20 maggio 2020, a cinquanta anni dallo Statuto dei Lavoratori
Ill.mo sig. Prefetto,
scriviamo per rappresentarLe, con la presente missiva sintetica, la situazione di estrema gravità riguardante numerosi posti di lavoro della nostra città.
Già in precedenza abbiamo avuto modo di evidenziarLe come in alcuni ambiti lavorativi le misure antivirus siano state applicate in modo troppo superficiale o, addirittura, assenti: ad esempio la contaminazione di dipendenti all’interno della Coop, risolta con una giornata di chiusura senza sottoporre a tampone il personale e l’utenza venutane a contatto. In più, nei giorni a seguire il personale addetto alla distribuzione delle derrate alimentari con gli autoarticolati– come abbiamo sottolineato – ci contattava perché avveniva in più punti vendita nei paesi chiusi per contagio da Covid-19, per poi procedere per altri centri della provincia o della regione.
Abbiamo avuto anche rassicurazioni da parte di codesti uffici, verbalmente, che la prefettura era attenta a tutte le situazioni segnalate in particolar modo dove bisognava adottare tempestivamente e senza indugio ogni provvedimento necessario al fine di inibire lo svolgimento di tutte le attività non strettamente connesse al funzionamento dei servizi essenziali, dovendosi ritenere ogni attività ulteriore causa di pericolo e di danno per la pubblica incolumità.
Oggi in occasione del 50° anniversario dello Statuto dei Lavoratori, ed a seguito delle direttive del governo ai Prefetti per l’attuazione dei controlli anti pandemia, Le sottoponiamo alcune considerazioni da inoltrare al governo, che preoccupano la USB ed il tessuto sociale della città in cui lavoriamo a stretto contatto.
Crediamo che il Decreto Rilancio sia solo un grande regalo a padroni e Confindustria a fronte di poche briciole per famiglie, lavoratori e piccole aziende, e, ripetiamo, a 50 anni dalla nascita dello Statuto dei Lavoratori, i loro diritti sono spariti. In campo è rimasta solo la libertà d’impresa.
Un nuovo patto sociale firmato dal governo Conte con Confindustria, Cgil, Cisl e Uil mette a disposizione delle imprese più grandi con un fatturato superiore a 50 milioni, un fondo di più di 50 miliardi attraverso la Cassa Depositi e Prestiti: una massa di denaro al servizio degli interessi delle grandi aziende private.
Dove finiranno questi soldi, a cosa serviranno, che controllo eserciterà lo Stato? Il governo rassicura le imprese: li gestiranno loro, il pubblico non entrerà nella governance delle aziende.
RIPETIAMO a fronte della “fame” che si respira nella città, come USB, questa risoluzione è un fenomeno allarmante! Anche alla luce dell’impegno della USB in città con il progetto “uniti nella distanza” solidalmente ad altre due associazioni con la distribuzione di alimenti per vivere alla giornata – medicinali – abbigliamenti – libri – centro di ascolto…( oltre 1330 nuclei).
Per tutti gli altri resta ben poco: qualche settimana di cassa integrazione, un bonus di 400 euro per due mesi non cumulabile, 600 euro per chi non ha un contratto, con una interminabile attesa per ottenere i compensi. Ed un permesso di soggiorno a breve scadenza per alcuni, giusto il tempo di portare a termine i raccolti.
Che poi è lo stesso messaggio dato agli infermieri, assunti a tempo determinato per fronteggiare l’emergenza, per poi rimandarli a casa. Grazie alla nostra risolutezza in questi giorni, tra trattative con il governo e commissari, siamo riusciti a portare a casa un modesto risultato in termini di assunzioni.
Ancora lacune vengono registrate nei trasporti pubblici locali dove le corse sono diminuite, i controlli azzerati e la gente viaggia affollando i mezzi pubblici con grave pregiudizio per gli operatori e gli utenti.
Per concludere Ill.mo Sig. Prefetto, crediamo che dopo il fallimento evidente delle privatizzazioni, il governo invece dei necessari cambiamenti continua sullo stesso terreno affidando a “padroni” nuovamente la gestione del paese.
Come USB in tutte le piazze del paese oggi rivendichiamo e la invitiamo a farsene portavoce:
✓ Redditi e salari sicuri per tutta la durata della crisi. Non un reddito di emergenza ma una misura universale e individuale che copra tutti i periodi di non lavoro;
✓ Assunzioni e internalizzazioni nel settore pubblico, a cominciare dalla sanità, dalla scuola e dalla ricerca;
✓ Salute e sicurezza sui posti di lavoro ed introduzione del reato di omicidio sul lavoro;
✓ Investimenti pubblici nei settori strategici, nell’ambiente e nella cura del territorio, nelle case popolari, a controllo e gestione pubblici;
✓ Permesso di soggiorno per ricerca di lavoro;
✓ Riduzione dell’orario a parità di salario;
✓ Cancellare le limitazioni al diritto di sciopero e della democrazia nei posti di lavoro.
Ci permettiamo di scrivere ulteriormente, come alcuni irrigidimenti e disinteresse nei posti di lavoro stiano facendo scivolare la pandemia in corso verso un punto di non ritorno, inaccettabile per la nostra comunità già stremata da mesi di non lavoro e conseguente mancato reddito.
Una sottovalutazione alla ripresa dell’attività molto discutibile in termini di sicurezza nei luoghi di lavoro, rende a noi l’impressione, attraverso i lavoratori, che i possibili contagi siano vissuti come “ UN ” problema e non come necessità su cui intervenire per l’incolumità di tutti.
In attesa di leggere copia dell’inoltro della presente al Presidente del Consiglio dei Ministri nella Sua veste di rappresentante del governo nella città, Le inviamo distinti ossequi.
Catanzaro, 18 maggio 2020
p/Coordinamento Confederale USB Catanzaro
Antonio JIRITANO