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Sgominata “cellula” romana della ‘ndrangheta. Tra i centri di stoccaggio, il Porto di Gioia Tauro

I finanzieri del Comando Provinciale di Roma, nell’ambito di una complessa attività di indagine sul traffico internazionale di sostanze stupefacenti partita dal litorale romano, hanno portato a termine una vasta operazione contro una consorteria criminale attiva nella capitale che, in oltre 2 anni, ha importato dal Sud America 1062 kg di cocaina destinata alla piazza romana.

 

Le attività investigative hanno interessato alcuni calabresi, operanti nella Capitale, con contatti diretti e basi logistiche in vari paesi dell’America Latina, da cui veniva fatto partire lo stupefacente, ben occultato all’interno di container che poi giungevano in Italia, sia via mare che per via aerea.

Tra i centri di stoccaggio, il Porto di Gioia Tauro. Ma la droga giungeva a destinazione anche a Milano e a Roma, come testimoniano i sequestri per quasi 500 kg effettuati nel corso delle indagini. Germania, Belgio e Olanda, gli altri Paesi in cui giungeva la merce.

L’attività investigativa ha analizzato, in particolare, il filone finanziario dell’organizzazione che, oltre a curare gli aspetti propri del narcotraffico, disponeva di una struttura di insospettabili “colletti bianchi”, promotori finanziari, incaricati del riciclaggio del denaro, attraverso canali bancari svizzeri atti a dirottare la liquidità per l’acquisto di cocaina dai narcotrafficanti Sudamericani. Operazioni che venivano svolte attraverso una società di intermediazione finanziaria con sede in Inghilterra e con filiale in Toscana.
Le somme, tutte in euro, venivano fisicamente trasportare in Svizzera attraverso diversi canali, uno dei quali era rappresentato da personale diplomatico. Giunto qui, il denaro subiva un prima ripulitura da parte di una società di Lugano che ne provvedeva alla conversione in dollari USA. Quindi bonificato sul conto di un istituto di credito, sempre di Lugano e da qui partiva verso il Brasile.
 
A garanzia del corretto svolgimento dell’operazione finanziaria, il figlio di uno dei manager coinvolti nella varie fasi del riciclaggio dei fondi veniva trattenuto in ostaggio all’interno di un albergo brasiliano, fino alla conferma dell’accredito della provvista nella banca sudamericana.
Un ruolo chiave nelle investigazioni, secondo i magistrati romani e le Fiamme Gialle del II Gruppo di Roma, è stato rivestito da un manager italo-svizzero che in passato ha anche rivestito la carica di direttore generale di una grossa società che gestisce e sviluppa le attività legate alla produzione e alla commercializzazione di energia elettrica, vapore e gas.
La stessa persona si sarebbe candidata alle elezioni per il Consiglio di Stato del Canton Ticino, ritirandosene a causa del coinvolgimento in una inchiesta per una truffa da 12 milioni di euro. Grazie alle numerose evidenze investigative raccolte, partecipate ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma che hanno coordinato e diretto le indagini, i militari hanno ricostruito il complesso quadro probatorio che ha consentito al Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, di emettere 19 ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti e riciclaggio. L’esecuzione dei provvedimenti restrittivi – di cui uno operato in Spagna, tramite l’Interpol, a carico di un calabrese ivi dimorante – e delle numerose perquisizioni locali disposte nei confronti di tutti i soggetti coinvolti ha visto il dispiegamento di oltre 300 militari del
 
II Gruppo Roma, di unità cinofile antidroga ed antivaluta del Gruppo di Fiumicino e di mezzi aerei del Reparto Operativo Aeronavale di Civitavecchia. Fondamentale, per il conseguimento dei predetti risultati, è stato il raccordo info-operativo ed il supporto tecnico fornito alle indagini dallo S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza, dalla Direzione Centrale dei Servizi Antidroga e dagli ufficiali di collegamento presso le sedi delle ambasciate del Sud America.
La brillante operazione, che ha portato ad uno dei più significativi sequestri di cocaina degli ultimi tempi, sottolinea come la Capitale ed il suo litorale continuino ad essere uno dei mercati principali su cui la criminalità punta per ottenere sempre maggiori profitti. Nel corso dell’operazione, è stato inoltre sequestrato un ingente quantitativo di armi nella disponibilità degli indagati.