Riceviamo e pubblichiamo. Nota Stampa Simona Scarcella Sindaco di Gioia Tauro

La scienza della natura è una materia abbastanza complessa, il cui studio ed approfondimento ha dato un grosso contributo alla vita dell’uomo.

Tra i maggiori studiosi e scienziati di questa materia viene annoverato tale Charles Darwin, il quale dopo numerosi studi ha stabilito, attraverso la sua teoria dell’evoluzione della specie, che l’uomo si adatta ad ogni cambiamento che avviene attorno a lui e nel suo habitat naturale.

Purtroppo a Gioia Tauro tale regola ha un’eccezione.

Infatti il signor Aldo Alessio, “già sindaco di questa città” , non si è ancora adeguato al cambiamento che suo malgrado lo vede non più ricoprire la carica di sindaco e lo relega a cittadino qualunque.

Il povero Aldo non riesce ancora oggi a metabolizzare la cocente sconfitta elettorale di cui lui stesso è stato l’artefice e che male interpreta, avendo uno scarso fisic du role.

Il ” gia sindaco” , per l’ennesima volta, trova una rilevanza mediatica che mai nella sua vita ha avuto prima, e mediante lo strumento del comunicato stampa, che generalmente viene utilizzato da chi ricopre un ruolo istituzionale e non da chi rappresenta solamente se stesso, torna ad esternare il proprio pensiero.

A tal proposito si ritiene opportuno evidenziare come questa amministrazioni non stia portando avanti nessuna campagna di odio ma sta solo prendendo atto delle continue esternazioni di un ex sindaco che mentre scappa sta incendiando tutti i pozzi con il suo livore, rancore, odio e rabbia.

La cornice entro la quale si muove questa amministrazione non è quella della falsa rappresentazione della realtà bensì quella della VERITÀ, in quanto il sindaco ha sostenuto e sostiene, per come certificato dalla corte, che oltre al dissesto dichiarato negli ultimi cinque anni sono stati creati dall’amministrazione Alessio nuovi e tanti debiti , alcuni dei quali derivanti da negligenza ed incapacità.

Solo e soltanto per questo Aldo Alessio non è stato capace di governare.

Le giustificazioni ormai servono ben poco.

Il popolo ha deciso di cambiare è il già sindaco in queste decisioni del Popolo è stato ancora una volta determinante, poiché colpito da codardaggine fulminante non si è presentato al giudizio degli elettori ma ha pensato bene di tremare dietro le quinte e utilizzare qualcun altro.

Proprio come altri pupari hanno fatto con lui.

Ma non tutte le ciambelle escono col buco e nella fattispecie la ciambella non è stata messa in forno, in quanto nemmeno lievitata.

Il “gia sindaco” parla di persecuzione di dipendenti non allineati, fumose nomine ad personam, reintegro del marito del sindaco.

Ebbene ogni nuova amministrazione ha la facoltà del riconosciuta dalla legge di organizzarsi secondo proprie determinazioni.

Alessio è dispiaciuto nel vedere smantellato il castello di servi da lui stesso creato, e pensava che noi mantenessimo la sua struttura e i suoi adepti in modo che lui potesse essere ancora referente e protagonista di una nuova stagione.

Purtroppo per lui così non è stato e non sarà.

Ma l’elemento che non fa accettare il cambiamento, e che qui conferma la regola alla teoria dell’evoluzione della specie già citata in premessa, è la riammissione in servizio dell’architetto Francesco Mangione.

Lo stesso all’interno della struttura dell’ente riveste il ruolo di architetto e non di marito del sindaco.

Lo stesso è stato colpito da una vicenda giudiziaria per imputazioni diverse da quelle di altri colleghi che Alessio, irrispettoso delle persone, menziona in maniera inopportuna senza però citare altri dipendenti che pur colpiti da vicende più gravi non sono stati sospesi dal servizio perché difesi da qualche avvocato suo mentore.

Caro “gia sindaco” la decisione di reintegrare o meno un dipendente spetta all’amministrazione in carica e non a chi è già decaduto.

Infatti Aldo cuor di Leone, dopo aver trattato e valutato diversamente, con palese piglio discriminatorio altri casi non similari ma molto più gravi, e dopo aver ammesso che la sua giunta non si costituisse in giudizio nei suoi confronti, essendo imputato per reati contro la pubblica amministrazione commessi quando era sindaco, si appella ad una sospensione decretata per un periodo di tempo ulteriore a quello del suo mandato, che scadeva il 24 giugno. Peccato che lui avesse diisposto la sospensione di un dipendente dal 30 giugno al 31 dicembre , palesando così un atteggiamento irrispettoso, irriguardoso della legge, abusante del suo potere.

È comunque non si capisce come mai il principio di garanzia costituzionale previsto dall’articolo 27 comma 2 della costituzione Il quale afferma che “l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva “è stato fatto valere da lui per gli altri dipendenti E PER SE STESSO e non per l’architetto Franco Mangione.

Non si capisce come mai i presidenti di alcune testate giornalistiche online, amici e compari di Aldo Alessio, che oggi scrivono nella loro testata che non era opportuno procedere alla riammissione in servizio del Mangione, dimenticano di essere stati essi stessi colpiti da provvedimenti giudiziari e che essi stessi invocavano garantismo nei loro confronti.

Caro Alessio la pubblica amministrazione non si governa con l’opportunità bensì con la Costituzione in mano, quella Costituzione che ha consentito la reintegrazione in servizio di un dipendente crocifisso dal tuo odio e della tua volontà di persecuzione politica.

Infine prendiamo atto che durante la sua ultima arrampicata sugli specchi Alessio ha censurato la nostra richiesta di intervento da parte della corte dei Conti.

In merito è opportuno precisare che di fronte a un possibile danno derivante da responsabilità oggettiva, per il Sindaco è doveroso sentire il parere della Corte dei Conti la quale valuterà super partes.

Caro Alduccio, come affettuosamente ti chiamano i tuoi amici venuti dal nord a colonizzare Gioia Tauro e con i quali ti sei coalizzato per contrastare il percorso politico di questo sindaco e della sua libera amministrazione, ti invitiamo a fare un piccolo sforzo e ad adeguarti al cambiamento.

Fattene una ragione di non essere più il sindaco e di essere al contempo giudicato dal popolo come uno dei peggiori amministratori che questa città abbia conosciuto.

Rasserenati e stai tranquillo il tutto ti consentirà di non tentare improvvise arrampicate sugli specchi e di evitare quindi gravosi scivoloni.

Se puoi viviti una buona festa di Maria Santissima di Porto Salvo.

Il SINDACO

avvocato SIMONA SCARCELLA