San Ferdinando, appalti per la raccolta dei rifiuti: chiesti 6 anni per Ciccone
Il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Luca Miceli, ha invocato 6 anni di carcere e 3 mila euro di multa per Carmelo Ciccone (nella foto), legale rappresentante della “Ra.Di srl”, società che aveva partecipato in associazione con la S.p.A. “Piana Ambiente” alla gara indetta dal Comune di San Ferdinando per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Ciccone risponde di turbativa d’asta ed estorsione. Quest’ultima nei confronti di Saverio Zoccoli, l’ amministratore delegato della “Zetaemme”, un’altra società impegnata nella gestione dei rifiuti. L’imprenditore infatti, avrebbe ricevuto pressioni per ritirarsi della gara d’appalto per la gestione dei rifiuti urbani del Comune di San Ferdinando. Per gli altri due imputati, ossia Carmelo Arena e Diego Ferrara, accusati di rivelazione colposa del segreto d’ufficio, il pm Miceli ha chiesto al Tribunale di Palmi, presieduto da Carlo Indellicati, una condanna a 6 mesi di carcere. Per la quarta imputata, Silvana Monteleone, moglie di Ciccione, la Dda ha chiesto l’assoluzione dall’accusa di rivelazione del segreto. Toccherà ora alle difese, a partire dal 6 ottobre, tentare di smontare l’impianto accusatorio.
Ciccone avrebbe minacciato Zoccoli di ritorsioni, e una volta costretto l’uomo a ritirare l’offerta della Evergreen avrebbe auto accesso ad un grande profitto, costituito dal prezzo dell’aggiudicazione della gara. La società di cui era legale, la Ra.Di. srl, è stata preventivamente sequestrata.
Zoccoli, d’altro lato, è amministratore della Zetaemme s.a.s., ed è già noto agli onori della cronaca – e gravemente indiziato – insieme alla sua società, per un’indagine rispetto alla gestione della discarica di Casignana “gestita” proprio dalla Zetaemme. Zoccoli, durante l’indagine sulla discarica di Casignana, ha i telefoni sotto controllo, ed è qui che gli inquirenti intercettano una prima conversazione – nel settembre del 2010 – tra Zoccoli e il consulente tecnico della sua società, Nicola Rotundo, che lo avvisa che il giorno successivo sarebbe passato un avvocato, per fargli firmare della documentazione relativa alla partecipazione ad una gara d’appalto (Viene un nostro amico comune… a Bianco per firmare… farvi firmare gli avvalimenti di cui vi ho parlato qualche giorno fa… viene a portarvi le carte… che mò stiamo completando in questo momento per firmarli voi, e la signora Strati… ). Si tratta, dopo i relativi accertamenti, dell’avvocato Francesco Toscano, la cui attività è legata alla Evergreen, società operante nel settore rifiuti, in particolare nella Piana di Gioia Tauro.
Qualche giorno dopo, spunta finalmente la figura di Carmelo Ciccone. L’uomo chiama al telefono Zoccoli, e lo rimprovera per la sua partecipazione alla gara per l’aggiudicazione dell’appalto di raccolta e smaltimento dei rifiuti per conto del Comune di S. Ferdinando (RC), in “avvalimento” della Evergreen S.r.l.
Ciccone: Ciao carmelo sono, Peppe… ;
Zoccoli: Si ora ho visto le chiamate… ;
C: Ora hai visto le chiamate… Peppe ci sono certe cose che secondo me, non è che vanno bene;
Z: Perche? che è successo? ;
C: Che è successo… tu gli hai fatto l’avvalimento come Zetaemme ad una partecipazione ad una gara dove partecipiamo pure noi a San Ferdinando e San Ferdinando è qua, a casa nostra, ed il servizio lo stiamo facendo noi… ;
Z: Dov’è San Ferdinando? ;
C: San Ferdinando è attaccata a Rosarno;
Z: Questo mi rompe le scatole… Rotundo… che nè so io dov’è San Ferdinando… mi ha rotto le palle
C: Allora abbi la bontà… se hai la bontà pigli e ti rit… se vuoi sempre, e se reputi opportuno…gli mandi un telegramma e gli dici che ti ritiri, perché tu ha sbagliato la partecipazione, non è che ti puoi… Peppe;
Z: A me sembrava che era a Cosenza, che sapevo che era là… ;
C: Sii a Cosenza Cazzi Peppe … non funziona così e non và manco bene ;
Nel corso della conversazione Ciccone minaccia Zoccoli affermando che “San Ferdinando è qua, a casa nostra” e consigliandogli espressamente di ritirarsi dalla gara “se hai la bontà pigli e ti nt… se vuoi sempre, e se reputi opportuno…li mandi un tele gramma e ui dici che ti ritiri”. Zoccoli tenta di giustificarsi, dicendo a Ciccone di non sapere addirittura dove si trovi San Ferdinando, pensando si trovasse in provincia di Cosenza. Ciccone sbotta, e risponde: “Sii a Cosenza Cazzi Peppe … non funziona così e non và manco bene”.
Zoccoli a quel punto, affermando di non sapere che la gara interessasse la “zona” di Ciccone, promette di attivarsi immediatamente per il ritiro dalla gara, nonostante il contratto di “avvalimento” già firmato con la Evergreen s.r.l.. (C: Fammi sapere peppe come ti devi comportare che io devo sapere come mi devo comportare; Z: Sii siii lo chiamo io lo chiamo io ora a Rotundo non ti preoccupare)
Nel corso di tale conversazione tra i due “imprenditori” emerge chiaramente una sorta di spartizione territoriale della provincia tra le diverse società operanti nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti, tanto che Ciccone chiaramente afferma: “.. Io sono che lavoro a S. Ferdinando per i fatti miei, normale e tranquillo con la gara aggiudicata, partecipo ad una gara…”; “…Tu gli dai l’avvalimento ad uno che non sai a chi gli dai l’avvalimento? Scusa un attimo, quando mi arriva una gara di Bianco io che faccio partecipo? Ti chiamo e ti dico senti sei interessato tu alla partecipazione a sta gara?…”; “. . .se tu partecipi a San Ferdinando che è a 5 chilometri da casa mia che io sono già che sto lavorando là…”.
Poco dopo, una successiva intercettazione registra la conversazione tra Zoccoli e il consulente Rotundo, al quale l’imprenditore comunica l’impossibilità da parte sua di fornire l’avvalimento alla ditta Evergreen, nonostante il contratto già firmato, e gli chiede di preparare una lettera di rinuncia alla partecipazione alla gara d’appalto da mandare al Comune di S. Ferdinando. Alle reticenze mostrate da Rotundo, Zoccoli racconta la conversazione avvenuta pochi minuti prima con Ciccone.
(R: E ma il Vostro problema quale è adesso ? Io non ho capito quale è il vostro problema;
Z: Dimostrare che io non l’ho fatto con nessuno scopo e che io mi ritiro subito;
R: Scusate ma perché Vi ha chiamato qualcuno per dirvi che Voi avete fatto un avvalimento? ;
Z: Si certamente vuol dire che lo sanno già… ;
R: Oh Madonna del Carmine! … No per la verità il termine scadeva oggi… ;
Z: E non lo so lui… mi hanno detto che .. che la… gara scade domani… tu hai fatto un avvalimento … dice… “questo è il rispetto che ci porti… questo qua… e questo là… noi ti abbiamo rispettato sempre… ti stamo aiutando, ti stiamo rispettando tu questo ci pugnali alle spalle”… io ho detto : guarda io non so niente… io so solo che mi hanno chiamato per un avvalimento ed io non sapevo nemmeno dov’è sto San Ferdinando;
R: E Voi dite : io ero convinto che fosse a Cosenza questo san Ferdinando… ;
Z: Ma io gliel’ho detto pero dice : “. ora tu gentilmente gli scrivi una lettera…”- e questo lo penso io – per dimostrargli che io l’ho fatto ingenuamente)
Rotundo, infine, prepara la lettera in cui giustifica l’impossibilità sopravvenuta a fornire 1′ avvalimento alla società Evergreen Sri, per la carenza di alcuni requisiti, turbando di fatto l’asta e quindi alterando la corretta aggiudicazione dell’appalto.
Dai successivi approfondimenti investigativi sarebbe emerso come Ciccone, da amministratore della Ra.Di., risulti operare in avvalimento per conto della municipalizzata “Piana Ambiente S.p.A.”. Detta società risulta essere subentrata, nel comune di San Ferdinando, alla ditta siciliana “Traina “aggiudicataria reale dell’appalto, ma in seguito ad una rescissione contrattuale da parte del predetto Comune, l’appalto è stato assegnato in via temporanea alla società Piana Ambiente, coadiuvata proprio dalla RA.DI. S.r.l.
La consapevolezza dell’illegalità del comportamento è palesata da Ciccone, che avverte Zoccoli di stare attento, poiché a poche ore dal’apertura delle buste, un improvviso ritiro avrebbe potuto determinare una richiesta di danni da parte della Evergreen S.r.l. Allo stesso modo, nelle successive conversazioni tra Zoccoli e Rotundo, quest’ultimo spiega in modo univoco a Zoccoli che il loro comportamento configura chiaramente l’ipotesi di reato di turbativa di pubblico incanto. Nonostante i rischi, però, la paura di Zoccoli in seguito alle minacce ricevute da Ciccone, lo convincono ad affrontare un’eventuale azione legale, tanto che, nel richiedere la famosa lettera, dice al suo tecnico: “Fatemi sta cortesia che poi quando siamo di persona vedete che vi spiego tutte le cose”.
Infine, il 21 settembre 2010, la società Piana Ambiente, giovandosi dell’avvalimento della RA.DI S.r.l., risulterà aggiudicataria definitiva dell’appalto di gestione e smaltimento dei rifiuti per il Comune di San Ferdinando con un ribasso del 5,30 % su una base d’asta di un milione e 200mila euro. Al contrario, l’unica altra partecipante alla gara, la Evergreen S.r.l., si è ritrovata esclusa per mancanza di requisiti, determinati dal ritiro “forzato” di Zoccoli.
Le intercettazioni sul cellulare di Ciccone avrebbero permesso di accertare come l’imprenditore dichiari chiaramente che il territorio in cui lavora la propria impresa è una zona dove può operare soltanto lui. Infatti gli investigatori hanno intercettato un altro episodio riguardante una società catanese, la EF Servizi Ecologici srl, di Misterbianco, che aveva partecipato ad una gara insieme alla Ra.Di.. Anche in questo caso, Ciccone, sentitosi colpito nel territorio di sua esclusiva pertinenza, aveva cercato tramite un “amico” catanese, Attilio Frangapane, di contattare gli amministratori della EF. Frangapane, secondo quanto accertato, è ritenuto contiguo al clan del defunto boss catanese, nonché braccio destro di Benedetto Santapaola, Giuseppe Pulvirenti detto “U Malpassotu”. Il catanese è riuscito a concordare un incontro, sostenendo poi, con tono perentorio e minaccioso, che quelli della EF non vanno da nessuna parte, poiché in Sicilia stanno bene e non hanno la necessità di andare a lavorare in Calabria (“…senti sto andando a trovare il mio paesano perché l’ho chiamato…”; ‘..non ci viene.., questo non andrà da nessuna parte…perché è già da questa parte ed è buono e non c’è bisogno che viene dall’altra parte…hai capito? siccome qui c ‘è lo zampino…già al figlio lo hanno portato da questa parte e il padre lo stanno portando qua…tutti e due… sia quelli di Catania e sia lui .. hai capito?… “). Un altro comportamento “poco chiaro”, probabilmente a causa delle levatura criminale del personaggio, riguarda proprio l’incontro, poiché qualcuno ha sconsigliato a Ciccone di andarci personalmente. Ci sono anche, per aggravare la posizione di Ciccone, alcune conversazioni maldestramente criptate tra Ciconte e l'”amico” Attilio, che lo fa parlare con una persona dall’accento catanese – ancora non identificata – per discutere di un fantomatico “camion” che deve arrivare a Ciccone.
Ciccone:”…(incomprensibile)…”;
Uomo:”…il camion.. il camion poi glielo mando lo stesso …”;
C:”…va bene, va bene ok…”;
U:”…ok buon lavoro.. buon lavoro…”;
C:”…ciao ciao ciao…”;
Nel caso dell’appalto a cui partecipavano sia la società di Ciccone sia quella di Misterbianco, non si è ancora chiarito il meccanismo illecito per cui l’imprenditore di Palmi sia riuscito ad aggiudicarsi la gara, tuttavia le conversazioni intercettate hanno chiarito quale sia l’abituale modo di agire di Ciccone. Grazie a questo suo modus operandi, Ciccone già negli anni precedenti si era aggiudicato lo stesso appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani del Comune di Palmi, creando un vero e proprio regime di monopolio che durerebbe da più di un lustro. (fonte il Dispaccio)