Il Cammino dello Spirito, XIX Domenica del Tempo Ordinario Anno B a cura di Don Silvio Mesiti

XIX DOMENICA  
        “Io sono il pane vivo disceso dal cielo ” Gv.6,41-51
 La nostra umanità  è dotata di anima e di corpo. Tutti e due elementi sostanziali, che realizzano l’essenza della persona umana.
Nelle pagine del vangelo, capitolo sesto di Giovanni,Gesù  risponde a queste esigenze delle folle che lo cercano e lo seguono, dando il pane materiale, ma affermando la necessità  di un pane soprannaturale, non come quello di MOSÈ, ma che viene da Dio  e che è  se stetto.”Io sono il pane disceso dal cielo”.
Non tocca alla chiesa risolvere i problemi materiali e della salute, ma allo stato ed alla politica, completamente purtroppo  assenti.
 
Di fronte a queste sue affermazioni, i giudei si scandalizzano e  lo contestano; “non è  costui il figlio del falegname e come può dire che viene da Dio?”
 
Essi, come in altre religioni,  crendono nella forza che viene da Dio, ma Contenuta nei libri: la legge, la TORÀ, per gli israeliti, la bibbia  per gli Ebrei, o il corano per i maomettani.
Per noi cristiani  la legge ( lex fundamentalis ecclesie) è  Cristo INCARNATO NELLA NOSTRA NATURA UMANA,  re dell’universo,DA ACCOGLIERE, CONOSCERE, oservando le sue leggi sulle quali saremo giudicati.
La liturgia domenicale ci prepara, come vedremo nelle prossime settimane, ad accogliere il mistero della Sua  presenza reale, nell’Eucaristia e nel vangelo, che non è  solo un libro sacro, ma vero sacramento IN PERSONA DI CRISTO.
Di fronte alla sua  affermazione, i Giudei si scandalizzano e mormorano tra loro contro Gesu : «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “io Sono il pane disceso dal cielo”?
Come è possibile che la salvezza del mondo provenga, a noi, da un uomo che poi sarà appeso ad un patibolo?
A questa domanda, che è  anche la nostra, rispondono le parole dell’apostolo Paolo, che nella sua prima lettera ai Corinzi così si esprime: « noi crediamo in Cristo, e CRISTO CROCIFISSO, scandalo per i Giudei, e stoltezza per i pagani, ma per chi crede è potenza, sapienza di Dio!» (1Cor 1,23-24). 
San Paolo sembra individuare, davanti alla croce di Cristo, due atteggiamenti da parte dell’uomo, tesi a rifiutarla, a neutralizzarla: innanzitutto lo scandalo e poi il considerarla stoltezza e follia.
Cosa dicono in prposito i  nostri tempi e la nostra stessa pratica religiosa?
 
       GESÙ RISPOSE LORO : 
«Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato.
Anche noi abbiamo molti precetti o leggi canoniche con compromessi 
con le autorità civili  dalle quali bisogna distinguersi (Chistus Domini)
Spesso la nostra religiosità  si vive con manifestazioni ritualistiche e formali, ma lontani dal mettere in pratica i consigli evangeloci delle beatitudini..
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Parola del Signore
Don Silvio Mesiti