza dei genitori è inversamente proporzionale all’età del figlio.
In questa prima fase ,dalle prime risultanze, la percentuale di partecipazione si è mantenuta secondo gli standard precedenti, con alcune positive eccezioni, soprattutto negli istituti comprensivi . E’ sperabile che per il voto di novembre ci sia un vero e proprio cambio di rotta.
La profonda crisi dei rapporti scuola- famiglia sta assumendo, ormai, forme al limite del patologico. Le famiglie disertano questi appuntamenti segno che in pratica credono poco alla effettiva utilità della loro presenza negli Organi collegiali, e non è raro che dei genitori si trovino eletti come rappresentanti “in contumacia” o siano quasi costretti ad offrirsi come vittime sacrificali perché all’assemblea i presenti si contano sulle dita di una mano. Eppure, il dato percentuale della partecipazione dei genitori alle elezioni del Consiglio di Istituto costituisce uno degli indicatori di qualità nel RAV, il rapporto di autovalutazione della scuola.
Negli ultimi anni sta montando tra i docenti una diffusa insofferenza per la presenza nella scuola dei genitori, visti sempre più come i sindacalisti dei propri figli. Parallelamente si può constatare una diffusa diffidenza e insoddisfazione di molti genitori nei confronti dei docenti accusati di non ascoltare le richieste delle famiglie e di non preoccuparsi fino in fondo del successo scolastico degli alunni, un malessere che si concretizza in una microconflittualità continua e sicuramente in un disinteresse per la partecipazione alla vita scolastica e agli organi collegiali.
Anche le ultime vicende legate a processi di dispersione e abbandono e di violenza minorile richiamati in questi giorni dalla stampa evidenziano come vada rinsaldata l’alleanza tra pianeta famiglia e pianeta scuola.
Rilanciare, dunque, su basi nuove il ruolo dei genitori, partendo dal territorio, dal comune, dalla provincia, dalla regione. Personalmente penso, ad esempio, che un grande ruolo potrebbe avere un consiglio scolastico comunale composto dai genitori rappresentanti di classe e di scuola, sia pubbliche che private. Questi genitori ,molto rappresentativi potrebbero operare come consulenti per l’assessorato alla pubblica istruzione e anche svolgere attività autonoma diretta su alunni e genitori.
Inoltre, uno spazio genitori comunale servirebbe a rigenerare un comune sentire genitoriale che si è spappolato o addirittura disperso.
Insomma non genitori sindacalisti dei figli, ma genitori “progettuali”.
Loro sono la chiave di tutto. Lo aveva capito 54 anni fa Don Milani che così apre la sua “Lettera ad una professoressa”:”Questo libro non è scritto per gli insegnanti, ma per i genitori. E’ un invito ad organizzarsi”.
Reggio Calabria Novembre 2024 Prof. Guido Leone
già Dirigente tecnico USR Calabria