Sant’Eufemia D’Aspromonte, operazine“Eyphemos”: Colpita la cosca Alvaro. In manette anche il Sindaco Domenico Creazzo
È in corso dalle prime ore di questa mattina una vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, finalizzata all’esecuzione di 65 ordinanze di custodia cautelare, di cui 53 in carcere e 12 agli arresti domiciliari, emesse nei confronti dei capi storici, elementi di vertice e affiliati di una pericolosa locale di ‘ndrangheta operante a Sant’Eufemia d’Aspromonte – funzionalmente dipendente dalla potente cosca Alvaro imperante a Sinopoli, San Procopio, Cosoleto, Delianuova e zone limitrofe – ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, diversi reati in materia di armi e di sostanze stupefacenti, estorsioni, favoreggiamento reale, violenza privata, violazioni in materia elettorale, aggravati dal ricorso al metodo mafioso e dalla finalità di aver agevolato la ‘ndrangheta, nonché di scambio elettorale politico mafioso.
Gli esponenti del clan arrestati
Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, i poliziotti del Commissariato di Palmi [RC] e della Squadra Mobile del capoluogo reggino hanno arrestato elementi di vertice della cosca ALVARO, boss storici, personaggi di spicco, luogotenenti e nuove leve dell’articolazione di Sant’Eufemia d’Aspromonte. Fra essi figurano il boss ALVARO Cosimo detto Pelliccia a cui il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere perché detenuto per altra causa, ALVARO Domenico detto Micu classe 1977, ALVARO Salvatore detto Turi Pajeco classe 1965, CANNIZZARO Francesco, alias “Cannedda” classe 1930 [che partecipò allo storico summit di Montalto nel 1969], CANNIZZARO Cosimo, alias “spagnoletta” classe 1944, LAURENDI Domenico, alias “Rocchellina”, imprenditore ed elemento di primissimo piano della ‘ndrangheta eufemiese. Le indagini sono state condotte con l’irrinunciabile ricorso alle intercettazioni grazie alle quali è stato possibile individuare le gravi vicende criminali che hanno determinato il graduale potenziamento dell’articolazione di ‘ndrangheta di Sant’Eufemia d’Aspromonte e quindi degli ALVARO.
Oggi il clan ALVARO è una potente cosca della ‘ndrangheta unitaria, operante nella provincia di Reggio Calabria, in altre regioni dell’Italia e all’estero, che trova la sua forza anche nei legami con altre potenti cosche e nei solidi rapporti di alleanza con altre famiglie ‘ndranghetistiche. L’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria fa luce sui diversificati interessi illeciti della cosca di Sant’Eufemia d’Aspromonte, svelando un accentuato dinamismo nel sistematico ricorso ad attività estorsive nei confronti di operatori economici e titolari di imprese. Estorsioni per alcune decine di migliaia di euro venivano imposte, con minacce anche ambientali, agli imprenditori durante l’esecuzione di lavori pubblici nel comune di Sant’Eufemia [rifacimento di edifici, risanamento del dissesto idrogeologico, risparmio energetico degli impianti di pubblica illuminazione, completamento di strade] e in centri viciniori [ristrutturazione di un edificio scolastico di San Procopio]. Ad alcuni titolari di imprese impegnate nell’esecuzione dei suddetti lavori veniva imposta, con la forza dell’intimidazione derivante dall’appartenenza alla cosca, l’assunzione di maestranze di ditte ad essa riconducibili. La cosca gestiva anche un lucroso giro di sostanze stupefacenti e infatti diversi affiliati sono stati arrestati con l’accusa, a vario titolo, di cessione, acquisto, coltivazione, tentata importazione, offerta in vendita di sostanze stupefacenti, prevalentemente cocaina e marijuana.
I politici cinvolti
Con la sua azione pervasiva, la ‘ndrangheta è riuscita a collocare propri membri ai vertici del governo, dell’assemblea elettiva e all’interno degli apparati dell’amministrazione comunale di Sant’Eufemia d’Aspromonte. Con il ruolo di capo, promotore ed organizzatore dell’associazione mafiosa è stato arrestato in esecuzione della misura cautelare della custodia in carcere il Vice Sindaco, IDÀ Cosimo, artefice di diverse affiliazioni che avevano determinato un forte attrito con le altri componenti del locale di ‘ndrangheta eufemiese e l’alterazione degli equilibri nei rapporti di forza tra le varie fazioni interne allo stesso. Con la contestazione di partecipazione all’associazione mafiosa sono stati arrestati in esecuzione della misura cautelare della custodia in carcere il Presidente del Consiglio Comunale ALATI Angelo quale mastro di giornata della cosca, il Responsabile dell’Ufficio Tecnico ingegnere LUPPINO Domenico, referente della cosca in relazione agli appalti pubblici del comune e FORGIONE Domenico, inteso “Dominique”, consigliere comunale di minoranza, che aveva il compito di monitorare gli appalti del comune per consentire l’infiltrazione da parte delle imprese riconducibili alla cosca eufemiese.
Le accuse a Domenico Creazzo
Con l’accusa di scambio elettorale politico mafioso è stato arrestato e posto ai domiciliari il Sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte, CREAZZO Domenico. Egli nel coltivare e realizzare il progetto di candidarsi e vincere le elezioni regionali del gennaio 2020, si era rivolto alla ‘ndrangheta [in particolare a LAURENDI Domenico] dapprima attraverso il fratello CREAZZO Antonino in grado di procacciare voti, in cambio di favori e utilità, grazie alle sue aderenze con figure apicali della cosca ALVARO e poi direttamente, al fine di sbaragliare gli avversari politici.
Gli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di P.S. di Palmi, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, coadiuvati dagli operatori dei Reparti Prevenzione Crimine e di diverse Squadre Mobili del Centro e Nord Italia, stanno eseguendo anche numerose perquisizioni. Impiegati circa 600 agenti della Polizia di Stato.
Ramificazioni in Lombardia, frizioni in Australlia
“Eyphemos” è il nome che gli investigatori della Polizia di Stato hanno dato all’operazione nel corso della quale, dalle prime ore di questa mattina, nella provincia di Reggio Calabria, Milano, Bergamo, Novara, Lodi, Pavia, Ancona, Pesaro Urbino e Perugia sono stati eseguiti numerosi arresti e perquisizioni nei confronti di capi e gregari di un’articolazione della ‘ndrangheta reggina operante a Sant’Eufemia d’Aspromonte in seno al mandamento tirrenico, alle dipendenze del più affermato e risalente locale di Sinopoli facente capo alla potente cosca Alvaro che ha anche una sua propaggine in Lombardia, segnatamente nel Pavese, nonché in Australia dove è presente un locale di ‘ndrangheta, dipendente direttamente dalla casa-madre calabrese degli Alvaro.
Dalle indagini condotte dagli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di P.S. di Palmi è emerso che gli esponenti di vertice del locale di Sant’Eufemia d’Aspromonte sedevano ai tavoli in cui venivano prese decisioni importanti che riguardavano il locale australiano. Alcuni di essi si erano perfino recati in passato in Australia per risolvere controversie legate alla spoliazione di un sodale che venne sanzionato per una trascuranza ma non espulso dai ranghi della ‘ndrangheta.
I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11.00 nella sala conferenze della Questura di Reggio Calabria, alla presenza del Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri e del Procuratore Aggiunto Calogero Gaetano Paci, del Direttore Centrale Anticrimine Francesco Messina, del Questore di Reggio Calabria Maurizio Vallone e del Direttore Centrale Operativo Fausto Lamparelli.
La dipendenza dalla cosca Alvaro
Nei summit monitorati dagli investigatori della Polizia, gli indagati facevano riferimento alle cariche e ai gradi della ‘ndrangheta (come la “santa”, “camorrista”, “vangelista”, “sgarrista”, “capo locale”, “contabile”), alle cerimonie,alla formazione di unbanconuovo, alla creazione di un nuovo locale a Sant’Eufemia d’Aspromonte con l’auspicata legittimazione del Crimine di Polsi e l’indipendenza dagli Alvaro di Sinopoli [RC] che, tuttavia, continuano a controllare Sant’Eufemia, forti dell’essere una grande cosca, anche se i diversi sottogruppi familiari (intesi “Carni i cani”, “Pajechi”, “Merri”, “Pallunari”, Testazza” o “Cudalunga”) godono di una certa autonomia programmatica e di azione.
La ‘ndrangheta eufemiese appare antica e moderna al tempo stesso, ancorata a vecchi rituali ma fortemente protesa a radicarsi sempre più nel settore socio-economico ed imprenditoriale, anche attraverso un’oculata attività di infiltrazione negli apparati amministrativi, istituzionali e politici.
Il progetto di attentato alla nuova sede del Commissariato di Palmi
L’ala militare del gruppo eufemiese dispone di numerose armi [pistole e fucili], anche ad elevato potenziale offensivo, in parte sequestrate nel corso delle indagini, nonché di un bazooka, a cui gli indagati facevano riferimento durante i dialoghi intercettati dalla Polizia. Ad essi era stata commissionata anche la fabbricazione di un ordigno esplosivo da parte di alcuni esponenti del clan Gallico di Palmi (RC) che intendevano utilizzarlo per distruggere o danneggiare gravemente l’abitazione storica di quella famiglia di ‘ndrangheta, confiscata e destinata ad ospitare la nuova sede del Commissariato di Pubblica Sicurezza del luogo