“14 Marzo 2024: Giornata mondiale del rene

DONARE  É  GESTO D’AMORE ! LA TESTIMONIANZA DEL  DR. PINO PARDO CHE  –  DOPO 12 ANNI DAL TRAPIANTO DEL RENE CONDUCE UNA NORMALE “NUOVA” VITA SERENA – INVITA ALLA DONAZIONE DI ORGANI E TESSUTI; PASSARE DALLA SOLIDARIETÀ DIFFUSA ALLA CULTURA DELLA DONAZIONE. QUESTO É ANCHE UN APPELLO PERCHE È NECESSARIA UNA MAGGIORE SENSIBILIZZAZIONE DEGLI STESSI OPERATORI SANITARI, SOPRATTUTTO QUELLI DI BASE, DELLA SOCIETÀ CIVILE E DELLE ISTITUZIONI TERRITORIALI A PRESCINDERE DAL COLORE POLITICO. L’U.O.C. NEFROLOGIA DEL G.O.M. (GRANDE OSPEDALE METROPOLITANO) “BIANCHI–MELACRINÒ – MORELLI” DI REGGIO CALABRIA, IN OCCASIONE DELLA “GIORNATA  MONDIALE  DEL  RENE”,  APRE LE SUE PORTE PER OFFRIRE CONSULENZE GRATUITE. L’U.O.C. NEFROLOGICA REGGINA MI HA CURATO E TENUTO IN DILIGENTE POSIZIONE CONSERVATIVA PER SEI ANNI FINO A QUANDO un giovane ventottenne, a Siena, alla guida di una moto, in un soleggiato pomeriggio di primavera, muore per trauma cranico a seguito d’incidente stradale. I genitori decidono fare dono degli organi del loro figlio e un rene di quel ragazzo viene a me donato trapiantato dalla straordinaria équipe di Medici del Centro Trapianti Renale ARNAS – Civico di Palermo.

Sono grato al papà ed alla mamma del giovane che, nonostante il peso della tragedia subìta, hanno deciso di donare gli organi del figlio.

Riconoscenza al Dott. Antonio Amato dell’Ospedale di Palermo, gentiluomo cui va il mio apprezzamento più sincero per la precisione, competenza e gentilezza nelle cure post-trapianto e tuttora mia sicura guida.

Grazie di cuore alla Dott.ssa Stefania Conti ed al Dott. Rosario D’Amore per il loro instancabile, valido aiuto nel seguirmi – nelle cure prescritte in follow-up periodico – qui dappresso nel Centro Dialisi di Taurianova (RC).

Ora una “parte”, un rene, di quel giovane donatore vive – realmente – nel mio corpo perché ho creduto nella bellezza dei miei sogni e poiché la gratitudine è sentimento che coltivo nel mio cuore, quotidiano è il mio pensiero nel ricordare il donatore che mi ha ri-dato Vita e permesso di passare dalla sofferenza al trionfo della gioia! E così ho ripreso in mano la mia Vita!

Dalla bella storia di solidarietà appena ora narrata, ho avuto molto ed è mio ardente desiderio dare molto,per cui il mio impegno – sull’argomento dialisi, donazione organi e trapianti – è tenace, fervido e costante, quindi, a prescindere dall’invito di scrivere sul tema, sento il dovere:

  • di richiamare l’attenzione sul problema di grande rilevanza sociale: la donazione di organi e tessuti, a scopo di trapianto terapeutico, come atto di civiltà e dovere morale;
  • di ringraziare, in tutti i suoi Componenti, l’A.I.D.O. (Associazione Nazionale Donatori Organi Tessuti e Cellule) per la fondamentale opera meritoria di già svolta e che continuamente svolge;
  • di sottolineare, tra l’altro, l’azione dall’A.N.E.D. (Associazione Nazionale Emodializzati) per la campagna di sensibilizzazione promossa sulla donazione e trapianto di organi come cultura di vita. ►

 

                                                   RENE con ghiandola surrenale

 

Grazie al progresso scientifico, la donazione ed il trapianto rappresentano una concreta speranza di vita per molte persone gravemente malate, destinate a una morte prematura.                                                                                                                                        

In Italia disponiamo di Centri Trapianto d’eccellenza che assicurano risultati qualitativi ottimi, ma non riusciamo a soddisfare il fabbisogno per la carenza di tessuti e organi da trapiantare perché manca, ahimè, la cultura della donazione. L’organo va offerto come un dono prezioso, e non come un dovere imposto perché dare gioia dà anche gioia: sembra impossibile finché non viene donato! 

Il problema principale è la carenza di organi, dovuta alla richiesta crescente di trapianti ed alle lunghe liste di attesa. Gli organi donati – meravigliosa dimostrazione di altruismo sono quindi provvidenziale risorsa che nelle mani del Medico – danno “nuova” speranza di vita ai fortunati pazienti idonei al trapianto.

Ci sono malati in dialisi da molti anni, le primavere sfioriscono e, mentre tutto scorre, restano in attesa di rene per il trapianto; il segreto della loro speranza è la volontà di uscire, da quel tunnel di melanconica sofferenza, con resilienza.

Nel trascorso decennio si è registrato un progressivo aumento delle donazioni, ma disinformazione, pregiudizi, dubbi, timori, individualismi non consentono di colmare il divario fra fabbisogno di trapianti e interventi realizzati, con la conseguenza della perdita di molte vite che potrebbero essere salvate. Il pensiero della donazione dev’essere fatto dominante del nostro vivere, diffonderlo deve essere compito della società civile solidale che riconosca il valore della vita ovvero l’esistenza di una pluralità di soggetti sociali capaci di azione autonoma e di regolazione dei comportamenti individuali ed orientati a risolvere problemi o a soddisfare esigenze comuni.

            Chi dona compie il “bel gesto” umano e generoso e dimostra massima sensibilità, maturità cristiana, ricchezza interiore, apertura al prossimo. La donazione degli organi è un atto nobile e encomiabile; la presente testimonianza intende offrire occasione di attenta riflessione, meditata ponderazione e considerazione in proposito. Il tema donazione è degno di esame scrupoloso, di un’analisi sempre più approfondita.

Anche di recente i dati pubblicati dal Centro Nazionale Trapianti del Ministero della Salute indicano che un gran numero di pazienti è ancora adesso in lista d’attesa per un trapianto di organi o di tessuti. Il mio stato di già dializzato, e ora di trapiantato renale, mi fa vivere in empatia con i pazienti e perciò ho la capacità di comprendere quelli che sono gli stati d’animo, gioia e dolore, di chi è in emodialisi, percependone quindi le emozioni, esortandoli ad allontanare la paura.

La vita è un dono ricevuto originato dall’atto di amore,e allora non possiamo non viverla  come dono, questa volta da ri-donare nell’attenzione all’altro, nel prenderci cura soprattutto del più debole, fragile, malato, di chi domanda la nostra vicinanza, il nostro affetto, il nostro tempo, i nostri beni materiali e, infine, i nostri organi perché la vita continui negli altri in un’umanità che si dimostra capace di amare e fare dire al trapiantato: la vita torna ad essere bella!