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Gioia Tauro, Citta’ Futura presenta il programma del candidato a Sindaco Aldo Alessio

Premessa

Intendiamo mettere al centro la democrazia e l’autonomia: il governo del popolo e per il popolo, i bisogni degli uomini e delle donne, la salvaguardia dei beni comuni, la realizzazione di nuove forme di democrazia diretta, al fine di trovare concreta attuazione attraverso un uso inclusivo del diritto e l’adozione di altre forme innovative e rivoluzionarie di partecipazione cittadina alla Cosa Pubblica.

Riteniamo che l’approccio partecipato e “dal basso” sia la quadratura del cerchio, perché favorisce una crescita civile della città, rappresenta un moltiplicatore di capitale sociale e tiene insieme equità ed efficienza, agevolando anche una allocazione più efficace delle risorse disponibili, superando una gestione tradizionale pubblica dei beni collettivi.

La valenza del principio di una partecipazione pubblico/comunità è innovativa ed ha già dimostrato, in altre realtà, che l’idea dei beni comuni non può che avere una utilità collettiva, perché si basa su un nuovo modo di fare politica e gestire i beni della comunità. Questo nuovo approccio si sostanzia anche attraverso una innovativa programmazione nelle politiche sociali. La lotta alla povertà e alle disuguaglianze è centrale ed è per questo motivo che intendiamo favorire i programmi di sostegno, l’adozione di progetti, declinando le politiche sociali come politiche attive, che partano dal diretto coinvolgimento delle cittadine e dei cittadini, senza indurre comportamenti opportunistici, bensì favorendo la crescita del capitale sociale.

Per questo riteniamo che, in una città complessa e difficile, non sia possibile realizzare alcun programma di governo se gli amministratori della “cosa pubblica” non porteranno avanti, contestualmente, anche un’azione politica concreta, efficiente, incisiva, di contrasto e di lotta contro la corruzione, la ‘ndrangheta e la criminalità organizzata presenti nel territorio.

La libera, pacifica e civile convivenza sociale di un popolo è possibile ottenerla solo se i cittadini, le persone oneste e per bene, che hanno a cuore le sorti e il destino della Città, nonché il proprio futuro e quello dei loro figli, si organizzano e partecipano fattivamente e democraticamente alla vita politica, sociale e culturale della Città, diventandone protagonisti attivi, a difesa del “bene comune” e a tutela dei loro sacrosanti “diritti di cittadinanza”.

Il diritto alla vita, innanzitutto, perché nessuno possa decidere sulla vita o la morte di un altro uomo.

Il diritto a un lavoro stabile, sicuro e duraturo, non uno qualsiasi, ma un lavoro dignitoso nel quale il cittadino possa riconoscersi pienamente, far vivere onestamente e decorosamente la propria famiglia, sentirsi compiutamente realizzato, possa esprimere e offrire alla società civile tutte le proprie capacità, culturali, intellettive, sociali e fisiche.

Il diritto ad una più equa e solidale ridistribuzione della ricchezza e delle risorse, al fine di contenere, ridurre ed eliminare le fasce di povertà ampiamente presenti.

Il diritto di avere diritti e di avere riconosciuti i propri diritti.

Il diritto alla salute e alla cura del cittadino che deve essere garantito dallo Stato.

Il diritto alla denuncia nei confronti di chi inquina il territorio e di opporsi civilmente alla barbarie, alla violenza, all’oppressione, alla prevaricazione e alla pervasività che l’incultura mafiosa e quella dell’omertà cercano d’imporre.

Il diritto di poter tranquillamente vivere in una “città normale”, senza ‘ndrangheta e senza criminalità organizzata, dove è possibile esprimere democraticamente, liberamente e compiutamente il proprio pensiero, per contribuire alla crescita culturale, sociale ed economica della Città, senza dover ricevere più violenze, ritorsioni, minacce, soprusi, angherie e sopraffazioni.

Il diritto alla libertà di intrapresa senza dover pagare racket e mazzette.

Il diritto ad avere un vero “libero mercato” dove l’unica concorrenza ammissibile, a parità di diritti, sia solo quella “leale” e “legale”, cioè quella della capacità dell’imprenditore di fare intrapresa in libertà, nel rispetto delle leggi vigenti e di vedersi riconosciuto, da parte delle banche, il diritto di accesso al credito.

Il diritto degli anziani di beneficiare di uno “Stato Sociale” che possa loro garantire, nella continuità del “patto generazionale”, una adeguata assistenza economica, sociale e sanitaria, che permetta loro di vivere dignitosamente e di trascorrere una tranquilla, felice e serena vecchiaia.

Il diritto dei cittadini poveri ad uscire dal loro stato di indigenza e di emarginazione sociale.

Il diritto degli studenti ad avere strutture scolastiche agibili, ricettive, moderne, sicure ed idonee, per completare la loro formazione scolastica finalizzata al lavoro, in un clima di serenità e tranquillità.

Il diritto a vivere in un ambiente pulito e sano, che non sia portatore di sostanze cancerogene come quelle che stanno mietendo vittime tra la popolazione.

Il diritto delle persone “diversamente abili” a ricevere dalla società una migliore assistenza, più prestazioni, ed avere una fattiva partecipazione e integrazione nella vita sociale.

Il diritto dei cittadini ad avere una “sana, onesta e competente” amministrazione della cosa pubblica, che sia in grado di farsi carico dei problemi più generali della Città e di venire incontro ai cittadini più disagiati e più bisognosi, agli ultimi, e di offrire alla Città l’erogazione di una variegata gamma di servizi sempre più efficienti, efficaci e solidali, la cui spesa pubblica dovrà essere sostenuta, innanzitutto da tutti i cittadini in ragione della loro capacità contributiva e secondo i criteri costituzionali di “progressività”.

Il diritto ad avere una nuova amministrazione che si ponga, finalmente, il raggiungimento dell’obiettivo dell’equità sociale, della riduzione e detrazione dei tributi attraverso il risanamento del bilancio comunale, l’aggiornamento continuo dei ruoli tributari e l’applicazione del principio di giustizia sociale: “pagare tutti per pagare meno”.

Tutto ciò è possibile ottenerlo e conquistarlo se il cittadino decide, finalmente, di uscire dall’indifferenza e dalla rassegnazione nella quale, da anni, si è oramai rifugiato a causa della “cattiva politica” che ha dovuto subire per lungo tempo e che gli ha fatto venire meno la fiducia nei confronti dello Stato e dei suoi livelli istituzionali, e se, vincendo la paura e spezzando le catene dell’omertà, decide di partecipare per scrivere la “storia della Città” da “protagonista attivo”.

Non è vero che in politica siamo “tutti uguali”, così come vorrebbero farci credere i corrotti, i delinquenti e tutti quei politici disonesti e collusi, a giustificazione delle loro malefatte, delle loro continue ruberie e saccheggi della cosa pubblica. Non tutta la politica è “sporca” e non tutta la politica è “cattiva”. Dipende da chi la fa! La politica vera, quella con la P maiuscola, se fatta da persone oneste, perbene e disinteressate, è un’arte nobile e antica, è l’agire quotidiano degli uomini, degli spiriti liberi che, con grande determinazione, vogliono scrivere la storia trasformando il mondo in uno nuovo e migliore.

Ciascuno di noi ha una sua storia personale, privata e pubblica, indelebile.

Dobbiamo, quindi, ricordarci del nostro passato se vogliamo costruire, in libertà e con impegno fattivo e costruttivo, un “futuro migliore”.

Per il raggiungimento di questi nostri obiettivi c’è bisogno del contributo di tutti: dell’impegno sociale dei cittadini gioiesi, dei giovani e delle donne, degli anziani, degli occupati, dei disoccupati e degli inoccupati, ma c’è anche e, soprattutto, bisogno di grande “passione politica”, impegno, forte spirito di abnegazione e grande “generosità”.

La Città, per cambiare, ha bisogno di te! Diventa “cittadino attivo”. Partecipa democraticamente al suo cambiamento!

 

 

 

 

 

 

IL PERCHÉ DEL NOSTRO IMPEGNO

 

Ci candidiamo, così come abbiamo fatto anche nel passato, per guidare una rivoluzione morale, etica, civile, sociale ed economica nella nostra Città. Per ricreare e rafforzare la speranza che è possibile costruire un futuro nuovo e migliore per tutti noi. Per formare una nuova classe dirigente di giovani amministratori in grado di dare una svolta radicale alla Città. Per rendere la città, ogni piazza, ogni strada, ogni edificio Pubblico, a misura di bambini, di anziani e diversamente abili. Per abbattere le barriere architettoniche, dotando, inoltre, gli scivoli di strutture di protezione che impediscano il parcheggio selvaggio delle auto, nelle prossimità. Per creare percorsi protetti per bambini, anziani, diversamente abili.Per ridurre le tasse a quei cittadini che denuncino alle competenti autorità il deposito e l’abbandono incontrollato dei rifiuti. Per consegnare ai nostri figli e alle nuove generazioni la “Città Futura”, una “Città nuova”, diversa e migliore di quella che noi abbiamo conosciuto ed ereditato dai nostri padri. Per dare una nuova identità al Popolo gioiese, dove i cittadini, al centro dell’agire politico quotidiano, possano sentirsi, finalmente e con orgoglio, di essere gioiesi!

Ci ricandidiamo, dunque, perché siamo stati sempre convinti delle grandi potenzialità di Gioia Tauro, delle sue risorse umane, che devono essere maggiormente valorizzate, a beneficio dell’intera comunità gioiese.

 

UN COMUNE MIGLIORE

 

Il Comune deve erogare servizi sempre più efficienti. Bisogna puntare sull’informatizzazione, che non significa semplicemente “utilizzare i computer” ma riorganizzare il funzionamento burocratico amministrativo, al fine di costruire un Comune ancora più efficiente, riducendo i tempi ed i costi per l’accesso dei cittadini e delle imprese agli uffici comunali e ai servizi pubblici locali. Informatizzare, infatti, significa eliminare i compartimenti stagni, presenti in ogni singolo ufficio che, a sua volta, deve interconnettersi, nel dare e nel ricevere, per ottimizzare al massimo e rendere proficue e produttive tutte le informazioni – anche quelle potenziali – che l’Ente possiede, al fine di rendere più funzionale, più snella, più efficace ed efficiente l’intera attività amministrativa, che potrà avere un costo molto più contenuto di quello attuale.

Questo si può ottenere modificando culturalmente e progressivamente la macchina comunale, per renderla più efficiente e sempre più vicina ai bisogni dei cittadini e delle imprese.

 

L’ORDINARIA AMMINISTRAZIONE

 

Il cittadino, prima di tutto!

In una città come la nostra, riuscire a garantire l’ordinaria amministrazione significa compiere una vera e propria “rivoluzione copernicana, culturale e sociale” nella vita quotidiana dei cittadini onesti e per bene, soprattutto delle classi sociali più deboli e indifese, che dovranno ricevere dalla pubblica amministrazione risposte sempre più puntuali e precise.

Ciò significa “essere al servizio dei cittadini”, i quali chiedono il riconoscimento dei loro diritti, che non dovranno più essere scambiati dagli amministratori per “favori e cortesie”, secondo le vecchie logiche di “politica clientelare”.

La pulizia della Città, lo spazzamento delle strade, del lungomare, della spiaggia, delle piazze e dei marciapiedi, la pulizia dei pozzetti fognari e dell’alveo del fiume Budello; un rinnovato arredo urbano e la continua cura e manutenzione del verde pubblico e del patrimonio immobiliare; la raccolta differenziata e ordinata dei rifiuti, la costante disinfestazione e derattizzazione del territorio; la realizzazione di un moderno, innovativo ed efficiente sistema di rete idrica, pluviale, fognaria e di pubblica illuminazione; un servizio di assistenza sociale adeguato, efficiente e puntuale, in grado di dare risposte concrete alle necessità delle famiglie, specie di quelle che vivono in assoluto “stato di povertà”; servizi di assistenza agli anziani che vivono in solitudine; l’andare incontro ai bisogni delle famiglie che hanno in casa persone disabili; un maggior controllo del territorio, per meglio contrastare l’illegalità diffusa: sono gli obiettivi minimi di quei servizi essenziali e primari, che l’amministrazione dovrà erogare ai cittadini.

 

PREMIARE IL CITTADINO ONESTO, OPEROSO E PERBENE

 

Il cittadino onesto, operoso e perbene, rispettoso della Città, della bellezza e del suo decoro urbano, che accetta e fa proprie le regole democratiche della civile e pacifica convivenza e che, con sacrifici e impegno, continua a pagare regolarmente e puntualmente i tributi comunali e collabora fattivamente e concretamente all’efficienza del servizio della raccolta differenziata, dovrà essere premiato con pubblici riconoscimenti e attraverso incentivi, che tengano conto di opportune forme di sgravi, detrazioni e agevolazioni tributarie e fiscali, nell’ambito del rispetto dei regolamenti comunali e delle leggi vigenti.

 

LA LEGALITÀ

 

Per troppi lunghi anni abbiamo conosciuto, nel nostro territorio, l’illegalità diffusa e siamo ben consapevoli dei guasti profondi, del degrado morale, civile, etico, del saccheggio del territorio, dei guasti ambientali, urbanisti e paesaggistici che essa ha generato, e, soprattutto, della grande povertà economica e sociale che ha contribuito a generare in Città, impedendone uno sviluppo ordinato, armonico e la creazione di nuovi posti di lavoro.

La legalità rappresenta, quindi, la più grande risorsa del territorio che, se applicata nel quotidiano, potrà sprigionare grandi energie sociali ed economiche, tali da creare nuove opportunità di lavoro, sviluppo, benessere e occupazione.

L’amministrazione comunale avrà, quindi, l’arduo compito di cimentarsi, con rinnovato impegno, a “traghettare la Città sulla sponda della legalità”.

Non c’è e non ci potrà essere alternativa alla legalità se vogliamo, finalmente e definitivamente, affrontare e risolvere i problemi di un lavoro onesto, sicuro, duraturo e dignitoso, dello sviluppo sostenibile del territorio, di una maggiore occupazione, soprattutto quella giovanile in cerca di prima occupazione, e della sicurezza dei cittadini. 

Il rafforzamento della cultura della legalità ci consentirà di portare avanti un grande processo di cambiamento e di rinnovamento della vita sociale e democratica della Città, indispensabile per creare nuove condizioni di benessere, di lavoro, di sviluppo sostenibile e di occupazione di cui la Città ha tanto bisogno. In questo senso sarà di vitale importanza una fattiva collaborazione tra l’amministrazione comunale e le scuole, per individuare opportuni e condivisi percorsi educativi, finalizzati al radicamento della cultura della legalità partendo dai banchi di scuola.

E’ possibile rafforzare il già debole tessuto democratico cittadino se si avrà il coraggio di presentare “liste pulite”, di rifiutare pubblicamente i voti della mafia, di impegnarsi ad allontanarla dalla Casa comunale e, qualora si ravvisassero elementi di possibili condizionamenti o infiltrazioni al suo interno, neutralizzarla definitivamente, di chiedere ai cittadini elettori un voto libero, convinto, sostenuto, partecipato e di concorrere, attivamente e costruttivamente, al “buon governo” della Città, attraverso il confronto aperto e democratico, nei ruoli di maggioranza e di opposizione che gli elettori ci assegneranno.

 

LOTTA ALLA ‘NDRANGHETA, ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA, ALLACORRUZIONE E ALLA CONCUSSIONE NEI PUBBLICI UFFICI

 

La ‘ndrangheta e la criminalità organizzata, per consolidare ulteriormente il proprio potere di controllo del territorio e delle persone, tendono a far prevalere, fino a renderla cultura vincente e dominante, l’incultura della mafiosità sulla cultura della legalità. Bisogna impedire la penetrazione dei poteri criminali all’interno della casa comunale e lottare contro qualsiasi forma di corruzione nei pubblici uffici. La corruzione e l’economia criminale sottraggono ingenti risorse economiche alla collettività e, in Italia, ha oramai raggiunto livelli altissimi e non più tollerabili e sostenibili. Bisogna individuare corrotti e corruttori, prevenire qualsiasi forma di corruzione e impegnarsi a far sì che il Comune, primo presidio di tenuta democratica sul territorio, collabori pienamente con la magistratura e con le forze dell’ordine per garantire i diritti e le libertà di tutti i cittadini e, in particolare, delle fasce sociali più deboli e indifese.

Vigileremo e controlleremo affinché i Pubblici Ufficiali o gli incaricati di un Pubblico servizio non siano pervasi dalla possibilità di poter commettere delitti contro la Pubblica Amministrazione, sia nel caso di abuso di ufficio (concussione) che in quello di omissione o ritardo di un atto d’ufficio (corruzione). Eventuali casi accertati saranno denunciati alla Procura della Repubblica e l’Ente si costituirà parte civile contro di essi.

La nuova amministrazione, nel riconfermare la volontà politica di proseguire sulla strada già tracciata della costituzione di parte civile del Comune in tutti i processi di mafia, così com’è già avvenuto negli anni della “Primavera gioiese”, si impegna, altresì, ad esercitare un maggior controllo del territorio e a lottare contro qualsiasi forma di abusivismo. Inoltre, incoraggerà e difenderà coloro i quali hanno deciso o decideranno di collaborare con la Giustizia nel denunciare i malavitosi e si opporranno al racket e all’usura denunciando i propri aguzzini, l’usuraio o l’estorsore.

 

IL CODICE ETICO

 

Prima ancora che vengano presentate le liste, tutti i nostri candidati dovranno condividere, accettare e sottoscrivere il “codice etico” per la buona politica, che è vincolante per gli amministratori, così come proposto da “La Carta di Avviso Pubblico”, che fa parte integrante del nostro programma di governo. I nuovi amministratori, nell’accettare i principi di buon andamento e imparzialità, di disciplina e onore nell’adempimento delle proprie funzioni pubbliche, sancite dagli artt. 54 e 97 della Costituzione, si impegnano ad esercitare la funzione pubblica con spirito di servizio, diligenza, lealtà, integrità, correttezza, obiettività e imparzialità. Si impegnano, altresì, ad assicurare la totale trasparenza della loro attività pubblica e privata e della loro reale situazione patrimoniale, ad inizio e fine mandato.

 

LA “CITTÀ FUTURA”

 

Una Città che cresce solo a garanzia del benessere sociale e dell’arricchimento di pochi, che si limita a far diventare i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, non avrà futuro!

La “Città Futura” che proponiamo è, invece, una città che protegge i cittadini, che si fa carico dei loro problemi, che include, che investe nei servizi sociali, educativi, sanitari e culturali; una città in grado di programmare e progettare il futuro, che investe sull’innovazione tecnologica, sulla qualità delle risorse umane e ambientali, sugli insediamenti produttivi sostenibili e sulle infrastrutture del proprio territorio; una città che funziona, bella e sicura, operosa e prospera, che si muove e lavora, una città solidale e sana, in grado di offrire ai propri figli il diritto di vivere e lavorare con tranquillità, serenità, capace di far vivere le famiglie con quella dignità che scaturisce dal lavoro e che rende i cittadini più liberi e più determinati nell’assolvere, sino in fondo, i loro doveri di cittadinanza.

Ciò significa impegno e partecipazione della parte migliore e sana dei cittadini, che dovranno farsene carico con uno spirito di “crescita globale” attraverso la diffusione e il rafforzamento della “cultura dell’accoglienza, della solidarietà e della legalità”. Ci potrà essere progresso solo se tutti noi assieme, Istituzioni, Scuola, Chiesa, Associazioni, Cittadini, Forze politiche e sociali daremo, disinteressatamente, il nostro fattivo contributo alla crescita globale della Città. 

Scrivere un’altra storia è possibile. Dipende da noi!

 

UN NUOVO PATTO DI CITTADINANZA

 

Per ridisegnare la “Città Futura” è, però, necessario ridefinire una nuova idea di relazioni umane e sociali, un nuovo “patto di cittadinanza”, un nuovo progetto di convivenza civile, imperniato sulle responsabilità e sui doveri, oltreché sui diritti, e basato sulle regole fondamentali di legalità e solidarietà. Un nuovo “patto di cittadinanza” dove il cittadino onesto, operoso, perbene è chiamato, in prima persona, a dare il meglio di sé alla sua Città ma, nello stesso tempo, a ricevere i benefici non solo di una multi-gamma di servizi, sempre più efficienti e puntuali, ma anche incentivi che tengano conto di opportune forme di sgravi, detrazioni e agevolazioni tributarie e fiscali, nell’ambito del rispetto dei regolamenti comunali e delle leggi vigenti. Tutto ciò perché per noi vige la regola: Il cittadino, prima di tutto!

 

DONNE E UOMINI INSIEME PER COSTRUIRE “LA CITTA’ FUTURA”

 

Per costruire la “Città Futura” un’attenzione speciale, specialissima, spetta alle donne. Se vogliamo una città più attenta ai bisogni delle persone, più determinata nella difesa delle libertà, dobbiamo incentivare la partecipazione delle donne al governo della nostra società.

Per il raggiungimento del suddetto obiettivo è necessario rimuovere tutti gli ostacoli che si frappongono e, in particolare, promuovere e sostenere tutte le iniziative di carattere socio-culturali al fine di prevenire le diseguaglianze sociali e di genere. La violenza di genere non solo è la manifestazione estrema della diseguaglianza, ma anche la manifestazione di un deficit di democrazia. Quindi, dobbiamo rimuovere gli ostacoli con i quali si confrontano e si scontrano le donne per riuscire a procedere ad una uguaglianza sostanziale contro qualsiasi forma di discriminazione e di sottomissione che ancor oggi, nel 2017, le donne subiscono.

La nostra storia ci dice che le donne sono un vettore di democrazia. La loro presenza sulla scena politica è il segno di una democrazia conquistata e, nel contempo, una promessa di crescita per l’espansione e l’allargamento dei diritti umani. 

Ed è per tali ragioni che ci impegniamo a lavorare affinché “l’altra metà del cielo” possa essere eletta in Consiglio comunale, per uno spazio nuovo al femminile, garantendo una presenza significativa delle donne nella stessa assise e nella composizione della nuova Giunta municipale, nel rispetto di un’equa rappresentanza di uomini e donne, anche perché siamo convinti che la “Democrazia è parità: donne e uomini insieme”. La parola chiave, che può affrontare le sfide del nostro tempo, è la parola “insieme”. Essa costruisce la coesione sociale, la coalizione politica, il senso delle istituzioni. La democrazia, in tutto il suo significato sociale, costituzionale e politico, è paritaria.

La nostra “Città Futura” sarà la città che donne e uomini insieme, e solo insieme, possono costruire. Donne e uomini insieme nei luoghi della politica e delle decisioni, dunque. Elaborare insieme, partecipare insieme, decidere insieme è la migliore garanzia per il futuro.

 

POLITICHE GIOVANILI – FORUM DEGLI STUDENTI E GIOVANI GIOIESI

 

Le nuove generazioni hanno l’urgenza di essere ascoltate, di organizzarsi e di partecipare attivamente alla costruzione del proprio futuro. Tra i giovani avvertiamo, come primaria necessità, quella di un confronto con gli “adulti”, per colmare quel gap generazionale che, spesso, è fautore non solo di sfiducia ma anche di distacco verso le Istituzioni. Unire la componente giovanile gioiese, così diversa e variegata, è un compito primario a cui una classe amministrativa deve sapere adempiere.

La cura, il sostegno e la promozione delle nuove generazioni sono elemento fondamentale per le istituzioni che intendono creare uno stato di benessere generale, che consenta ai giovani di diventare cittadini attivamente coinvolti nella “res publica”. Offrire informazioni, promuovere opportunità, accogliere sollecitazioni sono gli obiettivi che l’Amministrazione intende realizzare e favorire, per incoraggiare il territorio in un progetto di crescita.

Il primo passo dovrà essere quello di istituire un ufficio preposto alle politiche giovanili, avente i seguenti obiettivi:

  • Favorire l’incontro e il confronto intergenerazionale
  • Promuovere la cultura del bene comune e della legalità
  • Promuovere le esperienze associative presenti nel territorio
  • Promuovere occasioni, strumenti e modalità di ascolto permanente
  • Sostenere interventi di socializzazione e di integrazione interculturale, anche per superare i fenomeni di disagio
  • Creare maggiori opportunità sociali, culturali ed economiche, affinché i giovani siano protagonisti dello sviluppo
  • Far crescere nelle nuove generazioni la cultura della cittadinanza attiva, tramite nuove forme e occasioni di partecipazione alla comunità locale
  • Valorizzare, sostenere e stimolare la creatività e la progettualità dei giovani, anche attraverso la creazione di workshop tematici
  • Diffondere la conoscenza dei servizi e delle opportunità per i giovani
  • Promuovere forme di interscambio con i giovani di altri Paesi
  • Agevolare l’accesso dei giovani alla pratica sportiva
  • Sviluppare le competenze ed agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro
  • Offrire ai giovani studenti strumenti ed opportunità per tradurre le idee in progetti di impresa

A sostegno delle politiche giovanili, si istituirà anche il Forum dei Giovani, inteso quale organismo di partecipazione, preposto ad avvicinare i giovani alle Istituzioni e le Istituzioni al mondo dei giovani.

Istituire un Forum giovanile e studentesco, libero e finalizzato allo scambio di idee, è il modo migliore per cercare di rispondere alle esigenze del mondo dei giovani, visto che le nuove generazioni rappresentano le basi portanti per la “Città futura” che abbiamo in mente; significa dare ai giovani una buona opportunità, perché il futuro sia nelle loro mani e perché facciano uscire il meglio di sé, a beneficio del domani della nostra comunità.

Il Forum sarà regolato da uno statuto, libero da vincoli partitici e che avrà come finalità quello di rappresentare i giovani del territorio nella forma più democratica, di stimolarli alla partecipazione attiva in seno alla vita pubblica, contribuendo alla formazione di un sano e robusto tessuto sociale, permettendo loro di disporre di un forte strumento di dialogo e relazione istituzionale con l’Amministrazione cittadina, attraverso l’elaborazione di proposte da portare all’attenzione dei membri del Consiglio Comunale.

 

LE CONSULTE DI SETTORE

 

Al fine di assicurare non solo l’effettiva partecipazione democratica di tutti i cittadini all’attività politico amministrativa, economica e sociale della nostra comunità, anche su base della rappresentanza per quartiere, ma anche per consentire agli Organi istituzionali di assumere decisioni responsabili e coerenti con le esigenze della comunità, ci impegniamo a costituire, così come prevede lo Statuto Comunale, le Consulte di settore, ossia organi permanenti di libere forme associative che hanno carattere consultivo e propositivo nell’ambito delle materie di propria competenza. Compito delle Consulte è quello della ricerca, dello studio e della proposta, di dare pareri e collaborare con la Giunta ed il Consiglio Comunale.

A tal fine prevediamo di istituire le seguenti Consulte:

  1. Consulta dell’Economia e del lavoro, delle arti e delle professioni
  2. Consulta per la tutela dell’ambiente, del territorio e dei beni culturali
  3. Consulta del volontariato e dei servizi socio-assistenziali
  4. Consulta dello sport
  5. Consulta delle donne (Forum)
  6. Consulta dei giovani (Forum).

 

IL LAVORO PRIMA DI TUTTO

 

Il lavoro è dignità. Il lavoro è libertà. Il lavoro garantisce il futuro!

Ma, nella società di oggi, il lavoro è il “grande assente” a causa sia della grave crisi economica, che stiamo vivendo in Italia e specialmente al Sud, ma anche per l’insensibilità dimostrata da vari governi nazionali e regionali rispetto alle problematiche del lavoro e alle aspettative dei nostri giovani, che stanno “invecchiando” dietro la ricerca di un posto di lavoro. Anche Gioia Tauro e la Piana, nonostante il porto, risentono e soffrono di questa crisi economica e istituzionale, che si riversa soprattutto sui giovani, non permettendone l’inserimento nel mondo del lavoro. 

Ecco perché l’Amministrazione comunale, tra i suoi primi obiettivi, avrà quello di mettere in piedi, all’interno di un progetto di sicurezza del territorio, una piattaforma di sviluppo economico e produttivo, in grado di creare lavoro e nuova occupazione, costruendo sul territorio le giuste alleanze tra i Comuni della Piana, la Regione, la Camera di Commercio e le OO.SS. dei lavoratori e degli imprenditori per aprire a Roma, con il Governo nazionale, un tavolo istituzionale a sostegno del rilancio del porto, della riconversione dell’area industriale, dello sviluppo complessivo della Piana nei vari settori quali il turismo, l’agricoltura, la conservazione, la difesa ed il rilancio del patrimonio storico, culturale, artistico e archeologico.

Un altro obiettivo, ma non meno importante, sarà quello di ribaltare i punti di debolezza della crisi interna (dissesto di bilancio, macchina comunale, sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani, pulizia della Città, spazzamento delle strade e delle Piazze, manutenzione e cura del verde pubblico, gestione degli impianti di pubblica illuminazione, controllo del territorio, dissesto idrogeologico, messa in sicurezza del territorio, ecc.), trasformandoli in punti di forza, facendo funzionare l’Ente con i criteri di una moderna impresa pubblica, garantendo efficienza, efficacia ed economicità.

Per vincere la sfida e per assicurare una vasta gamma di multiservizi ai cittadini, l’Ente dovrà, altresì, rivedere la sua pianta organica, stabilizzare i lavoratori Lsu – Lpu, e creare le condizioni per indire quei nuovi concorsi, necessari per coprire i posti vacanti, per l’assunzione di giovani disoccupati. Trovare, nel rispetto delle leggi e delle normative vigenti, le possibili e più eque soluzioni per sanare alcune spinose problematiche occupazionali, rimaste ancora aperte sul territorio, quali ad esempio quelle relative ai lavoratori licenziati del porto, dell’ex Piana Ambiente, dell’ex All Services, ecc.

Dobbiamo, quindi, creare, con tutti i soggetti istituzionali, le condizioni per sottoscrivere un “Patto Territoriale per il Lavoro, lo Sviluppo e la messa in sicurezza del territorio”, finalizzato al raggiungimento della massima occupazione sul territorio.

 

IL PORTO DI GIOIA TAURO

 

Il porto di Gioia Tauro, sito strategicamente nel cuore del Mediterraneo, è diventato, negli anni, un punto di eccellenza per la Calabria, il Mezzogiorno, l’Italia e l’Europa.

Questo importante hub portuale, che potenzialmente può esprimere di più, è stato orfano, in questi ultimi 16 anni, della giusta attenzione da parte delle varie Giunte Regionali della Calabria che si sono succedute e che, nonostante la centralità della nostra regione nel Mediterraneo con i suoi 800 km di costa, non hanno saputo o voluto sviluppare una politica regionale sull’intera portualità e in particolare sul porto di Gioia Tauro che, da solo, produce quasi il 50% dell’intero Prodotto interno lordo (Pil) privato calabrese e movimenta 1/3 di tutto il traffico merci che sbarca in Italia. I numerosi vantaggi iniziali del porto di Gioia Tauro, quali alti fondali e ampi spazi nell’entroterra portuale, in questi ultimi 16 anni, anziché essere migliorati e potenziati, per reggere la sfida guardando al futuro, sono stati depotenziati e volutamente indeboliti da parte della nostra classe politica.

Anche i vari Governi nazionali, che non hanno mai sostenuto, in Italia, una vera e propria “politica marinara e sulla portualità”, hanno grandi responsabilità sul porto di Gioia Tauro perché, anziché considerarlo come punto di eccellenza e, quindi, potenziarlo puntando ad una politica portuale strategica, che avrebbe sicuramente contribuito al rilancio dell’intera economia italiana e non solo, hanno preferito gestire i finanziamenti sui porti con interventi a pioggia, dettati più da calcoli elettoralistici locali, anziché da scelte lungimiranti. La stessa Autorità Portuale, la cui gestione fallimentare ha dimostrato tutti i suoi limiti, non è stata in grado di guardare al futuro del porto con una diversa angolazione, aumentando ulteriormente la capacità ricettiva del porto, verso uno scenario sempre più competitivo in grado di poter ricevere navi sempre più grandi le ULCS (Ultra-Large Container Ship), in una prospettiva di sviluppo di lungo respiro.

Nonostante questi forti ritardi, dovuti, soprattutto, alla mancanza di “un progetto strategico di sviluppo dell’area portuale e industriale”, è possibile rilanciare il porto di Gioia Tauro, sfruttando al massimo tutte le sue potenzialità, sia nel settore del transhipment che in quello della “polifunzionalità”, decantata da tutti i governi ma di fatto mai realizzata. Solo se Autorità Portuale, Comuni della Piana, Camera di Commercio, OO.SS. dei lavoratori e degli imprenditori, Città Metropolitana, Regione Calabria e Governo Nazionale, sinergicamente, attueranno una politica attiva, che dovrà tenere conto di alcune necessità strutturali ed organizzative per il suo rilancio e in particolare: l’istituzione della Zona Economica Speciale (ZES), che dovrà essere realizzata attraverso una adeguata e approfondita analisi economica, che tenga conto delle possibili interazioni tra i settori trasporti, energia e telematica, con gli sgravi fiscali previsti e con l’accordo di programma quadro su intermodalità e logistica, su cui sono stati già stanziati 750 milioni di euro, sarà possibile creare nuovo valore aggiunto, ovvero ricchezza e nuova occupazione.

Attivare con urgenza la procedura governativa per il riconoscimento della Zes da parte della comunità europea e mettere mano alla realizzazione delle infrastrutture viarie e ferroviarie, per facilitare il collegamento del porto nel sistema trans-europeo. 

Il porto di Gioia Tauro, dunque, dovrà avere la capacità di attrarre investimenti stranieri, tramite la ZES, e diventare un punto di attrazione per rendere conveniente far rientrare nel nostro Paese le aziende italiane delocalizzate all’estero, far arrivare nuovi clienti-armatori e farlo così uscire dall’attuale situazione di stallo in cui si trova a causa del monocliente MSC. E’ necessario istituire una vera e propria “Autorità Portuale”, che gestisca i porti calabresi, che sia in grado di rompere il monopolio di Contship, aprendo a nuove alleanze e a nuovi accordi sul mercato del transhipment mondiale e non solo, che sappia realizzare, altresì, un progetto concreto per la “Polifunzionalità” del porto, anche attraverso la realizzazione delle opere infrastrutturali funzionali al bacino di carenaggio. Bisognerà investire nella formazione e ricerca nel settore dei trasporti e nella logistica. Promuovere il porto di Gioia Tauro a livello internazionale per le sue elevate capacità organizzative e di sicurezza, nonché per la comprovata professionalità acquisita da parte delle maestranze portuali, riconosciuta a livello internazionale per la scelta del trasbordo delle sostanze chimiche.

Realizzare il “Polo logistico delle merci” e incalzare Trenitalia affinché porti a compimento il gate way ferroviario, investa nell’alta velocità e adegui le gallerie da Paola a Salerno alle nuove esigenze del trasporto dei container. 

Realizzare i lavori di viabilità per la costruzione delle opere previste e finanziate dall’Accordo di Programma Quadro l’APQ 2010.

Realizzare la Piattaforma informatica multimediale, che interesserà il porto e l’area industriale, che sarà in grado di fornire a tutti gli operatori del settore una multigamma di servizi informativi all’avanguardia, al fine di facilitare il trasferimento di documenti, di informazioni e di comunicazioni per snellire e velocizzare tutte le procedure burocratiche.

Prendere atto del fallimento dell’Asi di Reggio Calabria e programmare il passaggio dell’“Area Industriale” sotto la gestione territoriale dei comuni interessati e dell’Autorità Portuale, per la gestione territoriale unitaria del porto e dell’Area Industriale.

Nel 2003 è stata istituita nel Porto di Gioia Tauro la “Zona Franca di tipo II”, circa 80 ettari di terreno da utilizzare per lo stoccaggio, la distribuzione e l’assemblaggio delle merci in regime di sospensione del pagamento dell’Iva e dei dazi doganali, di cui nessuno parla mai e che gli imprenditori non utilizzano. Ci domandiamo perché l’Autorità Portuale non abbia mai prospettato agli operatori internazionali di logistica integrata le opportunità offerte da questa realtà?

Lottare e battersi affinché lo sdoganamento delle merci che vengono stoccate nel terminal, venga fatto a Gioia Tauro anziché a Napoli o a Genova.

La Zes dovrà attrarre le aziende che svolgono attività logistico-distributiva e, in particolare, nelle operazioni di importazione, di deposito merce, confezionamento, trasformazione, assemblaggio e riesportazione merce. Quella che oggi viene chiamata ZES altro non è che il perfezionamento, in chiave economica moderna, della proposta che il territorio aveva avanzato sin dagli anni ’80 sulla realizzazione del “Porto Franco”, modificata negli anni successivi in “Area Franca Industriale” sino al “Punto Franco” che nel passato non siamo riusciti a conquistare, grazie all’incapacità dei vari governi nazionali e regionali e che avrebbe potuto consentire l’arrivo, in un’area extra doganale, dei prodotti semilavorati industriali, da lavorare in loco, per poi rispedirne il prodotto finito. Bisognerà inserire il porto nel sistema viario e ferroviario transeuropeo, attraverso la realizzazione delle infrastrutture dei trasporti che lo colleghi all’Europa; all’ammodernamento di tratti di linea ferroviaria con l’allargamento delle gallerie ferroviarie al fine di consentire il passaggio dei container denominati “high cube”. Oggi vi sono limiti sia sulla sagoma dei container che dei semirimorchi che utilizzano la ferrovia e che richiedono una certa altezza delle gallerie: sotto il PC45 non passano i containers e sotto il PC70 non passano i semirimorchi, perché da Paola a Salerno le gallerie ferroviarie sono inidonee, ragion per cui a Paola bisogna deviare per Sibari, poi per Taranto e l’Adriatico. La lunghezza dei treni, quindi, rappresenta una pregiudiziale economica, in quanto da Gioia possono partire treni lunghi 550 metri, contro la lunghezza di 800 metri della linea francese, che si sta attrezzando per i 1000 metri. Il porto di Gioia Tauro, dunque, dovrà avere la capacità di attrarre investimenti stranieri, tramite la ZES, e diventare un punto di attrazione per rendere conveniente far rientrare nel nostro Paese le aziende italiane delocalizzate all’estero. Bisognerà investire nella formazione e ricerca nel settore dei trasporti e nella logistica. Infine, il governo nazionale e quello regionale dovranno recepire il concetto che i porti di transhipment sono cosa ben diversa dai porti tradizionali e, quindi, dovranno inserire, nei rispettivi bilanci, un apposito capitolo per le misure di sostegno al transhipment, in modo da renderlo più competitivo e concorrenziale rispetto agli altri porti, incominciando da Tangeri, attraverso la riduzione indiretta del costo del lavoro sulle maestranze portuali, l’abbattimento delle tasse di ancoraggio, sgravi fiscali, il ferrybonus per i treni combinati per il trasporto dei container e qualsiasi ulteriore strumento innovativo, che possa rendere più competitivo e più appetibile il porto di Gioia Tauro, rispetto agli altri porti stranieri che si affacciano sul mare Mediterraneo, dove il traffico dei container, in futuro, è destinato a salire, annualmente, sino a circa 20 milioni di container.

Se si continuerà a non capirlo, rimarrà il rischio di interventi a pioggia che, anziché rafforzare, indeboliranno ulteriormente il nostro sistema portuale nazionale, rendendolo meno competitivo.

 

L’AUTORITA’ PORTUALE

 

Bisognerà garantire al megaporto la sua autonomia gestionale e funzionale, anche attraverso la modifica del decreto Del Rio e difendere la candidatura di Gioia Tauro a sede autonoma dell’“Autorità Portuale della Calabria”. 

Gioia Tauro, rispetto al passato, ha bisogno di una vera “Autorità Portuale” in grado di programmare il futuro del porto. Per questo è necessario arrivare quanto prima alla nomina del Presidente dell’Autorità portuale, che non potrà essere il semplice ripescaggio di qualche “politico trombato” da ricollocare in qualche casella, bensì il frutto di una meditata scelta politica del Governo che sia in grado di individuare un manager, di elevata e comprovata professionalità nel settore portuale e dello shipping, con esperienza internazionale, e che sia funzionale al rilancio dell’intera attività portuale calabrese.

 

L’AREA INDUSTRIALE DI GIOIA TAURO E LA PIATTAFORMA LOGISTICA

DELLE MERCI

 

L’Area Industriale di Gioia Tauro dovrà essere inserita in un progetto di riconversione industriale. Non è più possibile immaginarla come area “cimiteriale” di capannoni industriali realizzati con i fondi pubblici della 488 o della sovvenzione globale, la cui attività risulta dismessa da oltre un decennio. Lo Stato dovrà riprendersi ciò che è suo e dare possibilità a giovani imprenditori, che vogliono scommettere sul loro futuro e sul futuro di Gioia Tauro e che presentano un progetto credibile e sostenibile, di potersi insediare all’interno di quei capannoni. In particolare, dopo aver valutato positivamente il progetto industriale da loro presentato, lo Stato dovrebbe trovare la forma di finanziarlo senza interessi e con una modalità di restituzione del finanziamento ricevuto attraverso la restituzione annuale della somma da calcolare su una determinata percentuale prestabilita sull’imponibile annuale dall’attività. Il giovane imprenditore dovrebbe beneficiare di sgravi fiscali e incentivi, in aumento o in diminuzione, in base al numero dei lavoratori dipendenti. Inoltre, è necessario rivedere il sistema degli incentivi, puntando sull’obiettivo che lo Stato offra adeguate e innovative misure di sostegno rispetto al passato, e in particolare: una riduzione indiretta del costo del lavoro, la detassazione degli oneri sociali e fiscali, forme di incentivazione economica legate alla creazione di nuovi posti di lavoro nell’area portuale e industriale; e disincentivando le imprese per ogni posto di lavoro in perdita. Dobbiamo prendere atto che l’Asi di Reggio Calabria ha fallito il suo ruolo nell’area industriale di Gioia Tauro, quindi, avanziamo la proposta che tutta l’Area Industriale venga assegnata alla gestione unitaria dei comuni all’interno dei quali ricade il territorio e dell’Autorità Portuale.

L’attività portuale potrà essere rilanciata e rafforzata se saremo nelle condizioni di costruire la “Piattaforma logistica delle merci” e cioè la capacità di aprire i container, di svuotarli e riempirli per entrare nella grande catena della ridistribuzione delle merci, che ci consentirà di creare così nuovo valore aggiunto, nuova ricchezza, nuove professionalità e nuovi posti di lavoro.

 

MOBILITA’ URBANA

 

Ripensare e realizzare un nuovo “Piano dei Trasporti” e della “mobilità” urbana e dell’hinterland in un “sistema città”, attraverso un lavoro di ascolto e partecipazione della cittadinanza, che può e deve esprimere i propri bisogni e che consenta un miglioramento della qualità della vita, grazie ad una maggiore facilità di movimento dei cittadini, per il raggiungimento dei punti di servizio pubblici e privati, degli insediamenti economici, commerciali, produttivi e di lavoro, rendendo competitivo il territorio.

Ripensare, quindi, ad un “sistema città” tramite une serie di servizi che colleghino il Centro con la Marina, l’Ospedale, le Scuole, il Porto e l’Area industriale, l’A3, ma anche i centri commerciali e produttivi.

Pertanto, riproponiamo: il progetto per la costruzione della “Tangenziale Est/A3, per collegare l’uscita dell’autostrada con il porto, che eviterebbe l’attraversamento della città da parte di mezzi pesanti; l’allargamento, con la realizzazione delle relative opere complementari, di Via Madame Curie, che consentirebbe di andare verso Rizziconi, bypassando il quadrivio Sbaglia; la realizzazione di marciapiedi e pubblica illuminazione lungo la S.P. 33 onde poter raggiungere lo stadio comunale “Stanganelli” in sicurezza. Programmare, progettare e realizzare una nuova strada, al fine di eliminare l’intasamento del traffico automobilistico, non più sostenibile, nel tratto della Provinciale 1 (ex Statale 111) compreso tra il Quadrivio Sbaglia e la Rotonda d’ingresso dell’autostrada A3.

Nell’ambito di un nuovo e moderno “Piano dei Trasporti”, la stazione ferroviaria di Gioia Tauro deve trovare una sua ottimale utilizzazione, in particolare nel settore di servizio trasporto passeggeri del grande bacino di utenza che è la Piana e la Locride. Mentre la Regione, utilizzando i finanziamenti dei Por 2015 – 2020, dovrà programmare il rilancio della Ferrovia Calabro Lucane (FCL), attraverso la realizzazione di una “Metropolitana leggera di superficie della Piana” con prosecuzione sino al terminal MCT, per agevolare la mobilità delle persone che lavorano nel porto e nell’area industriale.

 

PIEDIBUS

 

Da settembre a giugno, tutte le mattine, migliaia di studenti e genitori si muovono, disordinatamente, verso una medesima destinazione: la scuola. La maggior parte di famiglie gioiesi sceglie l’automobile, nonostante che un’altissima percentuale di esse abiti a meno di un quarto d’ora di tragitto a piedi dagli istituti scolastici.

All’insegna della mobilità scolastica sostenibile, una soluzione è il “PIEDIBUS”.

 

Perché il Piedibus:

Per fare movimento

Imparare a circolare

Esplorare il proprio quartiere

Diminuire traffico e inquinamento

Insieme per divertirsi

Bambini più allegri e sicuri di sé

Un buon esempio per tutti

Svegliarsi per bene e arrivare belli vispi a scuola

 

In molte città italiane si è realizzato, senza alcuna spesa aggiuntiva per il Comune, il Piedibus che è un semplice ritorno al passato, in chiave moderna, su come è possibile andare a scuola da soli divertendosi e contribuendo ad eliminare la congestione del traffico automobilistico che inevitabilmente si forma in città.

 

Cos’è il Piedibus:

  • Il Piedibus è un autobus che va a piedi, è formato da una carovana di bambini che vanno a scuola in gruppo, accompagnati da due adulti, un “autista” davanti e un “controllore” che chiude la fila.
  • Il Piedibus, come un vero autobus di linea, parte da un capolinea e, seguendo un percorso stabilito, raccoglie passeggeri alle “fermate” predisposte lungo il cammino, rispettando l’orario prefissato.
  • Il Piedibus viaggia con il sole e con la pioggia e ciascuno indossa un gilet rifrangente.
  • Lungo il percorso i bambini chiacchierano fra di loro, imparano cose utili sulla sicurezza stradale e si guadagnano un po’ di indipendenza.
  • Ogni Piedibus è diverso! Ciascuno si adatta alle esigenze dei bambini e dei genitori.
  • Il Piedibus è una realtà in molti paesi del mondo e inizia a diffondersi anche in

Italia.

  • E’ il modo più sicuro, ecologico e divertente per andare e tornare da scuola.
  • Il Piedibus può nascere in ogni scuola dove ci siano genitori disponibili

 

 

Al Sindaco si potrà chiedere di fare a piedi con loro il percorso per raggiungere gli

 

edifici scolastici, in modo che il primo cittadino possa identificarsi nei bisogni di

 

mobilità dei cittadini sotto il metro e mezzo e iniziare a trovare con loro soluzioni

 

per un migliore accesso a scuola

.

Si potranno organizzare attività ludiche e azioni dimostrative, dai blitz fotografici alle

multe simboliche, dai segnali stradali realizzati con i bambini alle decorazioni per

rendere la strada più colorata.

 

       

LA MACCHINA COMUNALE

 

Il Sindaco e gli Amministratori, per raggiungere l’“obiettivo primario” di realizzare il programma di governo, così come è stato proposto ai cittadini in campagna elettorale e approvato dagli elettori, dovranno, innanzitutto, riorganizzare la “macchina comunale”, che necessita di una rivisitazione e di una messa a punto sia degli uffici che dei servizi, per consentire all’Ente di ottenere massima efficienza, efficacia ed economicità.

Per il raggiungimento del suddetto obiettivo, è necessario rivedere la “pianta organica” che, tenendo conto della disponibilità di bilancio, dovrà essere funzionale alla “Città Futura” che si vuole costruire.

Bisognerà riqualificare la spesa pubblica, riorganizzare tutti i servizi, che dovranno essere erogati direttamente dell’Ente, al fine di raggiungere la massima efficienza, efficacia ed economicità, secondo criteri oggettivi, non più dettati dalla vecchia logica di “politica clientelare”, nel rispetto dei diritti e delle più elementari regole democratiche, premiando la fedeltà, la professionalità e la meritocrazia dei pubblici dipendenti, rendendoli idonei al raggiungimento degli obiettivi loro assegnati, per il soddisfacimento dei bisogni dei cittadini.

E’ necessario, quindi, risparmiare sui costi della macchina comunale, migliorandola e rendendola più efficiente e funzionale, rivedere, in particolare, gli oneri e gli interessi passivi derivanti dai mutui e prestiti, in modo che il rapporto tra il costo degli stipendi dei dipendenti e la spesa corrente sia notevolmente ben al di sotto del 40%, al fine di recuperare più risorse destinate a migliorare e ad erogare ulteriori servizi al cittadino. A loro volta, i pubblici dipendenti, con in testa i dirigenti e i responsabili degli uffici, dovranno avere la consapevolezza del loro ruolo, delle loro funzioni e responsabilità, dimostrando di essere meritatamente all’altezza dei propri compiti, per servire la Città che ha dato loro la possibilità di un impiego, nel rispetto dei loro diritti e soprattutto dei loro doveri.

 

IL BILANCIO COMUNALE

 

Il Comune, la “Casa di tutti”, deve diventare un “Palazzo di vetro”, aperto a tutti, dove i cittadini possano controllare, nei modi e nelle forme di legge, gli atti amministrativi prodotti e le spese correnti sostenute.

Serve, quindi, una “sana, onesta e competente amministrazione della cosa pubblica” che, nel giro di alcuni anni, si proponga di raggiungere – in linea di massima – il risultato di “equilibrio di bilancio”, attraverso la riduzione e, infine, l’eliminazione, dell’enorme debito pubblico che si è accumulato negli anni precedenti e che, ancor oggi, priva la Città delle ingenti risorse economiche necessarie per il rilancio della sua crescita globale, per il suo ordinato sviluppo sociale, economico e urbanistico.

La spesa pubblica va, quindi, riqualificata, eliminando sprechi, inefficienze e promuovendo gli investimenti nella nostra Città. A tal fine ci impegniamo a mettere on-line ogni centesimo di spesa pubblica, affinché i cittadini possano verificare, direttamente, come vengono utilizzati i soldi pubblici.

Bisognerà, quindi, risanare il bilancio comunale e programmare il “futuro della Città”, che dovrà essere realizzato mettendo al centro i bambini, che rappresentano la nostra speranza e il nostro futuro. Una Città, quindi, pensata, programmata e costruita a misura di bambini.

A tal fine il risanamento economico, etico, sociale e morale dell’Ente è possibile ottenerlo attraverso l’attuazione di una “seria, attenta e rigorosa” politica di gestione economico-amministrativa. Bisognerà tagliare i rami secchi, togliere le consulenze inutili, uscire dall’aggio sulle riscossioni e da tutti i fitti passivi del Comune da costose sedi a edifici di proprietà pubblica, rescindere tutti i contratti capestro, responsabilizzare i funzionari comunali, che dovranno dimostrare di essere all’altezza e consapevoli dei ruoli e dei compiti loro assegnati, passare alla rimodulazione di tutti i tributi locali, applicando il principio di giustizia sociale “pagare tutti per pagare meno”. Bisognerà, inoltre, aggiornare, continuamente, tutti i ruoli tributari per consentire l’allargamento della base imponibile, condizione indispensabile per la riduzione dei tributi comunali, attraverso un’azione sempre più efficace e incisiva di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale. La ritrovata “capacità impositiva” dell’Ente, soprattutto nei confronti dei “furbi, dei potenti e dei mafiosi”, consentirà agli amministratori la possibilità di una riduzione e detrazione dei tributi locali anche attraverso l’inserimento, nei parametri tributari comunali, del reddito familiare e dell’indicatore della situazione economica equivalente. Dobbiamo assicurare le prestazioni economiche agevolate quali: asilo nido, servizi per l’infanzia, riduzione del costo delle mense scolastiche, buoni libri per studenti e borse di studio, nonché le agevolazioni per i servizi di pubblica utilità.

Infine una corretta, oculata e ordinata “gestione e controllo del territorio”, intesa come grande risorsa, attraverso la qualificazione e riqualificazione del personale preposto – necessaria per la ricostruzione, la rinascita e il rilancio delle funzioni del Corpo della Polizia Municipale, potrà consentire all’amministrazione di raggiungere l’obiettivo di una maggiore entrata, senza però dover ricorrere all’aumento della pressione fiscale, indispensabile per erogare ai cittadini servizi sempre più efficienti, più qualificati e solidali.

Le maggiori entrate, in particolare, serviranno ad incrementare il fondo destinato agli asili nido e alle scuole pubbliche, all’assistenza sociale – con la creazione di un apposito capitolo antipovertà, alla legalità con progetti di recupero per i minori a rischio, alla cultura, al decoro urbano e allo sport.

 

LO STUDIO DI VALUTAZIONE D’IMPATTO AMBIENTALE

 

Oggi più che mai è necessario elaborare uno studio generale di valutazione d’impatto ambientale strategico del territorio, per verificare sia la sostenibilità ambientale di tutti gli attuali insediamenti industriali esistenti (Termovalorizzatore, Depuratore consortile Iam, Centrale turbogas, Elettrodotto, Antenne di telefonia mobile, Area Industriale, ecc.), della Discarica Marrella (Gioia Tauro), della Discarica Zimabrio (Rosarno) e per valutare la sostenibilità ambientale di eventuali ulteriori insediamenti che potrebbero essere proposti, nonché contribuire alla ricerca delle possibili cause di disfunzioni degli impianti esistenti per renderli compatibili con l’ambiente. Qualora gli attuali insediamenti industriali, nonostante le innovazioni tecnologiche applicate o applicabili, dovessero risultare nocivi alla salute dei lavoratori addetti agli impianti e dei cittadini, allora bisognerà avere il coraggio di sostenere la battaglia per la loro definitiva chiusura.

 

L’OSPEDALE DI GIOIA TAURO, LA SANITÀ, LA SALUTE DEI CITTADINI E LA DIFESA DELL’AMBIENTE

 

L’ambiente

 

La difesa e il più intelligente consumo delle risorse naturali, la cura per la bellezza dei luoghi in cui viviamo non sono solo un investimento per il nostro futuro, un segno di rispetto per le generazioni che verranno dopo di noi, sono anche la condizione, oggi, per una vita migliore, più sana, per una società più equa e più prospera.

Le città ordinate e ben conservate sono più facilmente scelte come luoghi di investimento dalle imprese e le montagne, le coste e i mari ben protetti costituiscono una fonte di ricchezza, perché permettono di attrarre turismo.

I centri urbani degradati, inquinati e congestionati fanno fuggire persone e lavoro, e le periferie abbandonate incoraggiano comportamenti antisociali.

Intendiamo rafforzare e migliorare la raccolta differenziata, anche attraverso un servizio di ispezione ambientale. Vogliamo promuovere una cultura della sostenibilità che faccia della realizzazione del ciclo integrato dei rifiuti, del risparmio energetico, del riuso, del riciclo e del rispetto dell’ambiente, le logiche prioritarie dell’azione collettiva.

Intendiamo, inoltre, attuare le seguenti attività:

  • Realizzazione e monitoraggio della Rete ecologica urbana.
  • Dotazione per gli edifici comunali, dove possibile, di tecnologie per la produzione di energia.
  • Interventi di riconversione energetica, dove possibile, del patrimonio comunale attraverso misure innovative legate all’architettura bioclimatica, al fotovoltaico di ultima generazione, al geotermico.
  • Individuazione di misure fiscali e finanziarie per favorire gli interventi privati di efficientamento energetico (es facciate solari, tetti giardino, sonde geotermiche, etc.) ad integrazione dei benefit ambientali governativi.
  • Incentivazione delle autorizzazioni edilizie per chi sceglie ristrutturazioni straordinarie attraverso l’uso di nuove forme di energia rinnovabile.
  • Attivazione dei siti di trattamento rifiuti secondo i principi del riuso e della valorizzazione delle materie prime-seconde.
  • Realizzazione di un impianto per il compostaggio urbano.
  • Tutela e valorizzazione del paesaggio marino-costiero e sviluppo del turismo sostenibile.
  • Regolamentazione dei punti di sbarco del pescato sul demanio marittimo e valorizzazione della commercializzazione delle produzioni marine di eccellenza.

La Salute

 

La salute del cittadino non è solo un diritto sancito dalla Costituzione, ma anche la base del benessere sociale della collettività e della crescita della comunità. Da tempo questa condizione non esiste più. La salute è minata dalla negazione di diritti, dall’impatto della corruzione sull’ambiente, da crescenti carenze sociali, culturali e relazionali. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Buona parte dei cittadini non riesce a curarsi. Manca una incisiva politica di prevenzione e la «malattia» è spesso l’esito fatale di condizioni sociali durissime e logoranti, imposte a chi lavora e anche di più a chi il lavoro lo insegue inutilmente per tutta la vita. Intendiamo, pertanto, promuovere e coordinare iniziative che mirino al miglioramento delle prestazioni sanitarie, finalizzate alla tutela della salute. 

Dalla battaglia per la salute al Welfare

Creare le condizioni perché possa essere aumentata la spesa sociale. Siglare un “Patto Formativo Intergenerazionale”. Promuovere progetti per un corretto stile di vita, nel cui ambito si possano inserire anche le politiche per lo sport, l’educazione alimentare (attraverso la refezione scolastica con prodotti salutari per i bambini), conciliandole con le politiche per la lotta alla povertà.

Il Patto per la Salute prevede la chiusura delle strutture ospedaliere con meno di 60 posti letto e, tra queste, c’era anche il Presidio Ospedaliero Giovanni XXIII di Gioia Tauro che, attualmente, dispone di 40 posti letto in loco e 10 posti letto di lungodegenza allocati presso l’ex Ospedale di Oppido Mamertina, per un totale di 50 posti letto. Tutto ciò è riconducibile, ovviamente, ad una cattiva pregressa gestione politica e sanitaria, sia regionale ma soprattutto territoriale, che aveva determinato le condizioni di chiusura anche di un ospedale come quello di Gioia Tauro che, nel passato, aveva fornito apprezzabili servizi sanitari per 120 posti letto effettivi.

Una città come Gioia Tauro, con circa 20.000 abitanti, sede di un Porto importante, nonché sbocco autostradale, che ha un bacino d’utenza sulla zona tirrenica e sulla piana di ben 100.000 anime, si è vista spogliare e dimezzare “indignitosamente” i posti letto ma, soprattutto, eliminare all’interno dell’ospedale quelle professionalità che, un tempo, avevano costituito un vanto per la sanità locale.

Il Commissario ad Acta ha approvato il nuovo piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, portando i posti letto dai 42 inizialmente previsti agli attuali 70, impedendo, di fatto, almeno sulla carta, la chiusura del nosocomio gioiese.

Oggi, il cittadino non ha la pretesa di avere un ospedale di fronte la porta di casa sua, ma giustamente auspica, indipendentemente da dove sia locato l’ospedale, di essere curato in strutture ricettive adeguate e, soprattutto, in grado di offrire la giusta risposta sanitaria, con l’aiuto di un’ottima e numericamente adeguata presenza di professionalità mediche e paramediche. Invece si assiste, giornalmente, ad una riduzione del personale medico e paramedico, dovuta al fatto che ai professionisti andati in pensione non segue alcuna sostituzione degli stessi. L’aspetto peggiore è che si assiste sempre di più – e questo in tutta la Calabria – ad una età media molto elevata dei professionisti e ad un mancato turnover con legittimo ricambio generazionale. Per questo motivo abbiamo bisogno di una nuova sanità nella Piana. Urge, quindi, predisporre un Nucleo di esperti valutatori, per verificare la reale situazione sanitaria ospedaliera e territoriale in Calabria e nella Piana, che sia in grado di offrire le migliori soluzioni politiche per il rilancio della sanità calabrese ma, soprattutto, in questa Piana ed in questa ASP di Reggio Calabria. Dobbiamo ripuntare e riproporre, questa volta con forza e determinazione, gli “Ospedali Riuniti della Piana”. Oggi abbiamo solo 110 posti letto a Polistena e 40 posti letto a Gioia Tauro, contro i 550 posti letto necessari nella Piana (Rapporto 3,5 posti letto ogni mille abitanti).

Il nuovo ospedale di Palmi, che dovrebbe essere l’ospedale di riferimento della Piana per tutte le maggiori specialità sanitarie, soprattutto per quelle chirurgiche, quando e se sarà realizzato, ci fornirà soltanto 350 posti letto, quindi non potrà mai essere considerato l’ospedale unico della Piana. E’ necessario, dunque, attrezzare e rendere efficiente da subito l’ospedale di Gioia Tauro, dotandolo di almeno 90 posti letto e farlo funzionare, non come succursale povera dell’Ospedale di Polistena, ma come autonoma e valida struttura ospedaliera, individuando direttori di Struttura Complessa di elevata capacità professionale, dirigenti medici, biologi e personale paramedico che possano fare di questo nosocomio un punto di riferimento della fascia Tirrenica meridionale e della ASP di Reggio Calabria. 

La mancanza di posti letto in Calabria, e nella Piana in particolar modo, produce una forte emigrazione sanitaria (mobilità passiva), soprattutto fuori regione, con immane aggravio della spesa sanitaria calabrese.

L’Ospedale di Gioia Tauro, un tempo fiore all’occhiello della USL 26 prima e dell’USL 10 dopo, soprattutto per la medicina e la chirurgia, oggi, poiché mancano medici, ha più che mai necessità, per il bene della popolazione, della presenza di equipe di professionalità specialistiche mediche e chirurgiche, per il funzionamento a pieno ritmo dei reparti ma, in particolar modo, medici in numero adeguato e con ottima esperienza e professionalità, per il buon funzionamento dell’unico Pronto Soccorso di questa fascia tirrenica. 

Sarebbe indispensabile ricostruire, con circa 350.000 euro da prelevare dalla somma già stanziata di 2.200.000 per la sistemazione dell’ospedale di Gioia Tauro, quella fatiscente ed inutilizzata struttura esterna all’Ospedale che, opportunamente bonificata dai pannelli di amianto presenti e ristrutturata, potrebbe essere adibita a sede dei Poliambulatori, che oggi occupano spazi e impediscono l’ampliamento dei posti letto dell’ospedale ma soprattutto la riapertura del Reparto di Ortopedia. Inoltre, la suddetta ristrutturazione riporterebbe l’Ufficio Sanitario a Gioia Tauro che, per mancanza di spazi, è stato spostato a San Ferdinando.

La nostra proposta di “Ospedali Riuniti Polistena/Gioia Tauro”, in attesa della costruzione e messa in funzione del Nuovo Ospedale di Palmi, è la seguente: Polistena: 110 + 10 posti letto per un totale di 120 posti letto, dove gravita una utenza di 60.000 abitanti. Gioia Tauro 40 + 50 per un totale di 90 posti letto dove gravita una utenza di 100.000 abitanti. Su Gioia Tauro i posti letto potrebbero essere i seguenti: Riabilitazione Cardiologica 10; Urologia 10; Medicina 20; Chirurgia 20; Nefrologia 10; Ortopedia 10, Lungodegenza 10 per un totale di 90 posti letto per l’Ospedale di Gioia Tauro.

 

Ufficio Igiene e Sanità

 

Impegno a reperire i locali idonei per far ritornare a Gioia Tauro la sede dell’Ufficio di vaccinazione.

 

La Commissione medico-scientifica per uno studio epidemiologico e l’utilizzo delregistro tumori

 

L’assenza di una attenta politica sanitaria, che non ha dato la giusta attenzione a problematiche specifiche, ha spinto, in questi ultimi anni, molti cittadini a darsi una autonoma organizzazione sotto forma di “comitati” a difesa e a sostegno dei loro diritti. Le problematiche ambientali e sanitarie sollevate devono avere la giusta attenzione da parte della politica e degli amministratori della cosa pubblica che dovranno farsene carico. Finalmente è stato attivato il “Registro Tumori”, finalizzato ad avere tutte le informazioni utili e i dati statistici sull’elevato tasso di mortalità da tumori presenti sul Territorio, e, soprattutto, al fine di seguire l’ammalato e venirgli incontro nelle esigenze mediche ed economiche. Su questa importante questione, che riguarda la difesa della nostra salute, riteniamo che ci possa essere, ragionevolmente, un nesso causa-effetto tra l’alto tasso di mortalità tumorale e la presenza sul territorio di impianti, quali: il termovalorizzatore, il depuratore, la centrale a turbo-gas, gli elettrodotti, le numerose antenne di telefonia mobile, i tetti di eternit ancora esistenti in numerose costruzioni nella Piana, le discariche di Marrella e Zimabrio, l’interramento nello stesso comprensorio di rifiuti tossici, così come ha potuto apprendere la Direzione Distrettuale Antimafia, dalla registrazione di una intercettazione telefonica avvenuta tra due mafiosi. Da qui la possibile formazione di diossina nel territorio che, essendo una sostanza altamente cancerogena, si inserisce facilmente nella catena alimentare, accumulandosi nell’organismo umano e colpendolo con svariate forme tumorali ed altre possibili patologie. L’Autorità Sanitaria Provinciale, sino ad oggi, non si è fatta carico di queste problematiche ambientali. Quindi è giusto sollevare il problema in termini politici e chiedere, con forza e determinazione, che il Ministero della Salute istituisca un’apposita “Commissione medico-scientifica” affinché venga effettuata sul Territorio una adeguata ed approfondita analisi epidemiologica, ed eseguire tutti gli studi di ricerca approfonditi e necessari per la individuazione di eventuali sostanze cancerogene esistenti sul territorio, rimuovendo le cause che le producono. E’ importante, quindi, stabilire se esiste un legame tra i tantissimi casi di malattia e la questione ambientale, per sottoporre la cittadinanza alla giusta azione di prevenzione.

 

L’Impianto di Depurazione

 

L’impianto di depurazione è stato a suo tempo realizzato dall’Asi, al fine della depurazione delle acque fognarie di cinque comuni (Gioia Tauro, Palmi, San Ferdinando, Rizziconi e Rosarno), successivamente è stato fatto il nuovo impianto per la depurazione e raccolta liquami dai comuni di: Anoia Inferiore e Superiore, Cinquefrondi, Cittanova, Feroleto della Chiesa, Gioia Tauro, Melicucco, Palmi, parte di Polistena, Rizziconi, Rosarno, San Ferdinando, San Giorgio Morgeto, Taurianova, Laureana di Borrello e Galatro. 

A questo doveva servire l’impianto di depurazione e a nient’altro. Sappiamo che, nel tempo, le cose sono andate diversamente. L’utilizzo dell’impianto è stato allargato ad altri comuni, compresi quelli fuori provincia, come il Comune di Nicotera, ma anche a ricevere innumerevoli “bottini”, provenienti da tutta Italia, per la depurazione delle acque da percolato. Gli impianti di depurazione, che esistono in moltissime parti del Mondo, quando vengono costruiti e gestiti bene, anche se ricadenti in pieno centro urbano, non arrecano alcun danno ambientale e nessun disturbo da miasmi ai cittadini residenti, anzi producono acqua pulita da impiegare nell’agricoltura. Quindi, è necessario pretendere una corretta e qualificata gestione dell’impianto, con un continuo controllo e monitoraggio lungo la rete di raccolta delle acque da depurare, rifiutando l’accettazione di quelle acque che, secondo i parametri di legge, non rientrano nella definizione di “acque fognarie” che vengono inserite nella prima linea di depurazione, di controllare la qualità delle “acque reflue dei frantoi” prima di immetterle nella preposta linea e di controllare la qualità delle “acque di percolato” prima di essere immesse nella linea di depurazione. E’ indispensabile che tutte le Autorità preposte eseguano un continuo monitoraggio del territorio per impedire gli abusi di chi continua a sversare nella rete fognaria, impropriamente, gli scarti agrumari, le acque reflue dei frantoi, gli oli esausti e quant’altro possa nuocere al buon funzionamento dell’impianto. Inoltre, chi gestisce l’impianto dovrebbe assicurare una continua ed adeguata presenza di vigilanza all’impianto di 365 giorni all’anno, e di utilizzare i guadagni per investire sulle innovazioni tecnologiche e nella ricerca, guardando al futuro, per migliorare, innanzitutto la qualità e l’efficienza dell’impianto, ma anche per ridurre le aliquote tributarie applicate ai cittadini per la depurazione delle acque, anziché usarle per scopi clientelari e per foraggiare, con i soldi dei contribuenti, iniziative, alquanto discutibili, e sicuramente tendenti ad ammorbidire o a tacitare le eventuali azioni di protesta che, periodicamente, si registrano contro la cattiva gestione dell’impianto, che continua a provocare miasmi insopportabili e insostenibili da parte delle famiglie residenti vicino al depuratore. Infine, qualora si dovesse continuare a perseverare sulla strada della non risoluzione del problema, sollevato nel tempo, anche da parte di comitati di cittadini, allora bisognerà fare la battaglia per il superamento dell’attuale impianto di depurazione e la sua definitiva chiusura.

 

Il Termovalorizzatore

 

Il termovalorizzatore è stato realizzato durante la fase di Commissariamento della Calabria sull’emergenza rifiuti iniziata nel 1997. Anche questo impianto, se, durante la fase della sua costruzione, fosse stato controllato meglio dagli enti preposti e gestito bene, avrebbe potuto e dovuto funzionare così come funzionano altri impianti costruiti in pieno centro urbano, come ad esempio quello realizzato a Vienna, in Austria.

Questo impianto, a differenza del termodistruttore, avrebbe dovuto bruciare solo il “cdr” (combustibile da rifiuto), mentre dalla rimanente parte di umido, regolarmente trattata nei processi di produzione del “Compost”, si sarebbe dovuto produrre il fertilizzante per l’agricoltura.

Chiediamo, quindi, la giusta attenzione da parte della Regione Calabria per affrontare e risolvere questo delicato problema, assicurando la corretta gestione e i dovuti controlli sul funzionamento dell’impianto, sulla qualità dei rifiuti conferiti e sulla qualità del cdr che dovrà essere bruciato, nonché un continuo monitoraggio sulla emissione dei fumi, che dovranno essere depurati attraverso l’utilizzo di moderni impianti di filtraggio, per la rimozione di polveri sottili, metalli pesanti e acidi inquinanti. Inoltre, l’impianto dovrebbe essere sede di produzione di energia elettrica per gli insediamenti industriali e per la pubblica illuminazione, di aria condizionata per i mesi estivi e di teleriscaldamento per la Città di Gioia Tauro, a costi contenuti. Infine, la Regione Calabria dovrà programmare un sistema innovativo di raccolta dei rifiuti, che rispetti le norme comunitarie, che punti alla raccolta differenziata spinta, all’utilizzo integrale dell’umido, sino al superamento e alla chiusura definitiva del termovalorizzatore di Gioia Tauro.

 

CENTRO DI RICICLO CITTADINO

 

La raccolta dei rifiuti solidi urbani, oggi punto di debolezza della macchina comunale, dovrà diventare un punto di forza dell’amministrazione comunale e, quindi, una risorsa per la Città.

La raccolta differenziata spinta, l’intera filiera dei rifiuti solidi urbani dovrà essere seguita dall’Ente in tutto il suo percorso, dall’uscio di casa del cittadino sino alla destinazione finale, avendo cura che il sistema sia funzionale alle esigenze dei cittadini, che sia ottimizzato e che risponda a criteri di efficienza, efficacia ed economicità. A tal fine, è necessario realizzare il “Centro Riciclo di Gioia Tauro”, gestito direttamente dal Comune, per la separazione e il riciclaggio dei rifiuti (carta, vetro, plastica, cartone, alluminio, ferro, imballaggi, umido, ecc.), affinché l’Ente possa avere un ritorno economico finalizzato al contenimento e alla riduzione della tassa sui rifiuti (Tari). Infine, è necessario incentivare la politica ambientale di “Rifiuti Zero” e creare le condizioni contrattuali e di legge affinché possano rientrare a lavorare nel settore i lavoratori dipendenti dell’ex Piana Ambiente.

 

CITTA’ DELLA CULTURA/CULTURA DELLA CITTA’

 

Città della Cultura / Cultura della Città è una iniziativa di pensiero e azione che vuole proporre e sviluppare per la città di Gioia Tauro, e non solo, argomenti e iniziative sulla questione della cultura come strumento di produzione di economie di urbanità e di convivenza civile.

Il progetto intende stimolare e coinvolgere sia l’amministrazione pubblica sia il mondo del credito, dell’imprenditoria, dell’associazionismo e del terzo settore, per creare nuovi indirizzi di sviluppo economico legato all’ambiente culturale della città. Le ricadute previste sono la nascita di nuova economia basata su imprese giovani e atipiche, che si inseriscono nel mondo dell’impresa attraverso progetti innovativi.

L’obiettivo generale del programma è quello di mettere in movimento idee con e per la città di Gioia Tauro, coinvolgendo tutti gli “attori” sociali di rilievo (pubblici, privati, associazioni di cittadini, singole persone) e cercando nuovi meccanismi per fare esprimere e imprimere forze di innovazione economica e trasformazione urbana come strumenti di sviluppo e governance del territorio.

Il programma si concentrerà sui seguenti servizi:

  1. riattivazione “a bassa intensità di capitali” di spazi ed edifici “addormentati”, dismessi, sotto-utilizzati
  2. azioni, concertate e partecipate, di ri-generazione urbana
  3. promozione di iniziative – di corto e medio periodo – per lo sviluppo locale dell’economia della cultura e la creazione di imprese creative.

L’amministrazione, insieme agli attori pubblici e privati, ai cittadini di un contesto locale, troverà soluzioni concrete praticate sul campo, attivando un dispositivo, ambizioso e situazionista, che:

  1. rivitalizza luoghi, edifici e spazi non utilizzati e non recuperabili con le consuete forme di mercato, oggi peraltro assenti
  2. sviluppa al loro interno microeconomie, occupazione e lavoro
  3. produce cultura a “bassa risoluzione”, a “basso costo” e ad “ampia diffusione”
  4. innesca start-up spontanee di cittadini, soprattutto giovani, in settori innovativi.

Il programma, nella realizzazione di azioni sperimentali e inconsuete, prevede di:

  1. rimodellare luoghi e spazi “dimenticati” e “problematici”, con azioni rapide e a bassa intensità di capitali
  2. catalizzare attenzione collettiva, animando i cittadini che intendano contribuire in prima persona ai processi di rigenerazione urbana e di nuovo sviluppo locale
  3. mettere in movimento idee ed opzioni con e per la città
  4. supportare le amministrazioni nell’integrazione di strumenti settoriali (politiche culturali, sociali, urbanistiche, delle opera pubbliche, per le attività produttive).

Città della Cultura / Cultura della Città consente la costruzione di una nuova cultura di impresa, collegata alle politiche culturali, al patrimonio, alla creatività e all’intelligenza urbana, agendo sul tema più urgente: il lavoro e la produzione di reddito.

Nel corso degli anni, il programma da sviluppare nella città di Gioia Tauro, con fondi provenienti da sponsor privati, dovrà permettere di “riattivare” alcuni luoghi urbani, che sono in disuso o sotto utilizzati, in nuovi “hub urbani”, in cui sperimentare nuove modalità per stimolare gli attori che concorrono alla costruzione sociale della città, rispetto alle tematiche della produzione di cultura, innovazione e creatività.

L’obiettivo specifico del programma è quello di sviluppare differenti tipologie di strumenti di lavoro, con diverse scale di definizione (strategie urbane, progetti di comunità, attività di sensibilizzazione, riattivazione di luoghi urbani) dedicate alla costruzione della Cultura della Città attraverso l’interazione con nuove e possibili attività economiche collegate alla produzione Culturale.

 

CULTURA E TERRITORIO

 

L’Amministrazione dovrà promuovere i servizi culturali attraverso il potenziamento della biblioteca comunale, che deve diventare anche biblioteca storica e storiografica della Città, la creazione di mostre stabili e periodiche, la convegnistica, la realizzazione di un moderno centro congressi, l’incremento dei musei già esistenti, ossia il museo in cui sono stati collocati alcuni dei reperti archeologici della nostra città, quello relativo all’arte popolare e contadina, quello relativo all’archeologia artigianale, industriale e dell’arte, nonché quello relativo alle tradizioni marinare e dei pescatori della città attraverso l’istituzione della “Casa del Marinaio”.

In vista, poi, del recupero del proprio patrimonio storico e tradizionale, ci si prefigge, come obiettivo primario, la necessità, appartenente oramai alla coscienza collettiva dei gioiesi, di contribuire a rafforzare la memoria storica nella città, proponendone una nuova lettura, promuovendo la nascita di nuove attività nell’antico borgo, facendovi affluire coloro i quali non conoscono la parte medioevale della Città di Gioia Tauro.

Dovrà inoltre promuovere, incoraggiare e finanziare, previa presentazione di progetti specifici e concreti, le associazioni culturali e di volontariato.

 

VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE

 

Ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio (art. 111), la valorizzazione dei beni culturali si consegue mediante la “costituzione ed organizzazione stabile di risorse, strutture o reti, ovvero nella messa a disposizione di competenze tecniche o risorse finanziarie o strumentali, finalizzate all’esercizio delle funzioni ed al perseguimento delle finalità” come indicate nell’art. 6 dello stesso Codice. A tali attività possono concorrere, cooperare o partecipare soggetti privati.

Questa impostazione, se da un lato si conforma ai principi e alle strategie della valorizzazione integrata territoriale del patrimonio culturale, dall’altro rispecchia il ruolo di centralità assunto dai cittadini nell’ambito dell’azione generale dello Stato.

Il processo di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, se sostenuto da strategie di “sistema” e rivolto, quindi, non solo ai beni culturali ma a tutte le altre risorse, che caratterizzano e rappresentano i segni distintivi che la storia ha sedimentato in un territorio, può svolgere un’importante funzione sia al fine della preservazione dei beni, sia a promozione e sostegno dello sviluppo economico delle comunità locali.

Il bene culturale è soprattutto indice di una identità, segno di un percorso di civiltà che deve appartenere, con piena coscienza, alla comunità in cui esso si colloca. Rappresenta una delle opportunità per lo sviluppo dell’economia territoriale e una delle occasioni su cui provare a sperimentare quelle buone pratiche di governo che richiedono la capacità di fare sistema tra i differenti poteri che insistono sul territorio.

 

ARCHIVIO STORICO

 

L’archivio è la raccolta ordinata dei documenti che il Comune ha prodotto e ricevuto nell’ambito della propria attività istituzionale. Se si considera che l’azione dell’Ente locale coinvolge ogni settore di attività e la vita di ogni residente, appare con evidenza che nell’archivio comunale si conservano documenti molto diversi fra loro che costituiscono la memoria di tutta una Comunità. L’archivio comunale rappresenta, quindi, una fonte insostituibile per la ricostruzione delle vicende di un paese che, insieme agli archivi di carattere religioso, permette di rispondere alla maggior parte degli interrogativi delle persone sulla propria storia. 

Si tratta della raccolta dei documenti che mantengono memoria delle scelte delle Amministrazioni che si sono succedute, dei rapporti fra le famiglie di Gioia Tauro e dello sviluppo dell’economia cittadina; sono gli atti che confermano il ruolo che Gioia Tauro ha avuto nel corso dei decenni.

In questa ottica, l’Amministrazione comunale deve essere sempre attenta alla conservazione della propria memoria e alla sistemazione dei propri archivi, avviando un complesso intervento di riorganizzazione del patrimonio documentario e un completo riordino dell’archivio storico con la realizzazione di nuovi inventari analitici.

L’attività dell’Archivio deve essere indirizzata allo svolgimento di ricerche storiche, amministrative e legislative, sia per gli utenti interni che per quelli esterni, alla conservazione e all’ordinamento dei fondi archivistici, alla redazione di inventari e di altri strumenti necessari alla consultazione, nonché alla promozione di attività di valorizzazione dei documenti per favorirne l’accesso da parte degli utenti.

Di particolare rilevanza le iniziative volte alla diffusione della conoscenza delle fonti storiche fra i giovani per avvicinare gli archivi al mondo della scuola. La sede individuata per la realizzazione dell’archivio storico non potrà che essere quella di un palazzo storico cittadino, sito possibilmente nel centro storico. Non escludiamo lo storico “Palazzo Sant’Ippolito” che potrà essere collegato anche al primo piano con “Palazzo Baldari”.

 

 

Archivio storico e la rete

 

Relativamente al mondo degli archivi, sia quelli italiani che quelli stranieri, la tecnologia informatica si è diffusa tardi, rispetto ad altri settori dei beni culturali. 

Lo sviluppo dei software relazionali ha contribuito a fornire strumenti adeguati per la complessa descrizione dei dati archivistici, con potenzialità superiori a quelle tradizionalmente garantite da inventari, censimenti o guide a stampa.

Oggi convivono in Rete, dunque, strumenti elaborati con questi diversi criteri, che rispecchiano la sedimentazione di lavori (inventari, guide, database e altro ancora) realizzati nel corso di oltre due decenni con metodologie differenti.

L’allestimento di siti specifici consentirà agli istituti del territorio, ma anche alle agenzie e a singoli operatori, di promuovere i servizi e di dialogare con la propria comunità di utenti; l’ambizioso quanto stimolante obiettivo sarà quello di consentire l’accesso di un più vasto pubblico al patrimonio storico documentale in possesso dell’Ente. L’attenzione sarà puntata sul recupero, sul riordinamento e sulla fruizione degli archivi storici comunali attraverso la pubblicazione e la consultazione on-line degli strumenti di ricerca che descrivono le memorie documentali.

 

IL PARCO ARCHEOLOGICO DI MATAUROS

 

Nella piana di Gioia Tauro, sulla riva destra del fiume Metauro, insistono i resti archeologici dell’antica colonia di Metauros, fondata quasi certamente dai calcidesi di Zancle, odierna Messina. Sul finire del VII secolo a.C. si rese, infatti, necessario stabilire il limite di confine tra i territori, che Locri Epizefiri aveva conquistato sul Tirreno, e quelli della colonia di Rhegion, anch’essa fondata dai calcidesi nello stesso periodo di Zancle. Invero, le notizie storiche sulla fondazione di Metauros sono abbastanza scarse, ma gli scavi archeologici, riferiti alla necropoli, sembrerebbero confermare l’origine zanclea della colonia.

La colonia calcidese di Metauros, chiamata più tardi Matauros dai locresi, è nota per essere stata la patria del poeta Stesicoro. L’attuale documentazione letteraria ed archeologica non consente la ricostruzione storica della città di Matauros oltre il V secolo a.C. Ciò potrebbe significare che l’antica Metauros sia passata in modo definitivo sotto il controllo di Rhegion, oppure ritornata in orbita di Locri Epizefiri, più come avamposto che città vera e propria.

Matauros decadde e scomparve prima della conquista romana.

Per perpetuare la memoria storica e per rivalutare dal punto di vista culturale la città, è importante che nel territorio del nostro Comune riprenda la ricerca archeologica, con nuove aerofotogrammetrie, studi prospettici, nuova campagna di scavi, anche attraverso la creazione di cooperative tra giovani, sfruttando i fondi del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali e quelli europei.

 

RIQUALIFICAZIONE E RESTAURO PATRIMONIO STORICO CITTADINO

 

Tutta la parte storica della Città va curata e salvaguardata con un progetto di restauro e di riqualificazione urbana di lungo respiro. Abbiamo la necessità di recuperare tutto ciò che è rimasto del nostro patrimonio storico-culturale di enorme bellezza. In particolare, l’antico borgo (il “centro storico” cittadino), i resti delle sue mura perimetrali e delle torri di avvistamento, quel che rimane del nostro patrimonio archeologico industriale; nonché occorre riportare alla luce le storiche “ciappe” in basolato di pietra granitica, con cui sono state costruite importanti vie cittadine, quali: Via Francesco Tripodi, Via Veneto, zona compresa tra il pontile e via Cavour, Via Trento, Via Salita Giffone, Via Diaz, rosone del Tre Canali e rosone area antistante Palazzo S. Ippolito, Piazza Matteotti, Via Roma, Via Giuseppe Lomoro (ex Via Commercio), sino al Quadrivio Sbaglia, Via Piccola Velocità e Via Sarino Pugliese. Dobbiamo rendere la “Città Futura” bella e gentile, nel rispetto dei disegni storici originari, da tramandare alle future generazioni.

 

IL PIANO DI RECUPERO PER IL RILANCIO DEL CENTRO STORICO

 

Il Piano di Recupero Urbano si presenta come strumento di trasformazione di tessuti urbani degradati per favorire e migliorare la qualità ambientale e architettonica dello spazio urbano, al fine di eliminare le condizioni di abbandono e di degrado edilizio, ambientale e sociale. Ecco perché è necessario prendere in considerazione il centro storico della città di origini medievali, chiamato “Piano delle Fosse”, situato su una altura di 30m sul livello del mare, da alcuni anni trascurato e pertanto fortemente degradato. 

Per farlo tornare vivibile, bisognerà dotarsi di un “nuovo” Piano di Recupero, con interventi  miranti a valorizzare e recuperare tutto il Piano delle Fosse, come: le vie e vicoletti con le scalinate di accesso; la via Roma; le piazze, molte delle quali ricavate in seguito a crolli di alcuni edifici, che devono essere pavimentate, come un tempo, con pietra originaria del luogo; le torri d’avvistamento esistenti e ben conservate, la loro messa in sicurezza per un’eventuale apertura al pubblico; i “cunicoli” che costituirebbero la città sotterranea, utilizzati, secondo quanto è tramandato dalla tradizione popolare, durante le invasioni saracene e spagnole; la creazione, lungo il pendio della vecchia cinta muraria, di un percorso pedonale con verde attrezzato a gradoni con la messa a dimora di alberature tipiche; il ripristino e la ristrutturazione dei bassi, perché possano essere adibiti a botteghe ed attività artigianali/commerciali; il rifacimento con la tinteggiatura delle facciate, secondo un Piano del Colore redatto appositamente per il luogo e, dove possibile, seguendo il prospetto architettonico originario; la bonifica ed il rifacimento delle coperture a falda, che attualmente sono d’amianto; l’interramento dei cavi elettrici per non deturpare l’estetica delle facciate; il rifacimento di tutto l’arredo urbano delle piazze; la sostituzione della pubblica illuminazione con la tipologia a “mensola, sospesi o incasso”; la costruzione di un chiosco per “infopoint” del territorio; l’istituzione di nuove aree pedonali all’interno del centro storico; la costruzione a “valle” di nuovi parcheggi esterni al centro storico tra la via dei Gelsomini e via Sofia Alessio, collegati da alcune scalinate di accesso esistenti e dal nuovo percorso pedonale, a servizio dei cittadini residenti e dei visitatori del borgo.

 

“SMART CITY”: LA CITTA’ DIVENTA “INTELLIGENTE”

 

La nostra idea di “Città Futura” è quella di creare tutti i presupposti affinché Gioia Tauro, negli anni a venire, possa diventare una città che amministri una città sicura, una città solidale, una città che educa, una città per i giovani, una città che si muove, una città che lavora, una città bella e sana. In sintesi, vogliamo realizzare una “smart city”.

La “città intelligente” (dall’inglese smart city) in urbanistica e architettura è un insieme di strategie di pianificazione urbanistica, tese all’ottimizzazione e all’innovazione dei servizi pubblici così da mettere in relazione le infrastrutture materiali delle città «con il capitale umano, intellettuale e sociale di chi le abita» grazie all’impiego diffuso delle nuove tecnologie della comunicazione, della mobilità, dell’ambiente e dell’efficienza energetica, al fine di migliorare la qualità della vita e soddisfare le esigenze di cittadini, imprese e istituzioni.

Una città può essere definita Smart city quando gli investimenti effettuati in infrastrutture di comunicazione, tradizionali (trasporti) e moderne (ICT- Importanza delle Tecnologie della Comunicazione), riferite al capitale umano e sociale, assicurano uno sviluppo economico sostenibile e un’alta qualità della vita, una gestione sapiente delle risorse naturali, attraverso l’impegno e l’azione partecipativa.

Il concetto di “città intelligente” è stato introdotto in questo contesto come un dispositivo strategico per contenere i moderni fattori di produzione urbana in un quadro comune e per sottolineare la crescente importanza delle tecnologie della comunicazione (ICT) e dell’informazione, il capitale sociale e ambientale nel definire il profilo di competitività delle città, muovendosi verso la sostenibilità e verso misure ecologiche sia di controllo sia di risparmio energetico, ottimizzando le soluzioni per la mobilità e la sicurezza. 

Bisognerà fare in modo da avere reti di sensori wireless, ossia una rete sensori intelligenti in grado di misurare molti parametri per una gestione più efficiente della città. Ad esempio, i cittadini possono monitorare la concentrazione di inquinamento in ogni strada della città o possono ottenere gli allarmi automatici, quando supera un certo livello… È anche possibile ottimizzare l’irrigazione di parchi o l’illuminazione della città, rilevare perdite d’acqua o ottenere mappe acustiche. I bidoni della spazzatura possono inviare un allarme, quando sono vicini ad essere pieni. Il traffico veicolare può essere monitorato in modo da modificare le luci della città in modo dinamico e può essere ridotto con sistemi che rilevano la più vicina area di parcheggio disponibile. Gli automobilisti possono ottenere informazioni tempestive in modo da poter individuare un parcheggio gratuito ed inserirsi rapidamente, risparmiando tempo e carburante.

Queste informazioni possono ridurre ingorghi e inquinamento, migliorando quindi la qualità della vita.

 

 

INTERNET PER TUTTI

Compatibilmente con le risorse di bilancio, pensiamo di venire incontro ai giovani, e soprattutto alla loro sete di sapere e di conoscenza, attraverso la realizzazione di un progetto che possa consentire nel territorio comunale l’accesso gratuito alla rete internet. «Internet per tutti, concepito per soddisfare le esigenze conoscitive ed educative della comunità, mediante il libero accesso alle informazioni della rete internet, consente ai cittadini di connettersi gratuitamente ad internet h24, in modalità “wireless fidelity” (senza fili) attraverso una serie di “hot spot” posizionati in alcuni punti strategici per garantire la quasi totale copertura (70-80%) del territorio urbano». L’obiettivo primario è l’accessibilità alla ricerca e alle informazioni. Il tutto in linea con le direttive UE a riguardo della “Smart City” fondata sull’Informazione, Viabilità’ ed Energia.

SCUOLA

 

Un aspetto che merita assoluta priorità è quello riguardante la messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici, anche alla luce degli ultimi avvenimenti verificatisi nella nostra città.

Gli amministratori devono promuovere, tramite gli uffici comunali preposti, una seria, costante ed efficiente politica di vigilanza e prevenzione sullo stato di tutte le strutture, a garanzia che i nostri figli frequentino strutture ricettive, idonee e sicure. 

Sempre viva è l’attenzione rivolta al mondo della Scuola e a tutto ciò che è connesso alla pubblica istruzione, perché investire sulla Scuola è sicuramente uno degli obiettivi primordiali prefissati in questa programmazione.

L’amministrazione dovrà promuovere, con gli operatori del settore, incontri periodici finalizzati ad iniziative coordinate sul tema della legalità e della moralità, punti di riferimento essenziale per contribuire alla crescita civile e sociale e per rafforzare il tessuto democratico della città ed eliminare o quanto meno contenere i fenomeni della devianza e della microcriminalità giovanile.

È necessario, inoltre, adoperarsi per utilizzare le leggi che consentano lo sviluppo dell’edilizia scolastica e promuovano la formazione e la riqualificazione professionale. Infatti, riteniamo che la Scuola vada rafforzata nella città in quanto l’eventuale suo indebolimento significherebbe meno cultura e quindi più permeabilità ai fenomeni della criminalità e della devianza sociale.

Si prevede, inoltre, il potenziamento dell’edilizia pubblica per quelle scuole dell’Infanzia che sono ubicate in locali non idonei.

 

 

ISTRUZIONE

 

 

Sebbene le previsioni indichino che il livello d’istruzione sia destinato ad aumentare più lentamente rispetto agli anni precedenti, vi sono stati, recentemente segni importanti di miglioramento nella qualità dell’istruzione di base.

L’istruzione e la formazione rappresentano ambiti di particolare importanza, sia per il pieno e consapevole esercizio dei diritti di cittadinanza, sia per la valorizzazione del capitale umano.

Occorre, quindi, uno straordinario impegno sull’istruzione, da quella prescolare, decisiva per diffondere in modo equo l’attitudine all’apprendimento, a quella universitaria, e fare un approfondimento sui riferimenti politici e culturali utili ad affrontare le complesse problematiche sociali di cui la scuola è da tempo investita.

La scuola, infatti, ha oggi un ruolo centrale quale comunità educante in grado di promuovere diritti e doveri dei bambini e degli adolescenti in una logica di esercizio della democrazia.

Difficilmente, però, l’istituzione scolastica può assolvere in modo isolato al proprio ruolo educativo: le famiglie, gli Enti locali, il terzo settore e l’intera comunità sono corresponsabili della crescita e del benessere di bambini e adolescenti. 

Per quanto sopra detto, il nostro progetto amministrativo prevede un patto educativo territoriale, quale strumento, che deve nascere dal consenso tra le diverse agenzie educative presenti nel territorio, promosso dall’Amministrazione Comunale e offerto alle famiglie e all’intera comunità civile, che mira a realizzare “coerenza educativa” e che pone al centro di ogni intervento educativo il bambino, inteso come persona da 0 a 18 anni, impegnandosi a promuoverne la crescita.

 

Il Patto mira al conseguimento dei seguenti obiettivi:

 

  1. Promuovere una maggiore attenzione ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e al ruolo della comunità
  2. Ricercare la continuità e la coerenza educativa tra le differenti agenzie (famiglia, scuola, ente locale, parrocchia, associazioni) che concorrono allo sviluppo culturale e sociale dei ragazzi:
    1. Condividendo valori, obiettivi educativi e formativi che ispirino tutte le azioni rivolte ai ragazzi, riconoscendo le potenzialità di cui ciascun individuo è portatore ad ogni età
    2. Favorendo la crescita personale del ragazzo, la sua capacità di instaurare positivi rapporti interpersonali, le sue competenze sociali
    3. Definendo regole condivise tra le agenzie educative
  3. Accrescere le conoscenze e le competenze dei soggetti coinvolti nel processo educativo dei ragazzi (genitori, insegnanti, operatori/educatori)
  4. Favorire iniziative di formazione e aggiornamento degli operatori, che siano di supporto al loro compito educativo
  5. Sostenere le famiglie e, in particolare, i genitori con una serie di spazi e servizi per accompagnare il percorso educativo dei figli
  6. Promuovere rapporti di solidarietà e reti di auto e mutuo aiuto tra le famiglie Attuare percorsi educativi atti a:
  7. Prevenire il disagio e contrastare fenomeni di soprusi (come il bullismo) e abusi nei confronti dell’infanzia
  8. Sviluppare sensibilità e azioni efficaci di recupero dei soggetti coinvolti
  9. Documentare e monitorare le esperienze del Patto.

 

 

Azioni per il conseguimento degli obiettivi del Patto

 

  1. Realizzazione di una rete educativa locale tra famiglie, scuole, ente locale, parrocchie e associazioni.
  2. Diffusione e promozione dei valori, degli obiettivi e delle regole del Patto Educativo Territoriale all’interno delle varie agenzie educative e nella comunità.
  3. Mantenimento e ampliamento di percorsi di coprogettazione tra enti pubblici e terzo settore (associazioni, cooperative sociali, parrocchie, etc.) che permettano la valorizzazione delle iniziative presenti nel territorio e consentano di mettere in rete le risorse disponibili.
  4. Realizzazione di percorsi formativi per genitori e futuri genitori, operatori del mondo della scuola e delle altre agenzie educative del territorio.
  5. Costituzione di un Gruppo di Accompagnamento alla realizzazione del Patto, che si riunisce periodicamente, e composto da un rappresentante dell’Amministrazione Comunale, uno delle Scuole, uno delle Parrocchie, uno delle Associazioni educative e uno delle Associazioni sportive.

 

IL DIFFICILE RAPPORTO TRA FORMAZIONE E LAVORO

 

Il rapporto tra istruzione e formazione, in questo periodo storico, occupa un posto centrale nel dibattito politico, economico e sociale della maggior parte dei paesi occidentali, in quanto si è percepito come questo legame costituisca una risorsa fondamentale su cui i paesi ad economia avanzata debbano investire per fronteggiare i gravi problemi occupazionali che li affliggono, sostenere la crescita economica e la competitività dei sistemi produttivi nazionali nel mercato globale.

Ma il legame tra scuola e lavoro non è un percorso privo di ostacoli.

In particolare, l’obiettivo del mercato del lavoro è quello di ottimizzare le risorse umane per incrementare i processi produttivi, mentre il sistema di istruzione ha come funzione essenziale l’integrazione sociale e lo sviluppo della personalità attraverso la condivisione dei valori comuni, la trasmissione di un patrimonio culturale e l’apprendimento all’autonomia.

Il mancato legame tra i due sistemi ha come evidenti conseguenze la disoccupazione intellettuale, la crisi delle credenze educative. Da queste riflessioni emerge l’esigenza di individuare nuove forme di relazione tra domanda sociale di formazione ed esigenze del mercato del lavoro.

L’elemento fondamentale, quando parliamo di alternanza scuola/lavoro e/o riqualificazione del sistema formativo, è centrare l’attenzione, non sull’idea di assoggettare la scuola ai bisogni del mondo produttivo, quasi che la stessa attività didattica debba essere pensata meccanicamente in funzione di tali esigenze, ma, al contrario, trovare una relazione strategica tra i due sistemi, che prenda in considerazione le loro specifiche realtà.

 

Quale cultura serve aver acquisito per il lavoro?

 

Si potrebbe semplificare dicendo che “serve” quella cultura che garantisce “occupabilità”, concetto che specifica come «una caratteristica personale, definibile come una somma variabile di competenze formali, di fare pratico, di capacità di lavorare con altri, di esperienza su terreno», sia la caratteristica che «fa venir voglia ad un datore di lavoro di assumere subito l’individuo che risulta possederla (…) mentre gli fa sembrare insensata l’idea di licenziarlo quando è un suo dipendente».

La cultura del lavoro è, dunque, quella capacità di dare operatività ad un sistema di conoscenze, di ordinarle, di organizzarle all’interno di un processo lavorativo.

Un dato determinante è che essa si è profondamente trasformata, com’è mutato il suo rapporto con la cultura scolastica.

Per quanto sopra detto, risulterà necessario ed urgente sottoscrivere un Protocollo d’intesa con la Regione, finalizzato a “favorire la transizione tra scuola e lavoro dei giovani attraverso la valorizzazione delle competenze acquisite e la promozione di esperienze di alternanza”.

 

Gli obiettivi

 

Il protocollo che dovrà essere siglato ha diversi obiettivi:

  • favorire la diffusione della cultura tecnico-scientifica nei giovani
  • consolidare il raccordo e l’integrazione tra scuola e mondo dell’impresa, in particolare per quanto riguarda la definizione e realizzazione di percorsi formativi ed educativi integrati, rispondenti ai reali fabbisogni del mercato del lavoro calabrese e alle vocazioni del territorio gioiese
  • promuovere l’utilizzo di strumenti e laboratori ad alto contenuto tecnologico per favorire, all’interno dei percorsi formativi, modalità didattiche sempre più vicine alla realtà produttiva
  • favorire l’orientamento attivo e le diverse forme di alternanza fra periodi formativi e lavorativi con particolare riguardo ai tirocini, all’alternanza scuola-lavoro e all’apprendistato
  • sostenere attraverso l’apprendistato il conseguimento di titoli di qualifica, diploma e accademici (lauree triennali, magistrali, master e dottorati di ricerca) e di alta formazione tecnico-professionale
  • individuare le competenze tecnico-professionali delle figure di interesse comune, anche “emergenti/previsionali”, per garantire un costante aggiornamento del Quadro regionale degli standard professionali (Qrsp).

 

Il supporto della Regione

 

La Regione Calabria si dovrà impegnare a garantire il supporto agli obiettivi con la messa a disposizione delle informazioni a livello regionale riferite agli standard descrittivi in termini di competenze, al raccordo con la disciplina relativa alla certificazione delle competenze in ambito non formale e informale, all’alternanza scuola-lavoro fra cui il tirocinio, nonché alle iniziative relative all’apprendistato. 

Le imprese, invece, si dovranno impegnare a promuovere e diffondere, nell’ambito della propria realtà aziendale, le iniziative coerenti con le finalità del Protocollo e a promuovere la diffusione dello strumento dell’apprendistato.

“Per affrontare il tema dell’occupazione, soprattutto giovanile, in questo momento di crisi occorrerà ristabilire quell’alleanza forte tra scuola e impresa che si è andata indebolendo negli ultimi anni. 

L’accordo da siglare con le imprese della Piana e del comprensorio va esattamente in questo senso, favorendo la transizione dalla scuola al lavoro, attraverso il rilancio dell’istruzione e della formazione tecnica e professionale, il potenziamento dell’apprendistato e di tutte le forme di alternanza scuola-lavoro”.

 

PARCO FLUVIALE DEL PETRACE

 

L’Amministrazione dovrà impegnarsi a ripresentare il progetto del “Parco fluviale del Petrace”, per il recupero ambientale e la rinaturalizzazione del fiume, al fine di vivere il fiume e scoprire e valorizzare le sue risorse. Inoltre il progetto dovrà prevedere la riscoperta dell’antica “Via dei Greci”, con la valorizzazione dei siti archeologici, anche attraverso sentieri che valorizzano sia l’escursionismo (trekking), che le attività naturalistiche (birdwatching). Per l’attuazione di tale progetto è indispensabile coinvolgere i comuni i cui territori ricadono nel bacino fluviale.

 

 

 

FIUMI BUDELLO E PETRACE

 

E’ necessario predisporre un progetto generale per la messa in sicurezza dei due fiumi, in particolare del Budello, per garantire il giusto deflusso delle acque e prevenire la loro tracimazione. Per il fiume Budello si rende necessaria la ricostruzione di sana pianta delle sponde e del letto relativamente alla parte che attraversa la Città, aumentandone la capacità di portata per impedire eventuali esondazioni e risistemando, in entrambe le sponde, il lungofiume che dovrà essere urbanisticamente accogliente e invitante per le passeggiate cittadine. Infine, il progetto dovrà prevedere un sistema di chiuse che possano garantire la possibilità di far aumentare il livello dell’acqua, nei periodi estivi o in determinati giorni dell’anno, affinché si possa svolgere, in assoluta sicurezza, lo sport di canottaggio con relative gare annuali.

 

 

LA TERRAZZA SUL MARE, IL LUNGOMARE E IL LUNGOFIUME

 

E’ necessario ridisegnare, sotto un unico ed unitario disegno urbanistico architettonico e progettuale, la terrazza sul mare, il lungomare, i lungofiumi Budello e Petrace con la predisposizione all’attraversamento di quest’ultimo, che si raccordi con un futuristico lungomare che si colleghi con la vicina Tonnara di Palmi. Lungomare e lungofiumi del Budello e del Petrace, raccordati con la Statale 18, dovranno formare una “circonvallazione” in grado di decongestionare il traffico urbano. L’intero lungomare, quello “storico” ed il nuovo, dovrà essere valorizzato assieme alla spiaggia in quanto risorsa del territorio, perché, se collegato, in un prossimo futuro, con la località “Pietrenere” di Palmi, diventerà un ulteriore strumento di sviluppo economico e sociale attraverso la realizzazione di strutture turistico-alberghiere, in grado di incrementare il settore balneare e creare nuove opportunità di lavoro. Il lungofiume Petrace, infine, consegnerà ai cittadini una parte di territorio, la “Ciambra”, che racchiude un pezzo di storia millenaria legata al “Porto Canale” di Matauros e, quindi, all’antica Città.

 

SALVAGUARDIA DELLA COSTA

 

Promuovere tutte quelle iniziative utili per la tutela e la salvaguardia della costa e la sua valorizzazione in quanto risorsa del territorio.

 

LA CITTA’ DEL PORTO

 

Con l’attivazione del Porto di Gioia Tauro in funzione transhipment, avvenuta il 15 Settembre del 1995, abbiamo lanciato l’idea della “Città del Porto”, che vede il coinvolgimento diretto, attraverso la conurbazione dei comuni di Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno, degli Enti territoriali, al fine di meglio governare i processi di cambiamento e di sviluppo intorno all’area portuale ed industriale. Riteniamo che questo progetto possa essere allargato anche alla Città di Palmi, non solo per una ragione storica – visto che tanti palmesi, negli anni che furono, si sono insediati nella nostra Città, apportando un notevole contributo sociale, economico e culturale, partecipando così allo sviluppo di Gioia Tauro e della Marina – ma anche perché, in prospettiva, potremmo incominciare ad immaginare ed ipotizzare una grande “Città del Porto” che, assieme a Palmi, possa meglio bilanciare l’idea Reggio-centrica della politica e dello sviluppo. L’idea-forza è quella di realizzare la “Città del Porto”, attraverso lo studio e l’approvazione di piani urbanistici intercomunali, che siano in grado di governare meglio i processi intorno all’area portuale ed industriale e guardare allo sviluppo futuro attraverso il rilancio delle attività commerciali, artigianali e mercantili, puntando sullo sviluppo turistico, diportistico, balneare e sull’unificazione di alcuni servizi essenziali, quali: raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, depurazione delle acque fognarie e delle acque reflue dei frantoi, rinaturalizzazione delle acque dei fiumi Petrace, Budello e del Mesima, pulizia della spiaggia e del mare, sanità, bacino idrico e uso delle acque in quanto risorsa, accorpamento dei presidi di Polizia Municipale e di tutti quei servizi che potranno essere gestiti in comune, a garanzia di una migliore efficacia ed efficienza, finalizzata a un notevole contenimento dei costi al fine di ridurre i tributi comunali.

 

OTTICA COMPRENSORIALE, REGIONALE, NAZIONALE ED EUROPEA ERUOLO GUIDA DELLA CITTA’ PUNTO DI ECCELLENZA

 

Per la sua posizione geografica e strategica, perché nel cuore del Mediterraneo, dopo l’attivazione del Porto in funzione transhipment, Gioia Tauro è diventata il fulcro di una serie di relazioni economiche, commerciali, culturali e turistiche che vanno al di là del semplice livello comprensoriale e regionale, poiché valicano i confini nazionali e si proiettano in una dimensione europea e mondiale nel nuovo scacchiere offerto dalla rinnovata centralità del Mediterraneo rispetto ai traffici marittimi internazionali.

L’idea della “Città del Porto” era stata da noi lanciata nell’estate del 1995, proprio a sostegno di questa visione futuristica. La Città dovrà costruire il proprio futuro guardando con lungimiranza al ruolo che le imporrà questa nuova veste, di dimensione europea e mondiale, che la storia le ha assegnato. Quindi, bisognerà uscire culturalmente dai tradizionali steccati campanilistici e territoriali, e pensare in grande, sapendo che Gioia Tauro è un Punto di Eccellenza e che, se utilizzato al meglio, diventerà un volano di sviluppo per la Calabria, per l’Italia e per l’Europa.

 

L’UNIONE DEI COMUNI DELLA PIANA DI GIOIA TAURO

 

Oggi più che mai è necessario superare la logica dei “campanilismi” e pensare in grande ad un percorso unitario e condiviso che, comprendendo tutti i 33 Comuni della Piana di Gioia Tauro, possa permettere, dal basso, di decidere la costruzione di un progetto di sviluppo sociale, economico e culturale della “Piana Futura”, alternativo all’attuale situazione di degrado e di stallo dell’intero comprensorio.

A tal fine, bisognerà creare le condizioni politiche, sociali e culturali per promuovere l’ “Associazione Intercomunale della Piana di Gioia Tauro” , attraverso la costituzione dell’“Unione dei Comuni della Piana”, così come è previsto dall’art. 32 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali. Ciò consentirebbe agli stessi enti di offrire ai cittadini, tramite l’esercizio congiunto di alcuni specifici servizi centralizzati, un’offerta sempre più efficiente ed efficace, con notevoli risparmi sulle già precarie condizioni economiche delle casse comunali. 

Le aree interessate potrebbero essere, ad esempio: l’Area Servizi Generali, l’Area Servizi Finanziari, l’Area Territorio, l’Area Welfare e il Comando di Polizia Municipale. Inoltre, l’Unione dei Comuni della Piana, in rappresentanza dei suoi circa 180.000 abitanti, sarebbe indubbiamente favorita nel reperire le notevoli risorse economiche, necessarie per costruire la “Piana Futura”, attraverso finanziamenti regionali, nazionali ed europei.

 

LA CITTA’ METROPOLITANA 

 

La Città Metropolitana di Reggio Calabria, estesa all’intera provincia, con l’avvenuta approvazione del nuovo Statuto in data 29 Dicembre 2016, si è già insediata, così come è stata pensata e voluta dalla legge Del Rio. Oggi è diventata, così come avevamo già preannunciato, soltanto un organismo di nominati, anziché di eletti direttamente dai cittadini, a discapito della democrazia diretta, con conseguente emarginazione dei Comuni della Piana e della Locride, nell’ottica di una visone Reggio-centrica della politica. 

Il nostro comune, pur essendo la Città della provincia più importante dopo Reggio, non ha nessun rappresentante nel Consiglio Metropolitano e tenderà ad essere svuotato di ulteriori poteri, che convergeranno ulteriormente sulla Città di Reggio Calabria.

Il Sindaco Metropolitano, non essendo eletto per legge dagli aventi diritto, non si sentirà legato alle esigenze dei vari territori e, comunque, non essendo neanche prevista la mozione di sfiducia sul suo operato, può tranquillamente governare la provincia a suo piacimento, con una visone politica della provincia Reggio-centrica, a discapito delle nostre autonomie locali. 

Noi avevamo sostenuto e proposto che i 33 Sindaci della Piana dovevano chiedere, nella Conferenza Statutaria, la modifica dello Statuto della Città Metropolitana di Reggio Calabria, per come consentito dall’art. 22 della legge, che prevede l’elezione a suffragio universale del sindaco metropolitano. Ciò non è stato fatto, a discapito di un sistema elettorale, che avrebbe rafforzato la democrazia partecipativa e consentito la pienezza dei poteri dell’elettorato attivo e passivo dei cittadini amministrati. Inoltre, lo Statuto avrebbe dovuto prevedere forme di organizzazione anche in comune, seppur differenziate per aree territoriali omogenee, tendenti al miglior utilizzo possibile delle risorse umane, strumentali e finanziarie della Città Metropolitana. Tutto ciò non è stato fatto.

La Città Metropolitana avrebbe dovuto rappresentare la sintesi di un vero e proprio patto sociale, culturale ed economico tra i territori e le comunità della Piana di Gioia Tauro, la Jonica e il Reggino. La legge è stata mal fatta e i calabresi l’hanno accettata così com’è stata prospettata dall’alto e, quindi, non è difficile prevedere che, nel tempo, ne pagheremo lo scotto.

In ogni caso, pur in assenza delle deleghe per amministrare, oggi è tempo di avere una visione moderna ed innovativa di idea di comunità, di integrazione del territorio, di moderne infrastrutture, di trasporto pubblico locale ed intermodale delle merci, di coesione e di inclusione sociale, di geografia ad assetto variabile e di pianificazione urbanistica della nuova Città Metropolitana, che è tutta da costruire. 

E’ tempo, dunque, di scoprire o riscoprire l’avvenuta centralità del Mediterraneo rispetto ai traffici marittimi internazionali, assieme alla nostra posizione geografica che è baricentrica nel “Mare nostrum”.

In quest’ottica, il porto di Gioia Tauro, essendo il sistema economico più importante che ricade nell’ambito del territorio della Città Metropolitana, dovrà avere la giusta attenzione unitamente alla Piana.

Per come sono andate le cose, se la Piana, nella Conferenza Metropolitana, non si presenterà unita con un suo progetto strategico di sviluppo del territorio, il risultato sarà, ovviamente, che nessun Sindaco della Piana conterà nulla e che, su alcuni importanti settori strategici di sviluppo, il territorio sarà governato da altri, e nel modo peggiore, anziché dai rispettivi Sindaci eletti direttamente dai cittadini della Piana. In particolare, pensiamo al Porto, all’Autorità Portuale, all’area industriale, ai trasporti, alla raccolta differenziata e allo smaltimento dei rifiuti, alla gestione idrica, alla depurazione delle acque, alla qualità delle acque dei fiumi e alla balneabilità delle acque del mare, alla riscossione dei tributi comunali, ecc.

 

PIANO URBANO DEL TRAFFICO (P.U.T.)

 

È necessario predisporre lo studio di elaborazione del Piano Generale del Traffico Urbano, che possa prevedere la costruzione di nuove strade e per il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

  • Miglioramento delle condizioni di circolazione (movimenti e sosta)
  • Miglioramento della sicurezza stradale
  • Riduzione o eliminazione degli inquinamenti atmosferici ed acustici 4) Risparmio energetico

 

ELIPORTO

 

A rafforzamento, potenziamento e rilancio della struttura ospedaliera di Gioia Tauro, è necessario promuovere la realizzazione di un eliporto attrezzato, munito di segnaletica, in modo che sia inserito nelle pubblicazioni mondiali, per il trasporto di ammalati gravi e come base operativa in caso di calamità naturali e pronto intervento per la protezione civile.

 

LA RIVISITAZIONE DEL PIANO URBANISICO, IL PIANO STRUTTURALE

COMUNALE E I PIANI DI SETTORE

 

Gioia Tauro è cresciuta a dismisura secondo la vecchia e consolidata logica della “cementificazione selvaggia” che non tiene conto delle esigenze sacrosante dei cittadini di poter vivere meglio la città.

Abbiamo il compito, il dovere e la responsabilità di ridisegnare la “Città Futura”, che dovrà essere costruita a misura d’uomo, tenendo conto della sua centralità, ma soprattutto a misura dei bambini. Deve essere chiaro che tutta la nostra impostazione di rivedere, ridisegnare, riprogettare e di riprogrammare la Città, dovrà avvenire a “volumetria zero”. Basta con la cementificazione selvaggia, che è tra le maggiori cause del dissesto idrogeologico del territorio. E’ necessario predisporre e mettere mano a un nuovo “Piano Strutturale Comunale” che dovrà essere l’occasione per dare risposte chiare e concrete ai seguenti problemi della Città:

  • Ruolo di Gioia Tauro all’interno dell’ambito territoriale di area vasta e nei sistemi di relazioni locali e globali connessi al porto e all’area industriale
  • Caratterizzazione del territorio di Gioia Tauro come sede di servizi specializzati per il territorio
  • Individuazione degli elementi fondamentali del “progetto urbanistico” capaci di garantire la qualità dello sviluppo, valorizzando le risorse dell’ambiente naturale e storico-culturale
  • Individuazione di criteri guida e di strumenti di attuazione e di controllo delle trasformazioni territoriali ed urbane che consentano di ristabilire norme e regole chiare per tutti i cittadini
  • Definizione di un quadro delle opportunità e di possibili modalità innovative di gestione del piano, collegate a progetti di sviluppo e riqualificazione urbana e di indirizzo dell’intervento pubblico sul territorio

Altri obiettivi, di carattere particolare, da perseguire:

  • Attuare politiche di mitigazione dei rischi ambientali, di tutela del centro storico e del paesaggio agrario
  • Riqualificare il rapporto tra la città e il porto e valutare la necessità di nuove attrezzature e servizi
  • Riqualificare il ruolo territoriale del centro, ricercando la possibilità di nuove localizzazioni di servizi di ampio raggio
  • Riqualificare l’intero tessuto urbano, anche mediante una ricucitura fra tessuti vecchi e nuovi e l’attuazione di politiche decise contro il fenomeno dell’abusivismo
  • Attuare interventi per la razionalizzazione del traffico veicolare, anche in funzione di una riqualificazione del sistema delle attrezzature commerciali e produttive e per esigenze di protezione civile

Inoltre, occorre individuare le seguenti scelte strategiche di ampio respiro, per una crescita armoniosa della città e per il suo sviluppo commerciale:

  • La tutela della qualità e la prevenzione dei rischi ambientali. Dal centro storico al paesaggio agrario, il territorio è ricco di qualità minacciate, nella loro integrità

e caratteristica, dall’uso indiscriminato che l’uomo ne ha fatto, e che vanno tutelate e valorizzate, perché sono una risorsa per il futuro

  • L’offerta di spazi adeguati alla domanda, la presenza della macroinfrastruttura portuale, che si è rivelata di rilevanza nazionale ed europea, richiede la presenza di strutture produttive e di servizi, di attrezzature e spazi collettivi idonei alla domanda a breve e lungo termine
  • La definizione dei confini della città, al di là del suo perimetro, ossia dove inizia il territorio soggetto alle regole della natura
  • Lo stimolo alla riqualificazione dell’esistente, per definire il tessuto urbano
  • La fruibilità della città, riorganizzandola a partire dal suo interno e localizzando servizi a vasto raggio.

 

SUPPORTO EUROPEO PER GLI INVESTIMENTI

 

Utilizzare tutti i possibili finanziamenti europei destinati alle Città e allo sviluppo del territorio. In particolare la Commissione Europea ha realizzato, in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti (BEI) e la Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa (CEB), per il 2014-2020, il Supporto Europeo per gli investimenti sostenibili nelle aree della Città denominato Jessica (Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas).

E’ necessario, quindi, utilizzare questo importante strumento perché promuove lo sviluppo urbano sostenibile e la riqualificazione/rigenerazione urbana mediante meccanismi di ingegneria finanziaria. Gli Stati membri dell’UE possono decidere di investire parte dei fondi strutturali UE ad essi destinati in fondi revolving per riciclare le risorse finanziare e accelerare così gli investimenti nelle aree urbane europee. Che tipo di assistenza fornisce Jessica? Jessica promuove lo sviluppo della sostenibilità urbana offrendo sostegno a progetti nelle seguenti aree: infrastrutture urbane – inclusi i trasporti, acque/acque reflue, energia, siti e patrimonio culturale – per fini turistici o di altra natura, risanamento di aree dismesse – inclusa la sistemazione del terreno e la decontaminazione, reazione di nuovi spazi commerciali per i settori PMI, IT e/o R&D, edifici universitari – strutture mediche, biotech e altre strutture specializzate, potenziamento dell’efficienza energetica.

 

LA COMMISSIONE URBANISTICA

 

Riteniamo che la “Commissione Urbanistica” sia uno strumento di democrazia partecipativa per un migliore controllo e gestione del territorio sotto il profilo urbanistico, nonché strumento di prevenzione e anticorruzione nell’ufficio urbanistico.

Per questo motivo riteniamo utile modificare il regolamento Edilizio inserendo nuovamente la Commissione Edilizia nel nostro comune.

 

INTERVENTI SUL WATER FRONT

 

Gli interventi effettuati sul water front non rispondono ad un unico disegno, ad un’unica visione. Ogni amministratore ha cercato di differenziarsi dagli altri a danno della bellezza. Chi arriva dal mare nota subito l’assenza di un water front concepito da un progetto unitario, da un unico disegno, anzi si presenta con svariate sfaccettature, perché formato da diverse “pezze” che, però, messe assieme non raggiungono neppure la bellezza dell’abito di Arlecchino. E’ necessario, quindi, il riordino paesistico ambientale di tutto il water front, dandogli, finalmente, una specifica caratteristica di uniformità, da completare per tutta la sua lunghezza, secondo l’impostazione unitaria dei contenuti del primo “Piano Spiaggia” approvato.

 

PIANO DEL COLORE E ARREDO URBANO DELLA CITTA’

 

E’ uno strumento importante finalizzato a dare alla Città un aspetto gradevole e tendente a rafforzare e diffondere la “cultura della bellezza”, mediante uno studio approfondito dei vari quartieri cittadini, caratterizzando gli stessi attraverso la tinteggiatura delle facciate. In particolare riteniamo che il “Borgo Marinaro”, il “Centro Storico”, “Villa Pons”, il Quartiere Storico del Fiume” ecc. debbano avere una loro caratteristica e specificità. A tal fine, è necessario stipulare apposite convenzioni tra gli Enti locali e gli istituti bancari, per ottenere i finanziamenti a tasso agevolato. Inoltre, è necessario inserire nel Regolamento Edilizio Comunale una norma di salvaguardia con l’obbligo di completare le costruzioni e di uniformare i colori e i prospetti architettonici. Bisogna sistemare tutte le vie di accesso alla città; fare eseguire il completamento dei rustici e delle facciate per creare un migliore arredo urbano.

 

OPERE PUBBLICHE

 

Le opere pubbliche cittadine dovranno essere realizzate a regola d’arte e in tempi certi, nella legalità e nella massima trasparenza. L’Ente si attrezzerà per penalizzare le imprese che non rispettano i contratti e i tempi di consegna delle opere, e premierà quelle virtuose che rispettano sia tempi di consegna che le procedure e le normative antimafia.

L’Ente Comune, al fine di poter assicurare la correttezza, la trasparenza, l’efficienza, l’efficacia e l’economicità dei contratti pubblici per la realizzazione di opere, la prestazione di servizi e l’acquisizione di forniture, al fine di poter assicurare la massima trasparenza, la regolarità e l’economicità della gestione dei contratti pubblici e di prevenire il rischio di infiltrazioni mafiose, metterà in campo un progetto di anticorruzione ed anti infiltrazione mafiosa. 

Nel caso in cui la “Stazione Unica Appaltante” (SUA) della Regione Calabria o Provinciale non dovesse dare adeguate garanzie contro la corruzione e l’infiltrazione mafiosa, l’Ente provvederà ad istituire la SUA Comunale, mettendo in campo tutta una serie di garanzie, atte a tutelare il Comune da eventuali tentativi di corruzione e infiltrazione mafiosa in essere negli uffici.

 

LA DIFESA DEI PIU’ DEBOLI: I Servizi Sociali

 

Rafforzare la dimensione di comunità è una delle priorità dell’Amministrazione, da perseguire attraverso un sistema di welfare e protezione sociale, fortemente sviluppato e in grado di prendersi cura, sostenere e proteggere le persone più fragili e bisognose anche valorizzandone le capacità e potenzialità.

I Servizi Sociali hanno, quindi, la finalità di programmare e organizzare interventi socio assistenziali in risposta ai bisogni e alle esigenze dei cittadini gioiesi.

Gli interventi sono rivolti ai minori e alle famiglie, agli adulti in situazioni di disagio, agli anziani, alle persone diversamente abili.

 

I   principi fondamentali alla base dei servizi sociali

 

I principi fondamentali sono quelli dell’equità, dell’uguaglianza, della democraticità, della continuità, dell’umanità, dell’efficienza e dell’efficacia in rapporto ai costi. Equità significa che tutti gli operatori sono impegnati a svolgere la loro attività in modo imparziale, obiettivo e neutrale nei confronti di tutti gli utenti.

Uguaglianza significa che, a parità di esigenze, i servizi devono essere forniti in modo uguale a tutti gli utenti senza distinzioni di razza, sesso, nazionalità, religione ed opinione politica.

Continuità significa che il servizio viene erogato in modo integrato, regolare e continuo, compatibilmente con le risorse ed i vincoli.

Umanità significa che l’attenzione centrale viene posta alla persona con pieno rispetto della sua dignità, qualunque siano le sue condizioni fisiche o mentali, culturali o sociali, con cortesia, educazione, rispetto e disponibilità da parte di tutti gli operatori.

Efficienza ed efficacia significa che le risorse disponibili vengono impiegate nel modo più razionale ed oculato possibile, al fine di produrre i massimi risultati possibili in termine di benessere degli utenti e di gratificazione del personale.

A garanzia del rispetto di tali principi fondamentali, ispirati ai documenti internazionali promulgati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come strumento per realizzare concretamente la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, il Comune si impegna a garantire:

  • l’accesso ai propri servizi a tutti coloro che ne hanno bisogno nell’ambito del territorio comunale
  • l’informazione sulle modalità di erogazione dei servizi
  • la disponibilità della documentazione relativa alle prestazioni ricevute, per ogni utente e per coloro che ne hanno legalmente diritto, entro il minor tempo possibile
  • la riservatezza e il rispetto della dignità della persona, per qualsiasi servizio che venga erogato
  • la personalizzazione dell’assistenza in rapporto alle esigenze del singolo, in relazione al suo stato di minore, disabile o anziano
  • il diritto a presentare reclamo e ottenere risposta nel tempo massimo di 30 giorni  la verifica del gradimento dei servizi da parte degli utenti attraverso sondaggi
  • la verifica dell’applicazione della Carta dei Servizi attraverso la pubblicazione dei risultati.

 

POLITICHE SOCIALI

 

  1. Creazione di Casa di riposo per anziani
  2. Creazione di Centro di riabilitazione cardiovascolare e neurovascolare
  3. Centro di Pet Therapy
  4. Riorganizzazione delle ADI (Assistenza Domiciliare Integrata)
  5. Sportello ORIENTAMENTO GIOVANI

6.Sportello S.O.S. DONNA

7.Creazione di asili nido

I punti 1,2,3 possono essere attuati servendosi di strutture già nella disponibilità del Comune, e venire accreditati con la Regione e quindi con il SSR.

Il punto 4 può essere contrattualizzato dall’ASP

I punti 5,6,7 possono accedere ai FES – FESR

 

Vi è l’impegno di progettare ed attuare una struttura adeguata a raccogliere le istanze presentate dai cittadini più disagiati che hanno bisogno di consulenze, supporto ed assistenza che saranno resi da professionisti volontari a titolo del tutto gratuito e che riguarderanno aspetti legali, medici, psicoterapeutici, tecnici e fiscali. All’interno della struttura ci saranno interventi rivolti al servizio di diagnosi e trattamento dei disturbi psicopatologici, come: ansia, attacchi di panico, etc.

Tra gli altri progetti vi è quello di realizzare un centro polivalente per la riabilitazione dei bambini che presentano disabilità, che ha come scopo primario quello di fornire strumenti atti a superare le difficoltà personali, sociali e scolastiche, derivanti anche da disabilità motorie e da altre varie forme di disabilità (Sindrome di Down, lo Spettro autistico, disturbi specifici dell’apprendimento BES). Le figure professionali che verranno impiegate in questo progetto saranno un neuropsichiatra infantile, uno psicologo, un assistente sociale ed un terapista della riabilitazione.

 

COMMERCIO E ARTIGIANATO

 

La città deve ridiventare come un tempo, nella Piana, un punto di riferimento nel settore del commercio e dell’artigianato.

Gioia Tauro necessita di un nuovo Piano Commerciale atto a risollevare le condizioni del settore, al fine di non aggravare ulteriormente la già precaria situazione economica e occupazionale e consentire agli imprenditori di investire nel settore. Il centro cittadino va migliorato, abbellito e reso più fruibile e appetibile ai cittadini non residenti. Il Centro storico dovrà diventare sede di attività artigianali e del mercatino dell’antiquariato, che, assieme alla “Cittadella della Cultura”, che dovrà assicurare continue iniziative culturali, sociali e di spettacolo, dovrà rendere la Città più interessante e più accogliente ai cittadini della Piana, della Provincia e della Calabria. Bisognerà programmare un piano parcheggi cittadino adeguato e trovare i finanziamenti necessari per la realizzare al centro città dei parcheggi di cui necessita.

Inoltre, si rende necessario avanzare la richiesta di destinazione di parte dell’area riservata alla piccola e media industria anche per insediamenti commerciali e per costituire, a Gioia Tauro, la fiera permanente per le attività industriali, commerciali, artigianali e agricole.

Infine, bisogna realizzare il foro boario, il mercato generale del pesce, i mercatini rionali ed il mercato generale ortofrutticolo.

Un minimo di richiamo storico ci ricorda quale sia stato il passato prossimo del nostro paese che, se non è mai riuscito ad avere una valenza turistica, è pur riuscito ad esprimere una indubbia vocazione commerciale.

Vi era infatti una fiorente “marineria” che, forte della sua flotta di bastimenti a vela – successivamente trasformati in motovelieri – era in grado di soddisfare le domande di commercio (legname, carbone, legumi, oli e vini della piana) e garantire i collegamenti marittimi con e dalle isole maggiori e minori, con le coste del Tirreno, dello Ionio, con la Grecia, con le isole del mare Egeo sino a Cipro.

Il commercio resta, quindi, uno degli elementi qualificanti l’economia della nostra città, e, per un suo rilancio, bisognerà lavorare con le Associazioni di categoria, al fine di individuare meglio quelle peculiarità che possano dare un rilievo determinante ad un nuovo flusso di consumatori.

È necessario riattivare la struttura del “Borsino” che ha il compito di stabilire i prezzi dei prodotti commerciali e in modo particolare il prezzo dell’olio e degli agrumi, di cui la città vanta una tradizione centenaria.

Anche l’artigianato svolge in generale un ruolo indispensabile per l’equilibrio e lo sviluppo del tessuto economico ed occupazionale della nostra città. L’artigianato autofinanzia sin dall’inizio la propria attività, rischia in proprio, contribuisce unilateralmente ad incrementare l’attività.

In questi anni in Italia molti giovani sono diventati produttori agricoli, giardinieri, pasticceri, panettieri, cuochi, macellai, sarti, fabbri, falegnami, orafi perché questi mestieri, per quanto artigianali, non sono più quelli di una volta. Culturalmente, infatti, persistono una serie di rappresentazioni stereotipate che inducono ad immaginare e valutare queste professioni come meno qualificate (e meno qualificanti).

In realtà, l’artigianato, oltre ad essere spesso un’opportunità occupazionale interessante (in termini retributivi e contrattuali), consente livelli di gratificazione e di empowerment il più delle volte ignorati o sottovalutati. 

Tra le considerazioni che ricorrono più frequentemente, vi è sicuramente il connubio inseparabile tra manualità e creatività che caratterizza profondamente il lavoro artigianale: indipendentemente dai materiali utilizzati e dal prodotto da realizzare, gli artigiani richiamano costantemente il gioco dinamico tra mano e testa come componente fondante dei propri processi di lavoro.

Realizzare un manufatto in legno o in metallo o in stoffa, preparare un dolce o una pietanza, contribuire alla crescita o alla manutenzione di una pianta richiede di certo l’applicazione rigorosa di procedure, ma, contemporaneamente, consente all’artigiano di esplorare, attraverso la creatività, nuove strade per risolvere un problema e ottenere il risultato atteso. Un fabbro, per esempio, deve conoscere la geometria per fare il suo mestiere, mentre un pasticcere deve conoscere le reazioni fisiche e chimiche degli ingredienti per ottenere un buon risultato. Ad ogni modo, per entrambi c’è sempre lo spazio per introdurre qualcosa di proprio e per “dare sfogo alla fantasia”.

La realizzazione di un prodotto o manufatto artigianale sembrerebbe un’importante palestra per la scoperta e il rafforzamento di molte di queste intelligenze. Forse, l’esercizio della manualità, potrebbe recuperare anche abilità oggi assopite, nell’era della smaterializzazione e informatizzazione del lavoro.

Il mondo dell’artigianato è anche una buona palestra sociale, dove sperimentare le proprie abilità comunicative e relazionali: l’artigiano, oltre a produrre i propri manufatti, deve anche farli conoscere e apprezzare sul territorio, magari sfruttando le nuove tecnologie informatiche o i social network, deve acquisire e fidelizzare nuovi clienti, interpretare le loro richieste e negoziare con loro il risultato finale. L’artigianato sembrerebbe, quindi, una buona opportunità per lo sviluppo di competenze professionali trasversali (fronteggiare e risolvere problemi, progettare e organizzare fasi di lavoro, comunicare e rapportarsi con gli altri, interpretare bisogni e richieste, presentarsi in maniera efficace, lavorare in gruppo), fondamentali per la formazione del sé.

Anche qui bisognerà lavorare con le associazioni di categoria, per elaborare eventuali progetti per attingere a fondi, a livello regionale, nazionale e comunitario.

A nostro avviso, uno dei modi con cui si potrebbe intervenire per incentivare, almeno in parte, entrambi i settori è quello di risanare e rilanciare il centro storico attraverso l’insediamento, nei suoi punti nevralgici, di “botteghe” di artigianato artistico, reperendo spazi in disuso.

 

TURISMO

 

Per risolvere la crisi economica della nostra città, diventa indispensabile dare uno slancio al turismo con una riqualificazione dei servizi, attraverso manifestazioni culturali e ricreative, il recupero dei poli ambientali e storici, la cura delle spiagge e dei litorali, attraverso una serie di iniziative che promuovano l’immagine della città, valorizzino la spiaggia, il mare, i fiumi ed il centro storico della città. Altro elemento necessario diventa l’utilizzazione “polifunzionale” dell’area portuale.

In particolare, è necessario riprendere il progetto per la costruzione della “Cittadella del marinaio” da realizzare a ridosso tra la foce del fiume Budello e il molo sud del porto e che prevede la costruzione della darsenetta per le imbarcazioni da diporto e per le attività turistiche, nonché lo sviluppo di tutte quelle attività di supporto logistico legate all’intero comparto del diportismo nautico e turistico. Ciò è indispensabile per il rilancio del quartiere Marina ed è la condizione necessaria per far diventare la città punto nevralgico, per il raggiungimento di zone turistiche (isole Eolie, la Sicilia, Malta ecc.).

La Piana di Gioia Tauro, cioè la piana degli ulivi, è un meraviglioso anfiteatro naturale dove mare, collina e montagna sono facilmente raggiungibili nell’arco di mezz’ora di macchina. Per questo è necessario puntare ad un rilancio turistico della nostra Città attraverso l’istituzione, la promozione e la pubblicazione di itinerari turistici mirati, che tengano conto anche della possibilità di sviluppare il settore dell’agriturismo.

Lo sviluppo turistico, oltre ad un indotto diretto a livello occupazionale ed imprenditoriale, diventa un incentivo al commercio, alla cultura e, in ultima analisi, migliora la qualità della vita della popolazione residente.

 

SPORT

 

Grande importanza verrà dato allo sport, per il ruolo sociale e aggregante che esso ricopre.

La pratica dello sport deve essere riconosciuta come componente essenziale del diritto di tutti i cittadini alla tutela della salute e allo sviluppo della persona e, quindi, come interesse della comunità.

L’Amministrazione ha il dovere di creare, assicurare e mantenere le condizioni necessarie affinché ogni cittadino possa accedere all’attività sportiva in ogni sua forma e ad ogni livello, secondo le finalità liberamente scelte in base ai bisogni, alle possibilità e alle aspirazioni.

Occorre, quindi, potenziare ed incentivare la pratica sportiva proprio per la fondamentale azione di prevenzione che lo sport svolge.

Occorre rivolgere, ed oggi si rivela più importante che mai nella diffusa condizione di disagio vissuta da larghe masse giovanili, la debita attenzione anche all’aiuto che lo sport può offrire a tutti coloro che, per ragioni diverse, vivono in situazioni sociali di particolari difficoltà.

Lo sport, con i suoi valori, con il suo impatto formativo ed esponenziale rappresenta uno strumento ad alto coefficiente etico, socializzante e di recupero della devianza. Sei buoni motivi per dire sì alla cultura dello sport:

 

  1. cultura dello sport è rivoluzione – È ribaltamento del luogo comune secondo cui “cultura” e “sport” sono elementi inconciliabili. È trasformazione della percezione pubblica in merito al ruolo dell’attività fisica, dell’agonismo, della capacità di coesione dello sport quale veicolo di crescita complessiva della società italiana
  2. cultura dello sport è democrazia – È libera espressione delle proprie potenzialità tra pari, all’interno di una comunità. È opportunità di dare il meglio di sé al di là delle condizioni di partenza. È abbattimento delle barriere che ostacolano la pratica sportiva e valorizzazione delle diversità di qualsiasi genere.
  3. cultura dello sport è educazione – Alla “competizione sana”. Al rispetto delle regole e all’accettazione del risultato. Alla vittoria e alla sconfitta. È quanto spesso sembra mancare a una comunità disabituata al merito e refrattaria alle regole. Per questo i casi di doping e le frodi sportive vanno sanzionati drasticamente sul piano etico prima ancora che su quello giuridico
  4. cultura dello sport è formazione – È preparazione alle prove della vita nel luogo deputato all’istruzione per eccellenza, la scuola. È qui che occorre creare quella sensibilità per la pratica sportiva poi utile a misurarsi con gli altri da adulti, sulla base della fatica e della valutazione delle prestazioni.
  5. cultura dello sport è socialità – È capacità di aggregazione e presenza sul territorio. È tempo “speso bene”. È occasione quotidiana di scambio e di interazione con gli altri. È antidoto concreto alla marginalità sociale, specie nelle aree più esposte al degrado e a fenomeni di devianza e illegalità. Stadi, palazzetti, campi, palestre, piste ciclabili sono a pieno titolo parte della cultura civica e del patrimonio culturale delle città. Per questo l’attenzione alla quantità e alla qualità dei luoghi e degli spazi urbani nei quali si pratica sport è, per noi, essenziale
  6. cultura dello sport è salute – È qualità della vita. A livello individuale, con la buona condizione fisica e psicologica di chi pratica sport. E a livello di comunità, con i benefici derivanti, per i bilanci pubblici, dai risparmi nella spesa sanitaria per la cura delle malattie legate alla sedentarietà.

 

Per quanto concerne le attrezzature sportive vogliamo un più razionale utilizzo ed un potenziamento, ove possibile, delle esistenti, comprese quelle a servizio degli Istituti scolastici con i quali l’Amministrazione Comunale stipulerà apposite convenzioni per un utilizzo allargato alla cittadinanza.

Una fattiva quanto necessaria collaborazione dovrà essere ricercata tra le associazioni sportive che già operano sul territorio, sia per quanto riguarda l’organizzazione, sia come organo consultivo per eventuali decisioni in materia, poiché resta nostro impegno la totale apertura alle esigenze della comunità, abbinata alla trasparenza nella gestione delle risorse.

Riteniamo necessaria, inoltre, la costruzione di una piscina coperta non solo perché il nuoto rappresenta l’attività fisica più completa, ma anche per prevenire eventuali malformazioni fisiche.

E nei nostri programmi realizzare la “Cittadella dello Sport” dove diverse discipline sportive possano avere una giusta collocazione: piscina coperta, campo tennis, ecc.

 

BANDA MUSICALE CITTADINA

 

Gioia Tauro negli anni trenta ha avuto una buona banda musicale cittadina composta di circa 60 elementi e denominata “Gran concerto musicale Città di Gioia Tauro”. Durante la 2a guerra mondiale si sciolse e non si ricompose più.

Al fine di incentivare verso i nostri ragazzi l’amore, lo studio e la promozione del linguaggio universale della musica, è giusto che la Città, attraverso il contributo fattivo e propositivo delle Associazioni musicali presenti sul territorio, si ponga l’obiettivo di costruire un percorso culturale finalizzato a ricomporre la “Banda Musicale Città di Gioia Tauro” nei tempi e nei modi che verranno condivise con le suddette associazioni.

 

L’ASSOCIAZIONISMO SOCIALE E IL VOLONTARIATO

 

Le associazioni di promozione sociale sono costituite da tutti quei movimenti, gruppi e federazioni con finalità di utilità sociale a favore degli associati o di terzi, senza fine di lucro e nel pieno rispetto della libertà e dignità degli associati.

La soddisfazione di bisogni sociali rilevanti, l’utilità collettiva, la produzione di “beni civili”, cioè di servizi ed iniziative che rispondono alle necessità della società, dei cittadini … di noi tutti!

Per tali motivi è bene ribadire che il volontariato costituisce un modo di essere della persona nell’ambito dei rapporti sociali o, detto altrimenti, un paradigma dell’azione sociale riferibile a singoli individui o ad associazioni di più individui. Esso è, in altre parole, la più diretta realizzazione del principio di solidarietà sociale, per il quale la persona è chiamata ad agire non per calcolo utilitaristico o per imposizione di un’autorità, ma per libera e spontanea espressione della profonda socialità che caratterizza la persona stessa.

Da parte nostra ci sarà grande attenzione verso l’associazionismo e il volontariato, che vanno difesi, incoraggiati e sostenuti, in quanto espressione di attività di partecipazione, di solidarietà e di pluralismo, per il perseguimento di finalità a carattere sociale, civile e culturale, in grado di sensibilizzare le coscienze alla pratica della solidarietà.

 

DIFENDIAMO GLI ANIMALI

 

E’ nostra intenzione riconoscere la dignità degli animali, tutelarli e proteggere il loro benessere avendo particolare attenzione verso il randagismo.

Inoltre, ci impegneremo a diffondere una cultura basata sul rispetto del diritto alla vita non solo di tutti esseri umani, ma anche degli animali, contro ogni forma di sfruttamento e di prevaricazione e per raggiungere i seguenti obiettivi:

  • provvedere alla protezione degli animali e alla connessa tutela e valorizzazione della natura e dell’ambiente
  • svolgere attività a tutela dei diritti degli animali attraverso la promozione, anche con azione educativa nelle scuole di ogni ordine e grado, della solidarietà, del volontariato e dell’aggregazione sociale e lo svolgimento di attività culturali
  • collaborare con gli Enti preposti dalle norme vigenti alla protezione degli animali e alla difesa del patrimonio faunistico e dell’ambiente
  • curare l’istituzione e la gestione di strutture di assistenza e ricovero di animali e di tutela degli ecosistemi naturali

“Gli animali hanno il diritto alla vita, gli uomini hanno il dovere del rispetto”.

 

TRASPARENZA SUL FINANZIAMENTO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE Le nostre attività saranno finanziate unicamente dai contributi degli attivisti, dei candidati e dei cittadini. La relativa rendicontazione sarà pubblica ed accessibile e, punto molto importante, le spese per la campagna elettorale si manterranno su un livello accettabile, soprattutto in questo drammatico momento di crisi per il nostro Paese.

Così com’è avvenuto nelle nostre precedenti campagne elettorali riferite alle amministrative, anche stavolta le attività saranno all’insegna della sobrietà, con un contenimento delle spese. La nostra campagna elettorale, dunque, non sarà una “macchina bruciasoldi”, proprio per non dare uno schiaffo alla “povertà”. Le sue forme di finanziamento saranno “pulite e trasparenti”: pochi manifesti elettorali, affissi esclusivamente negli appositi spazi che ci verranno assegnati; il nostro programma di governo, diffuso in formato elettronico e cartaceo; il numero dei fac-simili nella misura di quanto basta per spiegare agli elettori le modalità di voto.

I nostri sostenitori-finanziatori della campagna elettorale saranno, soprattutto, gli attivisti, i candidati, i cittadini sostenitori, i lavoratori occupati, i disoccupati e i pensionati.

 

“Orgogliosi di essere gioiesi”

 

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