Il Cammino dello Spirito, Festa del Cristo Re a cura di Don Silvio Mesiti

DOMENICA 24.11.24

FESTA DI CRISTO RE

Gv 18,33-37

“Tu lo dici: io sono re”

Fin dall’inizio della sua vita pubblica, e soprattutto nel corso della sua predicazione, Gesù, consapevole di essere il vero messia, annuncia l’avvento del Regno di Dio, regno di verità, di giustizia, di amore e di pace, atteso da tutti i tempi.

Gli apostoli e i discepoli che lo seguono fraintendono la natura della sua messianicità, pensando di ottenere posti di potere, soprattutto politico, rimangono molto delusi mentre insieme con Lui camminano verso Gerusalemme, dove compirà la sua missione, non con la liberazione dal potere romano, ma con la sua morte in croce, dove dimostra di essere Dio, che per amore dà la sua vita.

Sono i soldati che lo insultano: “se sei il re dei giudei, salva te stesso e scendi dalla Croce”.

Anche dalle folle che dopo la moltiplicazione del pane e dei pesci, volevano farlo re, Gesù si allontana, rimanendo solo, a pregare il Padre celeste, come farà nell’orto del Getsemani.

Terminata la sua missione, ed entrato nel tempio di Gerusalemme, all’umanità stanca e sfiduciata, forse come ai nostri giorni, a causa della violenza che dilaga nel mondo, Gesù annuncia l’avvento di un mondo nuovo fondato e sorretto dall’amore infinito di Dio Padre MISERICORDIOSO, “LENTO ALL’IRA E GRANDE NELL’AMORE”, in alternativa a quello predicato dai farisei e dal sinedrio.

Oggi ci dice il vangelo che proprio loro, scribi e farisei, come da tempo avevano deciso, lo conducono nel sinedrio, davanti a Pilato pretendendo la sua condanna a morte, senza nessuna accusa di reati specifici.

Sono schierati dinanzi a lui, i poteri della terra, quello politico, quali l’imperatore romano con Pilato, e quello religioso, i quali cercano di giustificare la sua condanna, solo per poter mantenere i loro interessi e privilegi, lontani da Dio e dalla vera giustizia anche umana.

Sono stranamente assenti nel pretorio di pilato gli apostoli, i suoi discepoli ed anche le folle, ma nella sua persona sono presenti tutti gli uomini disperati ma in attesa di speranza, in CRISTO sussistono i più poveri, la donna peccatrice, i lebbrosi, i ciechi, i deboli, i peccatori e coloro che sono in attesa di condanna nei tribunali, colpevoli o innocenti, senza alcuna possibilità di difesa.

Resta in piedi la potenza di Pilato, espressione, schiava dell’imperatore di cui ha paura, violento e capace solo di lavarsi le mani, di fronte ad UN POVERO CRISTO, “MA VERO FIGLIO DELL’UOMO”.

Di fronte al vuoto di dignità di Pilato che gli domanda: “tu sei re”, consapevole di possedere e TESTIMONIARE LA “VERITÀ DI DIO, Gesù risponde con chiarezza E CONSAPEVOLEZZA: “TU LO DICI, IO SONO RE, MA IL MIO REGNO NON È DI QUESTO MONDO”.

In quest’ultima domenica dell’anno liturgico, dopo che Marco, ci ha annunciato la fine del periodo nero lontano da Dio, e la caduta DEI POTENTI DELLA TERRA, il vangelo di Giovanni ci presenta la persona di CRISTO COME IL VERO RE DELL’UNIVERSO, CHE CON LA SUA PASSIONE, MORTE E RESURREZIONE, ha .realizzato definitivamente il vero regno di Dio, che con la sua provvidenza governa la storia dell’umanità intera, ma soprattutto individualmente dentro ciascuno di noi, se siamo capaci di svuotarsi delle nostre sicurezze, con una continua conversione, per fare spazio alla sua onnipotenza, diversa alle potenze e sicurezze della terra.

Egli come tutti i re, ha emanato le sue leggi che ogni cristiano ha il dovere di osservare per essere autentico suo seguace.

Preghiera:

“cuore di Gesù, certezza e vera speranza, regna su noi che proclamiamo insieme, i tuoi diritti di sovranità”.

Parola del Signore

don Silvio Mesiti