L’orto stupefacente della contadina
Da coltivatrice di peperoncini, pomodori e verdure, a cultrice di marijuana per arrivare a fine mese: è questa la strategia adottata da C.V, 46enne bracciante agricola di Polistena (RC), per far fronte alle spese mensili della propria famiglia, strategia che, però, invece di risolvere le difficoltà economiche, ha portato al suo arresto in flagranza di reato.
Nella giornata di ieri, infatti, nell’ambito degli ordinari servizi di rastrellamento, i carabinieri della Compagnia di Taurianova assieme ai colleghi Cacciatori di Vibo Valentia, hanno rinvenuto una piantagione di canapa indiana composta da 41 piante di altezza variabile da 1 a 2 metri circa in un piccolo campo agricolo in Contrada Sigilli di Polistena. La piantagione non era coltivata in qualche piazzola appositamente creata in impervie zone dell’Aspromonte, ma fatta crescere a pochi metri dall’abitazione della proprietaria, proprio all’interno di un piccolo orto di uso “domestico”. I carabinieri della Stazione di Polistena insieme ai colleghi “Cacciatori”, dopo aver oltrepassato una prima area coltivata con semplici ortaggi e verdura, dietro ad una divisoria ricoperta con un telo, si sono trovati di fronte a diverse decine di piante di canapa indiana in pieno stato vegetativo, sorrette da delle strutture artigianali in legno per facilitarne la crescita. Gli arbusti erano irrigati tramite una tubazione in plastica collegata ad una pompa, utilizzata anche per la coltivazione dell’orto. Le operazioni di perquisizione si sono ovviamente estese anche negli altri casolari di proprietà della donna, rinvenendo, in un locale adibito a ricovero per animali, altre piante in essicazione e dalla marijuana già in busta e pronta per la vendita, oltre che strumenti per la pesatura dello stupefacente.
La donna, bracciante agricola incensurata, ha subito ammesso le sue responsabilità nella coltivazione di marijuana, giustificandosi con la necessità di dover far fronte ad alcune spese personali e familiari, mettendo diversamente in opera le sue capacità botaniche. Le piante rinvenute sono state sequestrate per essere successivamente trasmesse al RIS di Messina per le analisi tossicologiche del caso. La droga, una volta raccolta ed essiccata, avrebbe consentito di ricavare circa 5 kg di marijuana, che, nella vendita al dettaglio, avrebbe consentito profitti illeciti di diverse migliaia di euro.
La quarantaseienne è stata ristretta nella sua abitazione in regime di arresti domiciliari in attesa del giudizio di convalida da parte dell’autorità giudiziaria e dovrà rispondere del reato di coltivazione di sostanza stupefacente.
Il servizio svolto si inserisce in un più ampio piano di contrasto ai reati in materia di sostanze stupefacenti, disposto dal Gruppo carabinieri di Gioia Tauro, che ha già consentito, nel solo periodo estivo, di sequestrare oltre 6500 piante di canapa indiana, quasi 45 kg di marijuana e quasi un kg di cocaina.