Si arricchisce di ulteriori opere a tema la mostra “La scelta di Adamo” di Rosella Cerra, Sonia Talarico e Tonino Iozzo. Dopo il successo dell’inaugurazione dell’Otto Marzo, il 22 si replica e si amplia l’esposizione. Gli eventi sono curati da Antonella Beatrice Bongarzone, direttrice della Casa Museo Gullo e Giovanna Adamo, presidente della Associazione Arte Antichità e Passato Prossimo che li hanno patrocinati e sponsorizzati. Gli eventi si tengono presso il Laboratorio d’Arte di Rosella Cerra, in via Pirandello n. 7 a Lamezia Terme (CZ).
Dalla ricerca delle nostre origini, con un ritorno alla purezza all’essere “bambini”, alla ricerca di una nuova spiritualità, attualizzata anche nella figura di Gioacchino da Fiore. Un percorso che ha portato l’Umanità dai giardin dell’Eden verso un futuro incerto e pieno di sofferenze. Questo quanto emerso dal dialogo svoltosi l’Otto marzo. L’elemento attorno al quale si è svolta la presentazione è stato l’albero ed il suo legno, presente in tutte le opere esposte.
l tema centrale del 22 marzo è “la materia ed il segno”. Quale è il messaggio, ancora da codificare, che l’umanità ha lanciato all’inizio del suo percorso? E quale è il ruolo dell’artista? Tramite la materia ed il segno l’artista delinea e descrive l’intuizione, la sensazione, cercando di interpretare il linguaggio primordiale. Ma sono anche gli strumenti attraverso i quali si cerca di trasmettere una idea, un concetto, ma anche un linguaggio rinnovato.
Nella inaugurazione dell’8 Marzo è intervenuto per primo Tonino Iozzo, scenografo teatrale. «Con il pensiero moderno darwiniano abbiamo portato avanti la teoria dell’evoluzione per cui tutta questa spiritualità viene cancellata. Ma in noi qualche seme rimane perché poi andiamo sempre in cerca della spiritualità che comunque ci sfugge. Io ho posto una sorta di enigma, di questo Adamo che si interroga e si chiede quale è il suo futuro. Che è quello scientifico, quello materiale. Se è giusto o sbagliato ce lo diranno i tempi. Ma rimaniamo in una dimensione in cui ci facciamo delle domande su quello che è stato il nostro passato».
È intervenuta poi Sonia Talarico. «L’arte per vivere felici. L’artista deve pensare di essere bambino, alla semplicità. Io sono questa, a contatto con la natura, con gli elementi naturali. E i bambini mi ricordano questo contatto e mi fanno ritornare bambina. Per quanto sia semplice, questa performance è talmente complicata che ci vorrebbero testi per scriverla.il mio è stato un modo un po’ per uscire da quello che noi ci costruiamo attorno a noi. Io ho assaggiato il colore, fatto con elementi naturali, che è la lingua del serpente. E lì si prende coscienza e ritorni ad essere te stesso, all’origine, una monade a contatto con Dio»
Infine, Rosella Cerra, che ha ospitato l’evento. «Il mio lavoro si ispira a Gioacchino da Fiore. Con una interpretazione mia delle figure del Liber Figurarum. In particolare, all’Albero dei due Avventi, o anche l’Albero dell’Umanità. Alle tre ere di Gioacchino, quella del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, aggiungo quella della Madre. O di Maria Maddalena, perchè c’è tantissimo che non si conosce, tantissime cose anche negate dalla Chiesa. Ma quanta responsabilità ha la Chiesa sulla interpretazione dei Testi sacri riferiti sia a Gesù Cristo ma anche al Vecchio Testamento, che sono stati reinterpretati e manipolati per arrivare ad una visione prettamente patriarcale della Genesi».
Dal pubblico interviene il noto critico Teodolinda Coltellaro che apprezza i lavori esposti ed il tema trattato. «Sono stata attratta ed incuriosita da questo titolo. Decliniamo al femminile – aggiunge- essendo una giornata in cui effettivamente è il miglior modo in cui elaborare questa dimensione importante che diventa poi creativa, spirituale, e che non ha niente a che fare con quelli che sono gli stereotipi che danneggiano il parlare di donne in certi contesti, come oggi. Avete scelto la maniera migliore per far si che si parlasse di arte, dire al femminile è anche una “diminutio”».
Interviene anche Antonio Colosimo, presidente dell’Associazione Pramantha che negli anni passati, a ridosso degli anni 2000, proprio in questi spazi ha mantenuto attiva la galleria d’arte Pramantha Arte Contemporanea. Ha ricordato una importante mostra che si è tenuta in questi spazi “Palpito Mediterraneo”, alla quale hanno preso parte anche alcuni degli artisti presenti. Un apprezzamento quindi anche per un luogo nel quale si ritorna a parlare di arte e di cultura, in una città che non ancora destinato uno spazio pubblico all’arte contemporanea.