Ndrangheta: L’intervista che Leo Morabito arrestato rilascio’ a Klaus Davi (VIDEO)
‘FRANCESCO PELLE È VITTIMA DI UN COMPLOTTO’ https://www.youtube.com/watch?v=caxjhK8v0D4
E’ lungo l’elenco degli appartenenti alla ‘Ndrangheta intervistati da Klaus Davi e Alberto Micelotta nell’ambito del loro format dal titolo ‘Gli Intoccabili’ primo docureality sulle mafie attraverso il quale sollevano il velo di comoda oscurità che protegge la criminalità organizzata calabrese.
Tra questi risulta anche Leo Morabito, alias “Scassaporte”, 68 anni arrestato ieri per estorsione aggravata, lesioni personali pluriaggravate in concorso e detenzione e porto illegale d’arma da fuoco.
Nel 2016 Leo Morabito rilasciò una lunga intervista (https://www.youtube.com/watch?v=caxjhK8v0D4) per prendere le difese del genero Francesco Pelle, condannato all’ergastolo per la strage di Duisburg e ridotto su una sedia a rotelle in seguito ad un agguato subito prima del suo arresto mentre aveva tra le braccia il proprio figlio.
”Mi chiamò Morabito personalmente, preceduto dal legale – racconta Davi – e chiese un incontro a Reggio. Era una delle prime interviste che facevo ad appartenenti alla mafia calabrese e ovviamente non fu un’esperienza semplice. Mi parlò di vari aspetti della vita criminale ma nell’intervista contestava sostanzialmente gli esiti processuali che riguardavano Ciccio Pelle detto ‘Pakistan’ e coinvolto nelle vicende della faida di San Luca. Parlò anche dell’allora latitante Rocco Morabito detto ‘U Tamunga’ che conosceva da sempre”.
L’intervista fu commentata anche da Nino di Matteo e Antonio Ingroia (http://www.nebrodiedintorni.it/2016/02/mafia-borsellino-e-ingroia-preferiscono.html).
DICHIARAZIONI RILASCIATE DA MORABITO A KLAUS DAVI:
STRAGE DI DUISBURG, LEO MORABITO: FRANCESCO PELLE INNOCENTE, PRONTA NUOVA PERIZIA
Il suocero di Ciccio Pakistan (arrestato a Pavia NEL 2008 ) parla per la prima volta “a maggio in Cassazione capiranno che le trascrizione sono state modificate”. “Mio genero è stato vittima di un complotto. Confidiamo che la cassazione (l’udienza è fissata il 12 maggio prossimo), terrà conto delle nostre nuove perizie si chiarirà che non è stato lui a ordinare la strage di Natale che ha visto morire Maria Strangio. Per questo in quella sede presenteremo una nuova analisi dell’ audio delle intercettazioni per le quali il mio genero è stato condannato all’ergastrolo”. E’ la prima volta che un membro dei Morabito (https://it.wikipedia.org/wiki/%27Ndrina_Morabito), tra le famiglie di ‘Ndrangheta più influenti in Italia e non solo, rilascia una lunga intervista e lo fa con il massmediologo Klaus Davi per il suo format KlausCondicio in onda sul canale You Tube (https://www.youtube.com/user/klauscondicio). Colloquio di oltre 2 ore che è stato sintetizzato. Sessantacinque anni, noto alle cronache giudiziarie per essere soprannominato ‘U Scassaporte’ per il fisico robusto “un soprannome affibiatomi da mio padre a sua volta primo cugino di Giuseppe U Tiradrittu perché scavalcavo le ringhiere dei giardini” racconta. Morabito ha un curriculum di tutto rispetto: 15 anni di galera accumulati in varie condanne per detenzione di armi e associazione mafiosa, nonché violazione delle misure di detenzione, è padre della moglie di Francesco Pelle, Nunziatina. Morabito parla a tutto campo: “Le intercettazioni che hanno determinato la condanna di mio genero anche in appello sono state – a suo dire – tradotte male se non ‘manipolate’. In particolare, quella che fa riferimento all’incontro nell’ospedale di Reggio Calabria tra lo stesso Pelle, un suo cugino di nome Stefano Romeo e Guido Zangari“. Morabito insiste a più riprese che uno degli interlocutori del genero non avrebbe mai pronunciato la frase in dialetto riferendosi a Giovanni Luca Nirta “Giusto Luca. Ti devi riprendere, devi tornare il leone che eri, li rompiamo hai capito?” ratificata anche in appello. Secondo i periti di parte, la frase pronunciata sarebbe stata: “Ti devi riprendere, devi tornare il leone che eri prima, giusto lupo, ti devi riprendere”. Morabito si dice certo che nuova perizia in corso potrà dimostrarlo e dice “auspico che i magistrati di Cassazione riascoltandola rivedano la sentenza della Corte di Appello”. L‘attentato al genero di Morabito, che è avvenuto nel 2006, a due giorni dalla nascita del figlio, riaccese la ben nota faida di San Luca. Per la procura e i giudici che lo hanno condannato sarebbe stata proprio una vendetta di Pakistan a costare la vita, nel Natale 2006 a Maria Strangio (moglie di Giovanni Luca Nirta), che secondo le sentenze avrebbe ordinato l’agguato a Pelle. Uno scontro che ha visto il suo ultimo atto nella strage di Duisburg in Germania. Sei morti, fuori dal ristorante “Da Bruno” nel ferragosto del 2007, per mano di Giovanni Strangio, condannato all’ergastolo. “Ammesso che Pelle fosse innocente, perché ricoverarsi sotto falso nome? Di chi aveva paura?” domanda Davi “Del carcere. In carcere si muore nelle condizioni in cui è” ha ribattuto Morabito. “E allora chi ha ordito l’attentato contro di lui secondo lei?” “La gente è pazza. Si spara per invidia. La faida? Non esiste. Esiste l’invidia”.
STRAGE DI DUISBURG, LEO MORABITO: “GIOVANNI STRANGIO NON NE È L’AUTORE”. FAIDA ?: ”NON RISPONDO A QUESTE DOMANDE”.
Secondo Leo Morabito, intervistato dal programma KlausCondicio https://www.youtube.com/user/klauscondicio, Giovanni Strangio, condannato all’ergastolo dalla corte d’assise di Locri in quanto ritenuto autore ed esecutore della strage di Duisburg, “non c’entra nulla con la strage in Germania”. E’ stato messo in mezzo ma non c’entra. Cosa l’hanno messo a fare nella strage di Duisburg? Forse per dare risalto alla cronaca. “Io non l’ho visto. Si professa innocente e per me è innocente”. E alla domanda: “Ci sono sentenze con prove, intercettazioni, fior di dibattimenti e approfonditi processi”, Morabito ribadisce: “Per me non c’entra”. E alla domanda la faida non esiste e neppure la ‘Ndrangheta?: “Non sono venuto qua per rispondere a queste domande. C’è bisogno della criminalità organizzata perché uno ammazzi un altro?”. “Donne morte, bambini morti, persone morte ?“ “Mi dispiace, pace all’anima loro” dice Morabito.