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Quell’agibilità democratica mai garantita a Gioia Tauro, l’eterna incompiuta dello Stato: parla Anna Luana Tallarita

Ieri da Rinascimento Gioiese, oggi da política e intellettuale, attenta alle necessità di Gioia Tauro, sento la necessità di manifestare certamente vicinanza al Sindaco. Così come ha fatto il responsabile del gruppo Gioiese di FDI. Ma critico la miopia avuta, che oggi mostra una situazione non modificata. In cui, quella famosa agibilità democratica non garantita allora non lo è neppure oggi. Perché i gioiesi possano ricevere le risposte ai problemi quotidiani, grazie a un’attività regolare dell’ente comunale, da cui ricevere risposte alle proprie necessità. E alla mancanza di un ospedale valido, di lavoro e risorse, nonostante le percentuali importanti di introiti portuali. In lotta per la vita contro l’alta percentuale di inquinamento delle acque e di conseguenza del mare. 

Era il lontano giugno dello scorso anno e attraverso un comunicato davo voce alla mia decisione di astenermi dalle passerelle elettorali poiché scrivevo: ‘ prima di ritornare al voto crediamo sia necessario ripristinare l’agibilità democratica’ e continuavo dicendo: ‘ I cittadini di Gioia Tauro non meritano l’ennesima presa in giro, la politica ha fallito ed i rappresentanti dello Stato, alla guida del comune in seguito allo scioglimento, hanno dimostrato un’amara miopia ed un’incomprensibile superficialità nell’affrontare i vari problemi che attanagliano la nostra città: emergenza rifiuti, emergenza sanitaria, dissesto del manto stradale e difficoltà economiche. Davanti al fallimento dello Stato non si può pensare che basti avere dei concorrenti alla carica di sindaco per risolvere la situazione, ci vorrebbe piuttosto una presa di coscienza collettiva per capire se sia davvero il caso di continuare a recarsi alle urne per poi assistere ad un film trito e ritrito (…) ‘(Venerdì, 07 Giugno 2019 11:26 “Il Dispaccio”) 

Se pur sembra passata un’eternità, in un momento storico civile e sociale in cui si è vissuto qualcosa che non pensavamo fosse possibile, con questa pandemia. Eppure già da quel giugno, anticipando qualsiasi previsione postuma, ad oggi probabilmente ritardataria,  invitavo ad andare oltre la campagna elettorale. Per pensare a Gioia Tauro e le sue gravi questioni.
Valutazione non compiuta, da quei gruppi partitici o civici, che hanno proseguito e da cui è poi è stato eletto il nuovo Sindaco. Che oggi è al timone di Gioia Tauro, ma con serie difficoltà. Previsione la mia che veniva dalla costatazione della realtà. Proiettata in quel futuro che oggi, è il presente e che sa di amaro passato. In questa difficile e problematica città. E chiedevo, auspicando già per me stessa, il ‘ritiro dalle passerelle elettorali’ perché ci rendevamo profondamente conto del fatto che a Gioia Tauro non fosse cambiato nulla.. nonostante lo Stato avesse dato una parvenza della sua presenza, con i commissari che si sono succeduti. E le risposte attese dallo Stato, non c’erano state. 

Per la risoluzione di problematiche annose. Come quello della spazzatura in cui si naviga.. E delle ‘piscine’ – buche che s-coprono il manto stradale. O le selvagge foreste nei terreni incolti eo non costruiti..con serpenti e topi a scorrazzare liberi. E la lista é lunga.. Si, si sono viste le prodighe azioni di tanti volontari vicini al Sindaco e dei  depositari dell’ascia di guerra o dei colori partitici,  associazioni e altri. Tutti ci siamo messi in gioco per Gioia. Ma può bastare? No. E oggi si tirano le somme. 

Mi auguro che chi possa, abbia la mia stessa lucidità e la prospettiva verso il futuro, per arrivare a decidere qualcosa di provocatorio. Necessaria è oggi, come ieri, un’azione forte congiunta che possa smuovere uno Stato che sempre troppo cieco, guarda.. Ma non vuole vedere. Lasciando Gioia Tauro un’opera.. Eternamente incompiuta.